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Galanello. Eliminare le baracche limita la deturpazione del territorio e facilita la piccola economia agricola

Il consigliere regionale chiede una legge regionale sull'esempio della Toscana. Eliminare gli abusi e consentire dignitosi annessi agricoli. Finalmente una voce che ha compreso il senso di una vecchia battaglia del nostro giornale

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Finalmente una voce che ha compreso il senso di una vecchia battaglia del nostro giornale, tesa all'eliminazione delle baracche, particolarmente presenti nel piano del Paglia, ed alla loro sostituzione con strutture regolamentate da una normativa che prevede volumi, materiali, forme. Nessun amministratore ci ha mai sostenuto, perché le scelte difficili richiedono coraggio e decidere di rimuovere privilegi illegali ma antichi non crea certanete simpatie.

"Per sostenere un'agricoltura di piccola scala, utile alla salvaguardia dell'identità rurale e contadina e allo
sviluppo di un turismo sostenibile che valorizzi il territorio e le sue vocazioni, è necessario rimuovere le eccessive restrizioni previste per la realizzazione di piccoli annessi provvisori per riporre gli attrezzi necessari alla coltivazione di modesti appezzamenti di terreno o da utilizzare come ricovero per animali". Fausto Galanello, consigliere regionale del Partito Democratico, con un'interrogazione alla Giunta sollecita un intervento della Regione per ridurre i vincoli urbanistici che gravano sugli annessi agricoli provvisori, e chiede se non si ritenga utile "convocare un tavolo di discussione tra Regione Umbria e l'Associazione dei comuni dell'Umbria per elaborare una soluzione adeguata". Galanello, a sostegno della sua proposta fa notare che una procedura simile è già stata "proficuamente avviata dalla Regione Toscana".

"Le limitazioni attuali - spiega infatti Galanello - non impediscono un proliferare confuso, con forte impatto ambientale, di strutture di vario genere e materiali che determinano un degrado di vaste aree agricole, soprattutto a ridosso delle zone urbane. Un fenomeno così forte ed ampio, soprattutto in alcune parti della nostra Regione, che non può essere affrontato solo con i divieti e la repressione sanzionatoria o addirittura penale, peraltro inefficienti come la realtà sta a dimostrare. Occorre quindi - aggiunge - una nuova regolamentazione della materia, più aperta alle necessità socio-culturali-economiche poste dalle nostre popolazioni, ma che consenta ai Comuni il controllo sulla realizzazione di questi manufatti, anche nell'ottica di un recupero ambientale delle aree compromesse". Galanello cita nell'interrogazione il testo della legge regionale della Toscana ("1/2005") ed il relativo regolamento di attuazione, dove la volumetria massima ammissibile per tali manufatti è di 40 metri quadrati e l'altezza massima di 2,5 metri. Per la legislazione della Toscana, spiega il consigliere del PD "i manufatti devono essere costituiti da elementi leggeri (preferibilmente lignei) assemblati in modo da consentire l'agevole smontaggio e rimozione, ed in nessun caso da opere murarie. Non è consentito l'uso di pavimentazione stabilmente fissate al suolo. Il manufatto dovrà essere inoltre correttamente inserito nel contesto in modo da non generare degrado ambientale o visivo. È ammessa l'installazione di un solo manufatto per ciascun fondo agricolo o unità poderale, a qualunque titolo condotti". Gli annessi, sempre secondo la normativa della Regione Toscana, hanno "un periodo di utilizzazione e mantenimento comunque non superiore ad
un anno con possibilità di ulteriori rinnovi".
"Si tratta - sottolinea Galanello - di manufatti realizzati con strutture in materiale leggero semplicemente appoggiati a terra, per le quali sono esclusivamente previste opere di ancoraggio che non comportano alcuna modificazione dello stato dei luoghi. Annessi provvisori che consentono ai piccoli agricoltori di avere un appoggio per il loro lavoro quotidiano, come una rimessa attrezzi, ma anche per la custodia di uno o più cani da caccia, di un cavallo o semplicemente per poter allevare ad uso esclusivamente familiare animali da cortile. Tutte azioni - continua - che non deturpano il territorio, ma che anzi ricordano le nostre origini e tradizioni e sostengono un'economia sana e rispettosa dell'ambiente".

Pubblicato il: 24/09/2010

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