Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Bisogna decidersi: o la palude e il gregge o il rinnovamento

"Bisogna svoltare, altrimenti la nave finisce sulla scogliera. E mi considero fortunato di aver ritrovato te a altri amici (quelli del COVIP) che cercano di salvare la nave senza buttare a mare il capitano". A Destra e a Manca quarantasettesima puntata. Contributo di Flavio Zambelli

foto di copertina

Caro Franco,

dopo l'euforia per la vittoria di Toni Concina, la destra orvietana fece i conti. Lesse i dati del disastro finanziario e contò i consiglieri comunali. Molti furono colti dallo sconforto, dalla  rabbia e dal panico. Molti chiesero, e ancora chiedono, le dimissioni del sindaco, il commissariamento e le elezioni anticipate. La tentazione serpeggiò anche tra i consiglieri del centrodestra. Quanto a me, presi atto che la destra orvietana era ancora largamente impopolare, come dimostrava il risultato elettorale. La sua storica attività di opposizione, al di là del valore e dell'impegno delle persone, non era stata efficace nell'impedire il degrado della politica della sinistra e nel conquistare il favore popolare. Quindi sostenni che non poteva permettersi il lusso di scappare nel momento in cui l'elettorato aveva assegnato a un sindaco indipendente, proposto dal centrodestra, l'onore e l'onere di governare. Per fortuna, e ad onore di tutti i consiglieri del centrodestra, il senso del dovere e il gusto della sfida prevalsero.

Per essere fedele a quei valori ho ingoiato una buona dose di rospi e ho convinto altri a ingoiarli. Solo una volta sono stato colto da un attacco di vomito e ho lasciato l'aula consiliare per protesta: quando la destra e la sinistra si accordarono giulivamente per riconfermare i revisori dei conti che avevano avallato i bilanci fasulli e i rendiconti, anch'essi fasulli, della precedente amministrazione.

Ho quindi cercato coscienziosamente di tenere d'occhio quel che succedeva sui tre fronti che sono determinanti ai fini della tenuta dell'amministrazione e del risanamento di Orvieto: l'azione della giunta, l'attività consiliare e l'evoluzione del partito democratico. Quanto al popolo della libertà, credo che esso si rispecchi (e forse non può fare altro) nelle posizioni dell'esecutivo.

L'azione della giunta è obiettivamente condizionata dal consiglio comunale, dove la sinistra maggioritaria prende tempo con un'astensione, nei momenti cruciali, che non è benevola, ma è malevola per il sindaco e per il centrodestra. Infatti l'unica speranza di ricomporre il centrosinistra è legata al fallimento dell'amministrazione Concina. Tanto è vero che il comune di Orvieto si sta pericolosamente avvicinando al crack finanziario, cioè al momento in cui le entrate consentiranno solo il pagamento degli stipendi e il rimborso dei mutui.

Bisogna svoltare, altrimenti la nave finisce sulla scogliera. E mi considero fortunato di aver ritrovato te a altri amici (quelli del COVIP) che cercano di salvare la nave senza buttare a mare il capitano. E bisogna svoltare prima dell'impatto perché, in quel momento, i compagni che stanno da tempo "appinzando" il palo avrebbero buon gioco nel fischiare la fine del match che si sta combattendo sul ring di via Pianzola. E i sabotatori della nave si proporrebbero come salvatori, magari mettendo  al comando un sagrestanello indipendente.

L'amico Claudio Lattanzi, che non condivide queste valutazioni, ci accusa di "picconare  un settantaduenne che tenta di ridare dignità a Orvieto".

Sarà che non sono molto più giovane di Concina, ma mi viene di ricordare a Claudio che il proverbio romano "mòrono più abbacchi che pecore" vale per la Pasqua, la guerra e la politica.

Tuo Pier

 

Caro Pier,

hai fatto bene a ricordare che ci siamo decisi, anche su invito di Dante, a discutere pubblicamente dei problemi della città per contribuire a non trasformare l'anatra zoppa in un disastro irreversibile. Abbiamo lavorato intensamente, a destra e a manca, per convincere i riottosi che la strada maestra non erano il commissariamento e le elezioni anticipate subito, ma l'approvazione del bilancio, il risanamento finanziario e l'elaborazione di una strategia progettuale entro la quale collocare la soluzione dei problemi fondamentali: il bilancio, la sanità, la Piave e l'ex Ospedale, la gestione dei rifiuti, la proiezione interregionale. Ad un certo punto ci è apparso evidente che non solo non si stava camminando in questa direzione, ma stava di nuovo avanzando la 'politica paludosa', l'esatto contrario dello slancio rinnovatore di cui Orvieto ha bisogno. Abbiamo allora fondato il COVIP, il cui manifesto è talmente semplice e chiaro che può dar luogo ad equivoci solo in chi fa della dietrologia la sua scelta professionale. I dietrologi però purtroppo ci sono.

