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PdL. Il partito che non c'è

di Dante Freddi Una gestione apicale lontana dal territorio e dalla gente

foto di copertina

Ma dove è il PdL orvietano, da chi è costituito, chi sono gli attivisti nostrani del Presidente, insomma dov'è il popolo della libertà?

Mentre nel PD si avvicina la fase congressuale e si addensano discussioni su temi, strategie e leader che dovrebbero condurre il partito contro il centrodestra, qui ad Orvieto tiene banco soprattutto la fluida situazione amministrativa e la giustizia contabile, che ha dato una robusta scrollata a tutta la sinistra ex governativa. 
La città si trova in un cul de sac  tenuto stretto dal buonsenso e dalla convenienza di tutti.
In questo sac, seppure angusto, la sinistra per ora sta meglio che a dovere gestire le rogne di un Comune amministrativamente allo stremo, in una condizione ancor più aggravata dalla legge finanziaria, in una fase di penoso passaggio tra una classe dirigente appassita ed una nuova che stenta a germogliare.
Per la destra, poi, le elezioni amministrative potrebbero voler dire il ritorno a qualche altro decennio di opposizione, quindi meglio non rischiare.
La gracile contingenza e la pressione delle scelte future richiedono però urgentemente la presenza di partiti che siano interlocutori tra loro cedibili, che siano in grado ciascuno di essere  sponda degli altri .

Le difficoltà in cui si agita il Pd sono alla luce del sole, le diverse "anime" si vedono, fanno iscritti, si preparano alla conta. Sembra che ad Orvieto i piddiini iscritti siano ben più di mille, forse vicino ai duemila, tra ex margheriti con ascendente polliano o breghiano ed ex diesse di simpatie galanelliane o trappoliniane o, addirittura, epigoni di Capoccia  e via così.

Il PdL è invece un'entità impercettibile, un ectoplasma, e non soltanto ad Orvieto e nell'Orvietano.
I maligni del centrodestra dicono che il partito orvietano di Berlusconi conti soltanto qualche decina tra associati ed aderenti. Poiché è possibile l'adesione anche attraverso internet, praticamente il controllo ce l'ha soltanto chi è dall'altra parte della rete. Il popolo della Libertà non è libero di nulla, non vota e non decide, non sa neppure chi siano gli altri popolani.
Ho tentato di capire da alcuni dirigenti del PdL come avvengono i processi decisionali, dato che da tempo si parla dell'elezione, pardon, nomina, dei nuovi  quadri orvietani. Sembra che tutto sia in mano del coordinatore provinciale Alfredo De Sio e di tal Enrico Masciarri, suo vice.
Antonio Barberani, ex capo di Forza Italia e oggi responsabile del PdL cittadino intende occuparsi d'altro e chi lo sostituirà non si sa, né quando e come.
"Per disciplina statutaria -mi dicono-  viene indetta l'assemblea, che elegge il coordinatore oltre alla maggioranza dei membri del coordinamento comunale, che poi a loro volta nominano altri componenti attribuendo le singole cariche". Però da chi sia composta l'assemblea dei soci, quanti e chi siano non è dato saperlo, la "realtà" è certificata da Roma e quella vale. "I coordinatori sono di nomina apicale (Roma/Regionale/Provinciale)- mi racconta un dirigente deluso-; non credo ci sarà mai un congresso serio, oltretutto il PDL (e l'intero quadro politico), mi sembra, per fortuna, in liquidazione. Finalmente ci si potrà riaggregare tenendo conto delle famiglie politiche ed affinità culturali!".
Giorni fa, in un bell'articolo, Leonardo Riscaldati suggeriva al PdL di ispirarsi ad una visione "elettore-centrica". "È necessario-diceva- aprirsi verso l'esterno. È necessario dialogare, prestare attenzione, ascoltare, fare, e comunicare quello che si è fatto come risposta ai bisogni manifestati. E via di nuovo dall'inizio". Non so chi avesse presente Riscaldati mentre scriveva, che cosa alimentasse la speranza che aveva fatto nascere il suo ragionamento, i volti in cui incarnasse il nuovo che avanza nella destra. La volontà di selezionare una classe dirigente rinnovata ed autorevole non sembra particolarmente vigorosa in quegli ambienti, anzi.
Nel sito ternano del partito spicca un banner dove si annuncia la ricerca di italiani capaci, coraggiosi, onesti etc. E' la campagna adesioni 2009-2010, la campagna iscrizioni, quella con cui si convincono semplici cittadini a divenire attivisti. Non sembra però che sia molto vivo l'interesse per la comunicazione, il bisogno di far sapere e di stabilire un feedback . Il sito ha le news ferme a febbraio, gli eventi a Natale, alcune pagine sono in costruzione.
Lo spirito che anima più generalmente il PdL, non so se condiviso o semplicemente  subìto, è espresso nello sconcertante passo di un articolo firmato dalla redazione de "Il Giornale" della settimana scorsa: "La pattuglia di agitatori vicina al «cognato» di Giancarlo Tulliani anche ieri ha snocciolato il solito rosario di accuse rasentando anche la via della denigrazione del presidente del Consiglio, colui che ha permesso, con l'accettazione delle candidature, che tutta questa combriccola sedesse in Parlamento" (Il Giornale- di redazione- 12 agosto).
 Quindi i deputati non d'accordo con il Capo sono soltanto degli spregevoli ingrati.

Questa condizione organizzativa apicale del PdL comporta delle conseguenze politiche anche qui ad Orvieto e nell'Orvietano. Quando parliamo della necessità di un rapporto costruttivo tra i partiti per risanare la città, del bisogno di andare oltre e chiediamo loro di confrontarsi con serenità e individuare soluzioni e azioni, se nel Pd risponde un insieme scivoloso, nel PdL non risponde nessuno, perché manca il popolo e anche i dirigenti, c'è soltanto gente " incazzata con la vecchia sinistra e dirigenti della destra post fascista-forzista che rispondono per se stessi. Poiché ci sembra eccessivo invocare la benedizione di Berlusconi, l'Apice, per sostenere Còncina nelle azioni che dovrà svolgere nei prossimi mesi, dalla quadra di tutti i conti fino alla Piave, tanto per portare le punte estreme di una densa linea di scelte da effettuare, e troppo poco coinvolgere il vicecoordinatore tal Masciarri, con chi dovranno discutere i dirigenti degli altri partiti, quelli che almeno si fanno eleggere?

In questo contesto tragico diventa seria e necessaria e auspicabile anche una "cosa" messa in piedi da una decina di amici che si trovano e parlano, discutono e propongono.

La home è ferma a febbraio, le news a Natale


Pubblicato il: 16/08/2010

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