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Gli orvietani alla Piave vogliono negozi e outlet

Questo risulta da una sezione dell'indagine commissionata da Parretti. Sembra che per gli intervistati lo sviluppo economico sia legato ad attività commerciali, contro tutte le indicazioni espresse da tutti in tutte le occasioni di dibattito

Cronaca

Nell'indagine di mercato commissionata da Giancarlo Parretti ed eseguita su un campione di 500 persone attraverso intervista telefonica ad Orvieto e frazioni, emergono dati interessanti.

Al di là che è innominata la società che ha eseguito l'indagine, ed è discerzione comprensibile, e al di là delle domande che riguardano Parretti, mi sembra significativa ed emblematica del tono della ricerca la sezione relativa alla domanda "A suo giudizio quale sarebbe il miglior modo per utilizzare gli spazi della caserma Piave?".

Questi i risultati:

-Qualcosa che porti occupazione e sviluppo economico l'89% (l'11% non vuole lì qualcosa che porti occupazione e sviluppo economico, quindi, presupponiamo, verde pubblico, senza contare il lavoro dei manutentori)

- Attività commerciali il 63%

-Un centro commerciale il 32%

-Un outlet il 17% (dicesi outlet uno spaccio aziendale in cui è possibile trovare produzioni a prezzi ultraconvenienti. Sono davvero curioso di sapere a cosa pensasse quel 17% quando ha deciso che lì avrebbe voluto proprio un outlet, un enorme outlet, il paradiso dei prezzi bassi)

-Università il 12%

-Museo l'8%

-Centro culturale il 3%

-Un casinò 2%

-Non so 8%

-Altro 6%

La nota a piè di pagina ci avverte che ogni intervistato ha dato più di una risposta e che il 40%, tanto per non essere generici, ha specificato alcune delle destinazioni suggerite. L'analista deduce quindi: "È chiaro che la destinazione preferita per la caserma Piave è quella che lega il luogo non tanto ad un'operazione d'immagine o culturale ma ad un progetto più concreto legato allo sviluppo economico dell'area e al conseguente beneficio occupazionale".

Per l'analista, quindi, è scontato che cultura ed immagine non siano volani economici, ma accessori improduttivi non concreti.

È evidente che gli intervistati di Parretti hanno poche idee, alquanto confuse e vivono in un'altra Orvieto, in quanto vogliono sviluppo economico ed occupazionale, considerazione questa di una ovvietà sconvolgente, e legano l'aspirazione alla creazione di un centro commerciale o di un outlet o comunque ad attività commerciali, in totale controtendenza rispetto alla volontà delle centinaia di commercianti cittadini e della volontà espressa da tutti in tutte le occasioni partecipative.

Se tanto mi dà tanto, evviva quell'8% che ha risposto con chiarezza "non so".

Pubblicato il: 05/11/2003

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