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Le Crete. Costituire il PARCO DEI CALANCHI. Il 'tutto è deciso' e 'la responsabilità è di altri ed altrove' è un messaggio che non deve passare

di Dante Freddi Pier Luigi Leoni ed il COVIP chiedono che venga istituito un parco per tutelate quelle straordinarie presenze naturalistiche e paesaggistiche. Dal tempo e dagli uomini...

foto di copertina

Sulla discarica "Le Crete" e sull'apertura del terzo calanco non è tutto deciso, come qualcuno vorrebbe far credere, e cittadini ed amministratori orvietani hanno il diritto di sostenere le loro visioni di sviluppo della città.
Il piano di  Sao-Acea non è vangelo, è la proposta di un imprenditore, altre ce possono essere e ce ne sono. La Regione dirà l'ultima parola, ma se fosse ritenuta arbitraria da un ente coinvolto, come il Comune di Orvieto, potrebbe ancora essere soggetta a ricorso in sede di giustizia amministrativa.
Fa comodo affibbiare ad altri la responsabilità delle scelte che si vanno compiendo, a  qualcuno lontano nel tempo, come gli amministratori che vollero la discarica, o nello spazio, come la Regione matrigna.

Le idee, chi ce le ha, dovrebbe sostenerle apertamente ed assumersene la responsabilità, come stanno facendo  gli "Amici della terra", "Altra citta" ed altre associazioni orvietane, disponibili a ragionare ma non a subire. Come fa COVIP, con il sostegno ad una mozione, primo firmatario il consigliere comunale Pier Luigi Leoni, per l 'istituzione del PARCO DEI CALANCHI, consegnata alla presidenza del Consiglio comunale stamattina.
Leoni presenterà anche la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale apposito ed inviterà a firmarla i consiglieri comunali orvietani, al di là degli schieramenti.

Chi invece pensa che il futuro di Orvieto sia compatibile con la discarica e con il piano Sao-Acea lo dica e lo sostenga, senza "paraculate". È una possibilità, ha dignità come un'altra scelta, ma se non trova sostenitori più convinti e trasparenti è certamente destinata ad essere affossata come il termovalorizzatore di una decina d'anni fa.

Il "tutto è deciso" e "la responsabilità è di altri ed altrove" è un messaggio che non deve passare.

 

Guido Turreni, in occasione dell'audizione da parte della commissione ambiente del Comune di amministratori e tecnici Sao-Acea, si è chiesto perché la società che gestisce la discarica avesse organizzato l'incontro con i consiglieri, dato che da quest'ultimi non deve ricevere alcuna autorizzazione, perché non ne ha bisogno.
Lo aiuto a rispondersi, per quello che posso, e lo invito ad aggregarsi a chi ha voglia di contribuire alla scelta migliore, quale che sia.  

E' stato il presidente della commissione Gialletti ed il sindaco Concina a chiedere alla Sao-Acea di partecipare all'audizione, non il contrario. E' stato un "contributo di conoscenza all'assemblea civica -sostiene Gialletti- che prima di ogni altro dovrà svolgere il ruolo che le compete in termini di valutazione, indirizzo e decisione". Quindi non potevano sottrarsi, per bon ton ed interesse, "perché- come sostiene giustamente Turreni-  si sentono in pericolo sul piano politico e dell'approvazione sociale, in quanto hanno già sperimentato la forza della gente orvietana sulla questione termovalorizzazione".


Come quindi ammette implicitamente il consigliere PdL, c'è spazio per dissentire ed intervenire.

Orvieto e i comuni del territorio devono svolgere la loro funzione di indirizzo dello sviluppo e della gestione delle risorse ambientali. Hanno la possibilità di esprimersi e contare nei loro àmbiti comunali e in quello dell'Ati, a cui partecipano. 
Negare che ci sia una battaglia da combattere per ottenere il meglio possibile è fuorviante e rinunciatario. Lascia spazio ai "falchi" (altra espressione di Gialletti n.d.r.) e alle cornacchie che svolazzano nei nostri cieli incupiti.

