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Gnagnarini. Annullate quel bando di gara dei parcheggi. E' un regalo che non possaimo permetterci

Stiamo rinunciando nei quindici anni previsti dalla concessione a un valore pari a 33.750.000 di euro compensati solo per 6.800.000 dai canoni previsti. Si pone un enorme punto interrogativo sulla efficienza della Giunta

foto di copertina

di Massimo Gnagnarini
con nota di Dante Freddi

Nota di Dante Freddi- Massimo Gnagnarini ha lanciato nello stagno della politica amministrativa orvietana un sasso grosso e spigoloso. La questione dei parcheggi, e più in generale della viabilità, è tema prioritario per il bilancio e per la vita quotidiana della città.
 I numeri che offre Gnagnarini nel suo documentato intervento non potranno venire ignorati, perché si appoggiano sul buonsenso e su una documentazione che, abbiamo verificato,  è robusta e chiara. Potremmo correre il rischio di perdere  decine di milioni di euro perché spinti dalla necessità di chiudere il bilancio 2010, pregiudicando così entrate importanti per il futuro. La proposta che lancia l'esponente UDC prevede anche una soluzione alternativa e tecnicamente possibile per provvedere alla definizione del bilancio, senza rischi per l'Ammnistrazione Còncina di dovere chiudere i battenti, ma certamente pone un enorme punto interrogativo sulla sua efficienza.
La vendita dei 310 parcheggi a via Roma ed a Foro boario non potrà andare bene, perché contestualmente non si è provveduto alla "liberazione" della città dalla sosta selvaggia in ogni anfratto libero.  Non si è scelto e temo che ne pagheremo le conseguenze, perché sarebbe illogico il contrario. La sosta a pagamento dei bus turistici vale decine di migliaia di euro all'anno, vige in tutte le città, ma disturba e quindi la Giunta ha deciso che è tutto gratis. La questione della "svista" che ha provato invece a far pagare i pendolari al parcheggio della stazione è anch'essa emblematica di una necessità immediata: il meccanismo amministrativo va registrato a tutti i livelli.
Ora tocca ai consiglieri comunali informarsi, valutare e decidere. Ma dovranno anche spiegare un eventuale "no" alla proposta Gnagnarini.

 

 di Massimo Gnagnarini

Capita che, sotto la pressione di quadrare un bilancio disastrato qual è quello ereditato dall'Amministrazione Concina, si facciano scelte e si prendano provvedimenti per tamponare la situazione del momento, ma che poi sono destinate ad aggravare ancor di più i guai finanziari del Comune di Orvieto nel medio e lungo periodo.

E' il caso della concessione dei parcheggi prevista dalla gara d'asta fissata per il  15 settembre prossimo.

Suggerisco di annullare il bando in questione e nel contempo propongo di lasciare invariata la previsione della posta in entrata prevista per il 2010 ricorrendo, già in occasione della verifica di fine settembre,  alla cartolarizzazione bancaria (Si veda lo schema di soluzione riportato in basso ) degli incassi futuri relativi  a  una minima parte dei posti parcheggio disponibili. Nel contempo si adotti un Piano per la gestione diretta  del Comune per l'intero comparto parcheggi e mobilità.

 

I difetti del bando:

1)      Non sono state reperite le statistiche aggiornate sul numero di autoveicoli che circolano e parcheggiano in città. Tale dato è fondamentale per stimare i ricavi e stabilire la base d'asta .

2)      Per i parcheggi coperti il conto è stato fatto sulla base dei rendiconti annuali forniti dall'A.T.C. Spa,  gestore del Campo della Fiera , società che avendo  già manifestato il proprio interesse per la nuova gara ha perso il requisito di terzietà come fornitore di dati esclusivi per il calcolo della base d'asta. In effetti la previsione del 10% di occupazione media dei parcheggi fornita dall'azienda si discosta enormemente  dal 30% che risulta essere lo standard per analoghe strutture e di quelle di superficie. Standard che, invece, è  correttamente indicato nella stessa relazione tecnica curata dagli uffici comunali competenti per la parte concernente l'ipotesi di ampliamento e gestione di nuovi parcheggi in aggiunta a quelli esistenti.

