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SIGNORI, IN CARROZZA! Oltre 140 anni di strada ferrata fra Chiusi e Orvieto

Da oggi in libreria il romanzo di Gianni Morcellini

Da oggi in libreria il romanzo storico di Gianni Morcellini da Fabro, già autore di "SIGNORI, IN CARROZZA! Oltre 140 anni di strada ferrata fra Chiusi e Orvieto -
Edizioni Thyrus 2006", che riscosse sia a livello locale, che nazionale un discreto successo con oltre 1200 copie vendute.

Il nuovo libro che si intitola "SULLA VIA D'ALESSADRIA" ed è Edito dal Gruppo  ALBATROS ed  ha già riscontrato il plauso di numerose istituzioni nel Paese e sarà presentato per la prima volta a Roma
la sera del 18 settembre, sulla piazza del Campidoglio alla presenza  del  sindaco di Roma, Alemanno, del capo di stato maggiore dell'esercito ed altre autorità civili, militari e religiose, all'interno del concerto per il 140 anni di ROMA CAPITALE.

"Sulla Via d'Alessandria" nasce da un'intuizione dell'autore, Gianni Morcellini, volta a denunciare quello che, a suo giudizio,  è l'assurda deriva dei valori primari nella società contemporanea.

La spinta all'esaltazione delle rivalità individuali tramite illusorie promesse d'un facile successo, l'istigazione al "mors tua vita mea", piuttosto che alla solidarietà sociale,  l'ostentazione dei lati negativi e degli atteggiamenti più "bassi" dell'individuo al solo scopo di far "rumore" e guadagnare attenzione mediatica, il lancio di messaggi diseducativi portati avanti dai mezzi di comunicazione di massa, in particolar modo dalle trasmissioni televisive più gettonate e vicine ai ragazzi degli ultimi quindici anni,  hanno condotto, in un lasso di tempo straordinariamente breve, ad un radicale mutamento dell'atteggiamento dei singoli nei confronti della società.

Se s'interroga un giovane su quali siano per lui le tre "cose" davvero importanti della vita, nella stragrande maggioranza dei casi, è probabile che ci sentiremo rispondere con lo scontato paradigma delle 3 esse. Soldi, successo, sesso.

Questo avveniva anche in passato, ma le proporzioni, di sicuro, non erano quelle di oggi e le modalità per raggiungere gli scopi prefissi, di certo, non così "disinibite".  Ogni paletto etico,  morale o religioso  che potesse frenare, arginare o semplicemente regolare questa rincorsa forsennata a delle pie illusioni, è stato abilmente  rimosso.

Come spesso accade, alle spalle di profondi mutamenti sociali, prende posto una "regia elitaria", più o meno occulta,  che si trova nelle condizioni di poter influenzare profondamente  la massa, indirizzandone le prevedibili reazioni a proprio vantaggio. Sia chiaro che non si sta parlando di potere politico, di un colore piuttosto che di un altro, o di un tipo d'imprenditoria, piuttosto che di un'altra, ma di un format che sta facendo il giro del mondo cavalcando l'onda, non sempre controllabile, delle nuove tecnologie.

Gianni Morcellini fa sua questa visione della contemporaneità  allegorizzandola e trasportandola in un'altra epoca, non molto distante nel tempo da noi, ma di sicuro diversa e per certi aspetti antitetica a quella attuale.

Egli apre il suo racconto a Roma, nel 1942,  introducendo le figure di due loschi individui (la regia occulta, se vogliamo), che tramano alle spalle della loro stessa gente (la massa,  che nel romanzo è sintetizzata nella proba figura dei Bersaglieri) facendo leva sulle debolezze d'una minoranza di questa per attuare il loro "boicottaggio" contro un popolo che combatte per la propria affermazione (la lotta dei popoli per la sopravvivenza,  come la lotta d'ognuno per la quotidianità) e che si scopre, d'improvviso, tradito al suo interno.

È l'inizio della fine dell'epoca dei "sani principi", dei valori tradizionali di Fede, amicizia, fratellanza, solidarietà, ecc.,  in favore di quello che sarà il ribaltamento dei "punti di vista maggioritari" nella società della seconda metà del XX Secolo e in quella dei primi anni del nuovo millennio.

Il messaggio dell'autore, però, non si ferma alla mera denuncia e va oltre. Quando tutto sembra concludersi nel peggiore dei modi,  un finale inaspettato ci fa intendere che i falsi valori sono destinati ad invecchiare e a perire con coloro che li hanno adottati facendoli propri, mentre quelli autentici, che sembravano ormai smarriti nell'oblio del tempo e soprafatti, sono chiamati a risorgere dalle loro ceneri e a perpetuarsi in quanto elementi primi ed indispensabili all'evoluzione della razza umana."




Pubblicato il: 06/09/2010

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