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Minacce e lintimidazioni ricevute dai candidati sindaci e anche tre tentate estorsioni. Nei guai un imprenditore fabrese

Ci sarebbe stata la mano di un imprenditore fabrese di 44 anni dietro dietro le intimidazioni che inquinarono la campagna elettorale dello scorso anno. La stessa persona avrebbe compiuto anche tre tentate estorsioni ai danni di privati cittadini

ORVIETO - Ci sarebbe stata la mano di un imprenditore fabrese di 44 anni dietro le minacce e le intimidazioni ricevute dai candidati sindaci del paese dell'Alto Orvietano a maggio dello scorso anno. Ma c'è di più. Non contento, l'anonimo estensore - e questa è notizia che si è appresa soltanto ieri - ci avrebbe preso gusto, con tre tentate estorsioni attraverso altrettante lettere anonime indirizzate ad un commerciante, un pensionato ed un piccolo imprenditore, tutti di Fabro. L'uomo - P.D. le iniziali - identificato tramite una serie di perizie grafiche, è stato ora denunciato per tentata estorsione, minacce aggravata e violenza privata. I fatti che avvelenarono non poco la campagna elettorale nel paese dell'Alto orvietano sono di circa un anno fa. I carabinieri di Fabro alla vista delle lettere avevano subito pensato all'individuo in questione e i successivi riscontri delle perizie grafiche hanno dato loro ragione. Piccolo imprenditore, personaggio conosciuto, separato dalla moglie, è stato incastrato da alcuni sui vecchi scritti di cui i carabinieri sono entrati in possesso nell'ambito delle indagini. La successiva perizia grafica non ha lasciato spazio a dubbi attribuendo quelle scritte in stampatello, un po' sgrammaticate, alla penna del quarantaquattrenne. Nello specifico si tratterebbe delle due lettere inviate all'attuale, all'epoca aspirante, sindaco di Fabro Maurizio Terzino (Pd) e con ogni probabilità anche della lettera inviata al candidato Giancarlo Fucili (Socialisti), per la quale pero i carabinieri non avrebbero proceduto perché non avrebbero ravvisato reato. Terzino, nella missiva anonima, era stato "invitato" a ritirare la candidatura e a tornarsene a scuola ad insegnare, per evitare che venisse fatto del male alla sua famiglia. La lettera a Fucili, invece, recapitata sulla porta del negozio della moglie, sarebbe stata più che altro un tentativo di irretire il candidato per sottometterlo a determinati interessi e volontà. Ma la vera novità che ha portato i carabinieri a prolungare le indagini per così tanto tempo sono le successive tentate estorsioni perpetrate, in toni a tratti preoccupanti, ai danni di tre cittadini fabresi. In prima battuta l'uomo, sempre tramite una lettera anonima, avrebbe chiesto ad un commerciante 6mila euro in tre tranche uguali tra Natale, Capodanno e Pasqua. La richiesta era apparsa poco più che ridicola tanto alla vittima presa di mira, quanto ai carabinieri. Se non fosse che a questa lettera iniziale sono seguite poi altre due dal tono decisamente più preoccupante. In questi casi - vittime un pensionato ed un imprenditore - l'estorsore dettava modalità di consegna del denaro tipiche della criminalità organizzata: lasciare i soldi - 3mila euro - in un determinato posto ad una determinata ora, il tutto ovviamente senza avvisare le forze dell'ordine. Sullo sfondo la minaccia che sarebbe stato fatto del male alle famiglie dei diretti interessati. A questo punto i carabinieri hanno automaticamente fatto scattare il protocollo per questo genere di reati, con appostamenti, controlli, servizi diurni e notturni. Il quarantaquattrenne, però, non si sarebbe mai fatto vedere nei luoghi indicati nelle lettere per la consegna del denaro, né le vittime prese di mira avrebbero tirato fuori un euro. Alla fine sono stati cruciali vecchi scritti recuperati dai carabinieri per incastrarlo. Fin dalla prima ora, come detto, i sospetti erano ricaduti sul quarantaquattrenne. E questo grazie alla profonda conoscenza degli ambienti locali che molto spesso solo i militari diffusi in maniera capillare sul territorio riescono ad avere.

Pubblicato il: 20/08/2010

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