3)      Per avere un'idea della redditività complessiva occorre dunque moltiplicare 1800 posti per 4,5 ore per 360 giorni alla tariffa di 1 euro che fanno circa 3.000.000 all'anno. Sottraendo  750.000 euro di costi, così come documentato nella stessa relazione tecnica e che risulterebbero ulteriormente abbattibili con l'utilizzo di figure professionali presenti o da formare tra i dipendenti del Comune,  nell'ipotesi di gestione diretta otteniamo una redditività annua media di euro 2.250.000 che moltiplicato per i 15 anni, durata della concessione, fanno 33.750.000 euro che è molto di più del trasferimento  nelle casse del Comune dei canoni previsti dalla concessione che ammontano ad appena 6.800.000 euro. Proventi, questi ultimi, che ad una più attenta analisi non appaiono neanche sufficienti a coprire gli oneri passivi degli investimenti effettuati per la realizzazione dei parcheggi e per le manutenzioni straordinarie che nei prossimi anni sarà inevitabile dover affrontare.

4)      La base d'asta della concessione prevede il pagamento di 2.800.000 euro il primo anno, di 500.000 euro per il secondo e terzo anno, mentre dal quarto anno in poi è previsto che  il Comune percepisca un minimo di euro 250.000 oppure, in alternativa, una percentuale sugli incassi. Qui non solo non si ha una corretta indicazione della stima dei tassi di occupazione media dei parcheggi, ma addirittura neanche la misura della percentuale sugli incassi da girare al Comune viene specificata.

I soldi che sono in gioco

 

 Nell'ipotesi di gestione diretta basata su un serio controllo delle soste per ridurre l' abusivismo nei parcheggi di superficie e basandosi su dati previsionali che tengano conto dei risultati di gestione di altre città umbre e più in generale di altre città d'arte,  applicando un corretto indice di occupazione delle aree di sosta , le tariffe differenziate e detratti i costi si può calcolare una redditività costante per il Comune di 2.250.000 euro annui.. ( Si veda la figura posta in secondo piano sul grafico).

Concedere a ditte esterne la gestione dei parcheggi ai valori indicati dalla base d'asta del bando significherebbe rinunciare nei quindici anni a un valore pari a 33.750.000 di euro compensati solo per 6.800.000 dai canoni previsti ( si veda la figura posta in primo piano sul grafico)

Si determinerebbe una perdita di 27.000.000 di euro che si potrebbe configurare come un altrettanto danno erariale qualora fosse rilevato tale dalla Corte dei Conti.

Dal punto di vista tecnico finanziario la concessione che si intende assegnare contiene aspetti che possono essere annoverati tra quelli propri dei derivati finanziari: vi si possono riconoscere, infatti, sia il front-up iniziale o prestito iniziale rappresentato dal macrocanone, sia la scommessa sulla percentuale degli incassi futuri lasciata indeterminata e quindi persa in partenza.

Se dunque si esamina l'operazione sotto questo profilo lo svantaggio economico per il Comune di Orvieto è fin troppo palese. Facendo un parallelo con un altro pessimo affare, quello dello Swap con la  RBS concluso nel 2007 (Mark to Market e rate per 9 Ml di euro di perdite),  la quantificazione del danno sarebbe, in questo caso,  perfino di tre volte superiore.

In conclusione ho più volte affermato e in molte occasioni tentato di convincere come, a mio modesto avviso, il risanamento finanziario dell'ente passi anche attraverso una virtuosa riappropriazione della gestione economica di servizi e assett della nostra città ridisegnando l'impiego delle  risorse umane proprie di cui il Comune è peraltro in sovrannumero.

Questo bando di gara per la concessione dei parcheggi a pagamento va nella direzione opposta e priva la parte strutturale del bilancio di uno dei pochi pilastri fondamentali e ancora disponibili per il suo riequilibrio.

Lo schema risolutivo che segue si esplicita da solo e consente di non compromettere i vantaggi economici che il Comune può e deve trarre anche negli anni futuri dai propri parcheggi e dalle area di sosta a pagamento.

Viene altresì a salvaguardarsi anche la posta di 2.800.000 euro di entrate iscritta nel bilancio di previsione 2010 e dunque, in definitiva, non vedo altra ragione per non procedere nella direzione qui indicata.

La soluzione

In conclusione e più in generale il ricorso a forme di cartolarizzazione sia degli immobili che dei servizi a pagamento costituisce una strada seria e fattibile che il Comune di Orvieto dovrebbe seguire anche per lo smobilizzo di altri dossier che giacciono sul tavolo dell' Amministrazione come la Caserma, l'ex Ospedale S.M. Della Stella, lo stesso ex Mattatoio di Bardano la cui gara per la vendita è recentemente andata deserta e nondimeno di quei 310 posti parcheggio riservati per la concessione a privati cittadini e i cui proventi dovrebbero coprire parte del disavanzo del bilancio 2009.

Pubblicato il: 25/08/2010

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