Tuttavia, fino ad una diecina di giorni fa era prevalsa la curiosità sorniona, si erano sentite qua e là battute 'vitivinicole' o giudizi tagliati sul consueto scetticismo orvietano. Le cose sono cambiate quando abbiamo deciso di dire la nostra sul bando dei parcheggi, dimostrando di perseguire quella coerenza tra il dire e il fare a cui la città non era più abituata da tempo. I giornali allora si sono accorti di noi. Ed è arrivato l'articolo di Claudio Lattanzi, il cui succo sembra essere: state facendo confusione, attenzione a non soffiare sul castello di carte, perché se tornano i cattivi è colpa vostra. Succo apparente però, che non riesce a nascondere la questione vera, che non è l'attacco a Concina. Questo non c'è perché magari siamo ingenui, ma non stupidi. Semmai c'è il contrario, cioè la volontà di dare una mano dimostrando che le divisioni fasulle si possono superare, le idee si possono liberamente manifestare, intelligenze ed energie si possono mettere al servizio non di questo o di quello, ma della comunità. Eravamo e restiamo convinti che Concina rappresenta una preziosa occasione di rinnovamento, anzi, di necessaria svolta e di riscatto, perché alla fine si possa finalmente conquistare quel livello di dialettica politica elevato e costruttivo a cui aspiriamo da troppo tempo, e la cui mancanza ha provocato i danni che sappiamo. Ma il rinnovamento bisogna farlo sul serio: lo diciamo a chi non l'ha proclamato e si guarda bene dal farlo e a chi l'ha proclamato e non lo vuole fare lo stesso.

Qual è dunque la questione vera? Caro Pier, io penso che il ragionamento di alcuni del centrodestra negli ultimi mesi potrebbe essere diventato purtroppo questo: sì, la sinistra (senza distinzioni, ovviamente) ha gravi responsabilità, ha governato male e va attaccata duramente, ma ora ci siamo noi, e poiché la situazione è incerta, per non rischiare è bene non cambiare troppo le logiche di governo; in fondo, se siamo accorti, questo può star bene a non pochi dell'altra parte. Di qui, mi pare, l'invito perentorio a stare di qua o di là, senza troppi distinguo, ragionamenti, documentate ipotesi di soluzione, discussioni sul meglio. Sulla pericolosità culturale e politica di un simile modo di ragionare ha detto parole definitive Flavio Zambelli. Io mi limito ad aggiungere che la logica dello scontro pregiudiziale sta portando alla rovina il nostro Paese e Orvieto, anche per questo tipo di logica, ci è arrivata vicina. Sarebbe altamente auspicabile che ci si fermasse e si svoltasse.

Mi auguro vivamente che Toni Concina non voglia avallare nemmeno lontanamente questo modo di ragionare. Dobbiamo dirlo con totale onestà intellettuale: se la sua azione diventerà evanescente, sarà perché avrà ancora una volta vinto la palude (e la palude non è chi dialoga e costruisce prospettive alla luce del sole, ma chi vuole lo scontro di facciata per fare la politichetta al riparo di sguardi indiscreti). Se cadrà, non sarà per le nostre proposte, documentate, disinteressate, ragionate, ma per non aver potuto o saputo contrastare la deriva distruttiva ben presente e attiva sia di qua che di là. Non si fidi degli adulatori: gli amici sono quelli che parlano con lealtà. Naturalmente so di dire cose che Concina già sa. In ogni caso io amo il motto "Amicus Plato, sed magis amica veritas" (= Platone è un caro amico, ma più di lui considero mia amica la verità).

Mi dispiace davvero che Claudio Lattanzi si sia messo su un sentiero di così plateale deformazione. Spero che si sia trattato di posizione non meditata e non di convinzione. Credo che sia perciò legittimo chiedergli se si rende conto che alimentare la logica della palude può creare danni irreversibili e che esaltare la logica del gregge può far piacere a chi vuol belare, ma rende l'aria irrespirabile e alla fine uccide sia le pecore che il pastore. Piuttosto si apra ad altre logiche e discuta anche lui con noi. Vedrà che le cose stanno in tutt'altro modo. In ogni caso non siamo tipi che si fanno intimidire da qualche maldicenza o da qualche manovretta.