 

Questo il testo della mozione firmato da Pier Luigi Leoni, che dovrà costituire anche l'ordine del giorno di un apposito Consiglio comunale, nell'eventualità che lo sottoscrivano cinque consiglieri.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ORVIETO

premesso che:
 parte della formazione calanchiva che prospetta, senza soluzione di continuità, sulla Valle del Paglia, nei territori di Orvieto e di Ficulle, è destinata dal Piano Regolatore Generale, fin dal 1995, ad attrezzature territoriali, con normativa atta a insediarvi una discarica e altri impianti per il trattamento dei rifiuti e che tale zona è stata ampliata nel 2004 fino a includervi tutto il cosiddetto terzo calanco;
 il sito di Le Crete che lì insiste è in via di esaurimento e il proprietario ha presentato un progetto per il suo potenziamento e l'estensione appunto anche al terzo calanco;
 l'area in questione è inclusa nel piano regionale come idonea per il sistema integrato d'ambito di gestione dei rifiuti;

premesso poi che:
 la citata formazione calanchiva rappresenta un fenomeno molto suggestivo dal punto di vista paesaggistico e interessante da quello naturalistico, per cui, come accade da tempo in varie parti d'Italia, sarebbe opportuno e utile da molti punti di vista valorizzarla nel senso della tutela ambientale e della promozione turistica;
 la presa di coscienza del valore paesaggistico dei calanchi e del progressivo superamento delle discariche come principale metodo di smaltimento dei rifiuti (conseguenza di una evoluta sensibilità ambientale, del progredire della tecnica e dell'evoluzione del soluzioni organizzative) rende opportuna una iniziativa idonea, non solo a impedire l'ampliamento dell'area calanchiva occupata con la discarica, ma a valorizzare tutti i calanchi con interventi di normazione e di azione per la ripresa della vegetazione spontanea, per il contenimento delle lavorazioni agrarie, per la creazione di una rete di sentieri e per altri interventi necessari alla fruizione turistico-culturale;
 la possibilità di spostare il sito per la lavorazione industriale dei rifiuti in area vicina ed idonea esiste;

considerato che:
 l'impianto industriale ivi attivo da anni rappresenta una risorsa che va utilizzata e valorizzata a beneficio della collettività;
 la comunità orvietana non intende sottrarsi ai doveri di gestione del ciclo dei rifiuti che le derivano dall'essere parte integrante della regione e della provincia di appartenenza;
 ma nel contempo, attraverso gli organi di governo comunale, intende esercitare il suo diritto-dovere ad indicare le condizioni e le soluzioni strategicamente più idonee ad affermare nelle forme istituzionalmente più corrette e trasparenti gli interessi generali del territorio, inteso questo come bene da tutelare nel presente e nella prospettiva di un futuro sostenibile;
 pertanto non può non essere perseguito l'obiettivo di un sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti che:
 si avvalga delle più moderne acquisizioni scientifiche e tecnologiche;
 si caratterizzi per il massimo grado di sicurezza e di tutela della salute, nonché per la cura delle soluzioni limitanti l'impatto ambientale;
 preveda alla sua base una raccolta differenziata spinta che consenta di sviluppare al massimo grado la lavorazione dei rifiuti fino al livello zero dell'immissione in discarica;
 preveda parimenti che il trattamento dei rifiuti sia riferito alle quantità prodotte in un ambito adeguato ma ben definito;
 preveda infine, avvalendosi delle esperienze più avanzate, italiane ed internazionali, che sia sviluppata un'adeguata attività di ricerca e di sperimentazione finalizzata a minimizzare il ricorso alla combustione e al seppellimento;
 consenta di ottenere il massimo vantaggio possibile in termini di costi di smaltimento a carico dei cittadini e in termini di possibilità occupazionali;
 sia concepito e realizzato senza neanche l'idea che il ruolo di Orvieto, all'interno dell'ATI, possa essere subordinato a quello di altri territori;

DELIBERA

di dare incarico alla Giunta comunale di:
1. impartire le opportune direttive per l'avvio del procedimento, previo accordo col Comune di Ficulle, per la variante del Piano Regolatore Generale/Parte strutturale finalizzata ad un parco intercomunale dei calanchi, conforme ai criteri indicati nella premessa ed altri che i due Comuni interessati dovessero concordare, nonché alla ridefinizione della zona destinata a impianti d'avanguardia per lo smaltimento dei rifiuti;
2. sviluppare le iniziative più idonee a raggiungere l'obiettivo di un sistema organico di gestione dei rifiuti, nell'ambito territoriale definito dal piano regionale, con le caratteristiche indicate nelle suesposte premesse e considerazioni.

Pubblicato il: 27/09/2010

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