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Radio call 'scarica' il call center di Orvieto e in 15 sono senza lavoro

È il triste epilogo dell'affitto di ramo d'azienda a cui si è arrivati dopo la crisi aperta dalla maxi evasione fiscale di Acas service (luglio 2009), per i dipendenti dell'azienda che non sono stati riassorbiti da Webred (settembre 2009)

ORVIETO - Radio call "scarica" il call center di Orvieto: il servizio è stato trasferito a Messina e i 15 dipendenti superstiti (erano 27 un anno fa) da Ferragosto sono tutti a casa, in attesa che venga loro concessa, se verrà concessa, la cassa integrazione in deroga. Perché a quella straordinaria non hanno diritto. È il triste epilogo dell'affitto di ramo d'azienda a cui si è arrivati dopo la crisi aperta dalla maxi evasione fiscale di Acas service (luglio 2009), per i dipendenti dell'azienda che non sono stati riassorbiti da Webred (settembre 2009).

L'operazione ha scricchiolato sin dall'inizio. La messinese Radio Call aveva già problemi di liquidità in Sicilia e ad Orvieto ha cominciato ben presto a rimanere indietro sul pagamento degli stipendi. Ma ora la situazione è precipitata, complice l'assenza di liquidità legata ai ritardati pagamenti della Asl, a detta della proprietà, ma complice anche lo stato di "inagibilità" dei locali di Bardano, il cui tetto è infestato dai piccioni e richiederebbe un intervento di manutenzione straordinaria. In queste condizioni, è stato scontato per la società fare quello che si temeva da tempo, a dispetto dell'impegno che Radio Call, in sede di contratto, si era assunta per mantenere il servizio ad Orvieto. Il call center è stato trasferito in Sicilia per i ben noti problemi di liquidità, argomentazione che agli occhi dei dipendenti regge solo in parte visto che anche a Messina il lavoro verrà comunque svolto da qualcuno che dovrà essere pagato e per la sostanziale inagibilità dello stabile di via dei Tessitori. Problema a quanto pare non risolvibile in questa fase per le vicende legate al fallimento Acas.

Risultato: i dipendenti devono ancora percepire la quattordicesima, oltre che lo stipendio del mese di luglio e dal 16 agosto sono tutti a casa in attesa della firma sulla cassa integrazione in deroga. La cassa, secondo alcuni addetti ai lavori, potrebbe per giunta non essere così scontata. Ma questo si capirà meglio martedì prossimo, 7 settembre, quando dovrebbe tenersi l'incontro tra Regione, sindacato e Confindustria. Quando a settembre dello scorso anno si era arrivati all'accordo per salvare gli allora 27 posti di lavoro Radio Call aveva dato la "massima disponibilità per la permanenza della struttura sul territorio di Orvieto e per il mantenimento dei livelli occupazionali" garantendo il mantenimento del "personale inquadrato per tre anni (più due anni) nel contratto delle telecomunicazioni".

Sulla base di queste rassicurazioni si andò alla firma dell'affitto di ramo d'azienda. E Radio Call incamerò così la commessa di Acas per le prenotazioni della Asl numero 5 di Messina e dell'ospedale Papardo. Gli altri 104 dipendenti ex Acas che lavoravano in servizi di call center per la sanità umbra, nel frattempo, erano già stati compresi in un accordo di mobilità e Webred li ha progressivamente riassorbiti. Questo passaggio è stato sempre motivo di tensione tra i dipendenti di Bardano che hanno mal digerito la disparità di trattamento. Ma ormai questa è storia passata. Molti negli ultimi mesi hanno cercato lavoro altrove, altri adesso si trovano di fronte all'ennesima emergenza. Tutto, lo ricordiamo, è partito dalla maxi evasione fiscale per oltre 3 milioni di euro della quale la titolare di Acas, Giovanna Bernini dovrà rispondere a breve in sede penale.

Pubblicato il: 04/09/2010

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