Io, caro Pier, conosco bene, per averla subita, la logica di Kadar (se non sei con me, sei contro di me), ricordata appunto da Flavio. Ed è chiaro che se la usa la destra non è che con questo se ne cambia la natura e se ne migliora la qualità. Ci siamo impegnati a combatterla e credo che continueremo a farlo con i nostri amici del COVIP, che sta crescendo e in un modo davvero insperato. La politica per noi è dialogo tra diversi, elaborazione di idee e loro traduzione in proposte di governo, confronto costruttivo, prevalenza del bene comune sulle logiche di parte, coraggio di scegliere le soluzioni migliori. Non si tratta di sciocco protagonismo, si tratta di umilissimo uso della ragione. Speriamo che se ne convinca anche Claudio Lattanzi. Comunque speriamo che se ne convincano ed escano allo scoperto tutti coloro che sono stanchi della politica strillata e inconcludente, quella che si accontenta delle cure palliative e rifiuta di aggredire le radici del male.

Tuo Franco


da Flavio Zambelli

Caro direttore, caro Pier, caro Franco, avete colto perfettamente il mio pensiero espresso nell' articolo di risposta al direttore di TuttoOrvieto. In realtà credo che noi dobbiamo ringraziare Claudio Lattanzi perché ci ha offerto la possibilità di farci conoscere in maniera ancor più approfondita. A scanso di equivoci voglio affermare che la dialettica è importante, anche quella più' aspra. In questi giorni ce le siamo dette , ma Claudio Lattanzi è un amico e, dopo la prematura scomparsa del grande Giulio Ladi, resta il cronista dei quotidiani più importante e significativo del nostro territorio. Dobbiamo ringraziare anche Gianluigi Basilietti, altro erede di Giulio Ladi, per l'ottima descrizione che ha dato del COVIP su un quotidiano locale. Lattanzi ha solo commesso l'errore di farsi trascinare da quella parte della Destra più oltranzista, che non vuole il dialogo e il confronto, ma cerca lo scontro ideologico- sistematico. Avevo scritto in precedenza parole di grande conciliazione , in occasione del 25 aprile, sulla necessità di superare vecchi pregiudizi verso la Destra ; avevo sempre speso parole gratificanti, anche su questa rubrica, verso i movimenti della Destra e le persone che li compongono. E come ringraziamento ricevo in cambio indifferenza e insulti . Anche questo fa parte della logica della palude di cui parla Franco. E spero che Claudio Lattanzi non si lasci più coinvolgere in queste situazioni . In fondo combattere fa parte della mia indole, e non mi fermerò . E questa battaglia la porterò avanti insieme a voi. Non contro qualcosa, ma a favore della Città di Orvieto. Deve essere chiaro che io sono orvietano; Toni Concina è il Sindaco di Orvieto, quindi per la proprietà transitiva, Toni Concina è il mio Sindaco. Ma i veri cittadini non sono quelli sempre pronti alla sterile adulazione; un cittadino deve saper dire anche ad un suo amministratore quando sta sbagliando, ed è il caso di cambiare rotta.  Così come i veri amici non sono quelli che dicono sempre sì; ma a volte dicono no in faccia, proprio perché credono di fare il bene del loro amico. Come da voi già chiarito. Comunque, quando più di un mese fa nacque il COVIP, molti ridevano, ironizzando anche sul nome. Oggi, tutti parlano del COVIP, anche in maniera preoccupata. Vuol dire che siamo nella direzione giusta . L'ultimo in ordine di tempo e' stato un articolo uscito oggi a firma di Guido Turreni,  in cui contesta la risposta del nostro direttore a Lattanzi. Io credo che Claudio Lattanzi abbia legittimamente tolto i panni del direttore imparziale, ed ha espresso giudizi politici contro un gruppo di cittadini: il COVIP. Allo stesso modo, anche Dante Freddi, in quanto cofondatore del COVIP, ha  pieno diritto di rispondere e replicare, uscendo dal ruolo di direttore imparziale. Sarebbe assurdo teorizzare che Lattanzi può farlo e scendere nell'agone politico e Freddi invece dovrebbe starsene zitto e buono. Quindi pieno sostegno e solidarietà al direttore Dante Freddi. Concordo invece con Turreni, nella parte del suo articolo in cui contesta le scelte del PD di Orvieto, il quale, aggiungo io, pur avendo la forza numerica, non ha la forza morale  e nemmeno l'interesse a far cadere l'anatra zoppa e andare al voto anticipato. Ma al contrario preferisce mantenere questa situazione di galleggiamento. Solo che la Città di Orvieto, non può permettersi il lusso di galleggiare, perché potrebbe anche affondare. E noi, cari amici, abbiamo il diritto e il dovere di impedire che la nostra Città possa affondare .Un grande saluto a tutti voi. Viva il COVIP. Viva Orvieto.


La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla quarantasettesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.


nella foto in home, Còncina in un fuoriprogramma a ORVIETO D'AUTORE


Pubblicato il: 06/09/2010

Torna alle notizie...