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L'iniziazione dei ragazzi alla vita cristiana non può avvenire senza il coinvolgimento delle famiglie

Concluso il convegno pastorale della diocesi di Orvieto -Todi. Eucaristia e matrimonio un rapporto da approfondire

Si è concluso il 20 settembre il convegno pastorale della diocesi di Orvieto -Todi.

I lavori hanno avuto inizio con un momento di preghiera guidato dal vescovo mons. Giovanni Scanavino. Il canto del Veni creator Spiritus e la lettura della istituzione dell'eucaristia nell'ultima cena secondo Matteo hanno introdotto il tema del convegno "Fate questo in memoria di me". Alla mensa dell'Eucaristia, Famiglia diventa ciò che sei!.

Mons. Renzo Bonetti, presidente della Fondazione "Famiglia, dono grande" e  già direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, ha svolto una attenta e argomentata relazione sul tema "Eucaristia e famiglia" con la quale ha fatto cogliere il carattere sponsale dell'eucaristia e il rapporto vero, reale, profondo, organico che esiste con il sacramento del matrimonio.

Benedetto XVI  - ha ricordato Bonetti - in Sacramentum caritatis, n° 27, afferma che "l'Eucaristia sacramento della carità mostra un particolare rapporto con l'amore tra l'uomo e la donna uniti in matrimonio. Approfondire questo rapporto tra eucaristia e matrimonio è proprio una necessità del nostro tempo".

Il relatore ha poi sostenuto come Giovanni Paolo II abbia più volte affermato il carattere sponsale dell'eucaristia e il suo rapporto peculiare con il sacramento del matrimonio: l'eucaristia è il sacramento della nostra redenzione; è il sacramento dello sposo e della sposa. Mons. Bonetti si è poi chiesto come l'eucaristia illumini la vita di coppia e come questa a sua volta diventi alfabeto che ci aiuta a vivere l'eucaristia.

Con molta attenzione è stata ascoltata le relazioni di don Marco Bozzola, di Verona, e di una coppia collaboratrice sul tema "Famiglia, soggetto di pastorale": l' esperienza dei Gruppi famiglia di evangelizzazione. Una appassionata testimonianza su una particolare esperienza, vissuta nella loro parrocchia, che coinvolge le famiglie nella evangelizzazione di altre famiglie, tutte chiamate poi a dare testimonianza negli ambienti di lavoro e della vita di ogni giorno. In concreto, la coppia intervenuta è responsabile di una comunità famiglia di evangelizzazione e, ad oggi, nella parrocchia ci sono in tutto 14 di coppie di sposi responsabili, per mandato del parroco, e chiamate così ad edificare la Chiesa con l'accoglienza, il servizio e, appunto, l'evangelizzazione.

Un'indicazione molto chiara è emersa in questo convegno, l'iniziazione dei ragazzi alla vita cristiana non può avvenire senza il coinvolgimento delle famiglie.

La famiglia è una realtà sacramentale, primo luogo della trasmissione della fede. I gruppi di studio, pur avendo differenti argomenti da trattare, hanno tutti rilevato questo fatto. I catechisti della parrocchia sono di supporto alla famiglia. Anche se l'impresa è difficile occorre insistere, i metodi a disposizione sono molteplici. Inoltre è stato affermato che nell'odierna situazione i genitori hanno una maggiore sensibilità nei confronti dell'educazione dei loro figli, probabilmente viste le difficoltà di rapportarsi con i ragazzi che crescono e i pericoli che li circondano.

Le due Chiese occorre che camminino in parallelo, la Chiesa domestica e la Comunità parrocchiale devono vivere in simbiosi perchè la parrocchia non è altro che la famiglia delle famiglie.

Il vescovo mons. Giovanni Scanavino, nell'intervento conclusivo ha evidenziato alcuni punti essenziali. Partendo dall'importanza della preparazione al matrimonio dei fidanzati. "La formazione va fatta con maggiore tempo, e con contenuti forti ha detto mons. Scanavino, coinvolgendo i nubendi in una vera esperienza di fede. La cornice di tutto è l'Eucaristia, il Pane della Vita deve essere il centro dell'agire, Eucaristia vissuta nella S. Messa ma anche nell'Adorazione, la preghiera è fondamentale in ogni opera apostolica, specialmente nella trasmissione della fede alle nuove generazioni.

"I catechisti bisogna aiutarli, ha soggiunto il presule, con strumenti adeguati perché più che insegnanti diventino animatori. Un esempio molto efficace, ha aggiunto, è il teatro, imparare ai ragazzi a drammatizzare il Vangelo in modo particolare le grandi parabole." Infine, il Vescovo, riprendendo l'invito nato nei gruppi di studio, ha auspicato che in ogni Vicaria nasca un centro per la  formazione dei catechisti, per presentare nuovi sussidi, scambiarsi esperienze; perché il catechismo diventi vera iniziazione cristiana.

Pubblicato il: 22/09/2010

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