I pendolari in Parlamento
Interrogazione anche del senatore Angius, eletto ad Orvieto, sulla condizione dei pendolari orvietani. Sempre maggiore attenzione per i loro problemi
Società
Continua a cascata l'interesse intorno ai pendolari dell'Orvietano e, ultima in ordine di tempo, l'interrogazione presentata dal senatore Angius, eletto nel nostro collegio elettorale, insieme ai senatori Di Girolamo e Brutti.
Il tema dei disagi imposti da Trenitalia ai pendolari è ormai all'attenzione del Parlamento, anche per l'iniziativa parellela di Maura Cossutta alla Camera, per cui è possibile che il tema venga affrontato con l'impegno che richiede la pesantezza dei disagi di tante persone.
Il testo dell'"Interrogazione urgente con risposta orale" presentato dai senatori Angius, Brutti, Di Girolamo.
Al ministro dei Trasporti
Premesso:
che il Consiglio comunale di Orvieto ha approvato all'unanimità il 22 ottobre scorso un ordine del giorno che impegna il municipio ad assumere con urgenza iniziative finalizzate alla soluzione, da parte della società Trenitalia Spa, del grave problema del trasporto ferroviario nella località umbra;
che il fenomeno del pendolarismo professionale e studentesco è a Orvieto particolarmente rilevante. Nella sola città sono circa 800 gli abbonamenti mensili al servizio ferroviario. La località è inoltre una città d'arte, meta turistica di eccellenza;
che l'orario ferroviario vigente penalizza in modo spesso insopportabile i lavoratori pendolari, costringendoli a rinegoziare, laddove possibile, l'orario contrattuale con i datori di lavoro. Analogo destino subiscono gli studenti universitari. Attualmente, infatti, nella fascia oraria della mattina non vi sono treni intorno alle 7.00, orario considerato da sempre di maggiore utenza per i pendolari. Gli unici treni utilizzabili dalle persone che si recano al lavoro o all'Università sono quello delle 6.08 (interregionale Chiusi-Roma Termini) e quello delle 7.33 (Intercity Firenze-Roma), che però arriva spesso troppo tardi nella Capitale. Analoga situazione si riscontra per il ritorno Roma-Orvieto;
che l'orario ferroviario che entrerà in vigore dal 14 dicembre 2003 rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Esso prevede, infatti, nella mattinata, l'aggiunta di un treno in partenza da Orvieto alle 6.20, che non risolve dunque il problema dei pendolari; per il rientro la soppressione dell'Intercity della 16.10 e l'anticipazione alle 17.46 dell'Intercity attualmente in partenza alle 17.59, con la conseguenza che l'unico treno utile per il ritorno diventa quello delle 18.47, il quale è spesso in ulteriore ritardo. Il rientro da Roma verso Orvieto sarà infatti penalizzato dall'uso di treni Intercity prevalentemente provenienti dal Sud e soggetti a ripetuti e frequenti ritardi (IC delle 14.47 proveniente da Napoli; IC delle 16.43 proveniente da Reggio Calabria; IC delle 18.43 proveniente da Napoli);
Considerato:
che gli interventi all'orario suddescritti denotano l'intenzione di declassare ulteriormente la stazione di Orvieto, con la soppressione delle biglietterie e degli altri servizi per i viaggiatori;
che tale situazione compromette ormai in modo determinate la vita delle persone che vivono ad Orvieto e dintorni e sono costrette a spostarsi ogni giorno per motivi di lavoro e di studio.
Si chiede di sapere:
se è a conoscenza dei fatti descritti;
se non intenda intervenire per garantire un servizio, quello del trasporto ferroviario, indispensabile per la sopravvivenza della comunità orvietana e per garantire il necessario collegamento della Capitale a questa città d'arte dell'Umbria;
se non intenda recepire in modo positivo le legittime istanze e preoccupazioni unanimi del Consiglio comunale di Orvieto.
Pubblicato il: 04/11/2003