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ORVIETO sul CORRIERE DELLA SERA di stamattina. A firma di M.l. Rodotà')

Le bancarelle mostro con Totti e «I love Italy» nella piazza di Orvieto

Rigiriamo ai nostri lettori questo articolo pubblicato stamattina sul Corriere della Sera. Siamo totalmente d'accordo con il giornalista, condividiamo, ci preoccupiamo, raccogliamo l'appello e lo rilanciamo.   

CORRIERE DELLA SERA DEL 28-08-2010 (M.l. RODOTA')

Tipi d' estate

Le bancarelle mostro con Totti e «I love Italy» nella piazza di Orvieto

t's, like, soo tacky!». Ma tacky de che. Burina cioè tacky sarai tu, buzzicona di un' americana del Kansas City. Come ti permetti di definire «tacky» una delle piazze più belle, vivibili e ben tenute del pianeta. Adesso io, Moriconi Nanda romana parzialmente installata a Orvieto, te ne dico quattro. Anzi no. L' americana del Kansas City (forse non lo è, sto solo citando «Un Americano a Roma») ha ragione. Quella distratta sono io, che attraverso la piazza in stato di trance pregustando il cono pinoli e pistacchio della gelateria Pasqualetti. Per dissonanza cognitiva campanilistica non avevo ancora notato il nuovo negozio con vasta e trucidissima esposizione esterna di magliette di Totti. E di Ibra, e di Snejder, e della Spagna campione, e «I love Italy». Non sembra un gran gesto di amore per l' Italia, consentire nella altrimenti armoniosa piazza del Duomo un bancarellame da marciapiede dello stadio. Sarebbe come tenere nel proprio bel soggiorno un cassonetto decorato con poster di svendite. Nessuno lo farebbe; molti tra quelli che non lo farebbero mi diranno «evabbè, che vuoi che sia, i commercianti devono pure vendere». Evabbè, ma per favorire le vendite di un commerciante si imbruttisce un luogo che non solo è patrimonio dell' umanità; porta turisti e reddito a tutta una comunità. Al terzo, quarto, quinto negozio con ostensione esterna di magliette di Totti, i visitatori lo troveranno meno bello. E la prossima volta andranno, per dire, in Francia, dove in paesini appena graziosi a metter su bancarelle truzze non ci provano nemmeno. Intanto, gli italiani continueranno ad assuefarsi all' imbruttimento progressivo; e non gli farà/non ci farà bene. E scusate l' apparente personalismo di questa ultima rubrica. Non è (solo) uno sfogo. È un (patetico) appello. A prendersi a cuore i propri luoghi del cuore. A difenderli a costo di passare per rompiballe, a farsi venire idee perché vengano valorizzati e prosperino in modo sostenibile. Esistono, a questo scopo, comitati di cittadini invisi a ogni genere di partiti, gruppi di agricoltori, viticoltori, restauratori, ristoratori; e magistrati attenti che tentano di bloccare ecomostri. E ci sono tanti cittadini che avrebbero parecchio da dire. Se lo facessero, i pusher di colate cementizie e burinate varie avrebbero vita più difficile. Se lo facessimo, anche in vacanza, saremmo più contenti di noi stessi. Intanto buon autunno, se potete.

Pubblicato il: 28/08/2010

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