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Audizione in Regioni di grandi aziende umbre.Fotovoltaico e biologico tradizionale con il vento in poppa. Ma servono migliori servizi da parte della pubblica amministrazione

Le aziende per dispiegare tutto il loro potenziale produttivo chiedono risposte più veloci della pubblica amministrazione, normative semplici e certezza sull'esito finale dei progetti da presentare

In Umbria accanto agli evidenti effetti  della crisi economica ci sono anche alcuni settori in forte, fortissima
crescita che promettono occupazione certa, buoni stipendi e prospettive sicure. Ma per dispiegare tutto il loro potenziale produttivo chiedono risposte più veloci della pubblica amministrazione, normative semplici e certezza sull'esito finale dei progetti da presentare. Si chiamano: fotovoltaico, che è già in pieno boom; energie rinnovabili da biomasse, presto in dirittura d'arrivo assieme all'eolico; produzioni biologiche
tipiche, quelle di qualità accertata e  certificata come gli antichi cereali coltivati per intero nelle aree più marginali ed incontaminate della verde Umbria, sempre più apprezzate all'estero. Anche dalla grande
distribuzione alimentare arrivano segnali di crescita. E tutti avanzano una identica richiesta: meno burocrazia e tempi più brevi per le pratiche di chi vuol investire in periodo di crisi.
L'ultima audizione prima della pausa estiva della II Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni (Pd), vicepresidente Maria Rosi (Pdl), con l'ascolto  di quattro grandi
aziende umbre, ha dato queste indicazioni, preziose in vista della annunciata sessione straordinaria dell'Assemblea di Palazzo Cesaroni sui temi della crisi che si terrà a settembre.

All'incontro,  presenti anche i commissari  Smacchi (Pd), Goracci (Prc), Lignani Marchesani (Pdl), Barberini (Pd), hanno partecipato: il Gruppo alimentare Abbondanza Srl (venti supermercati fra Umbria, Marche e Toscana) rappresentato da Lorenzo Camilletti vice presidente; la Tetra Engineering di Perugia che fa impianti fotovoltaici un po' in tutta Italia, intervenuta con Mauro Calzola, Matteo Minelli ed Emanuele Timi; la Coop Centro Italia, con grandi punti vendita in Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo, con il presidente Giorgio Raggi e la Agribosco Srl di Sigillo, presente con il titolare Pietro Cinti Presciutti e il figlio Marzio.

In sintesi le indicazioni più interessanti portate sul tavolo della II Commissione.Gruppo alimentare Abbondanza: "Per i prossimi anni prevediamo investimenti notevoli con apertura di altri 5 supermercati e 3 superstore; abbiamo già 800 dipendenti, stiamo dando molta fiducia ai giovani a tutti i livelli; ci serve urgentemente un grande magazzino per la logistica nell'area di Città di Castello, in prossimità dello svincolo, per 10 ettari di superficie. Chiediamo di snellire e ridurre i tempi delle pratiche burocratiche: ad esempio a Terni, nonostante la buona volontà di tutti, è fermo da quattro anni un investimento per due milioni di euro; gli enti di Toscana e Marche sono più veloci".
Tetra Engineering: "Siamo sommersi da richieste di impianti fotovoltaici con 20 persone che fanno solo progettazione. Assumiamo in media una persona al giorno con contratti legati ai singoli cantieri, ma con stipendi buonissimi, fino a 2.500 euro mensili. Aiutateci a semplificare le procedure, ad abbattere i cavilli, ridurre i tempi di attesa dei vari enti, responsabilizzare i dirigenti: un anno fa abbiamo dovuto piantonare il titolare del provvedimento per avere da un comune una Dia (dichiarazione di inizio attività). La politica rifletta sul fatto che il futuro della economia non è più sul mattone, ma sull'energia da fonti rinnovabili, oggi il fotovoltaico, domani il metano da biomasse agricole e l'eolico. La green economy già ora offre un domani certo e garantito".
Coop CentroItalia: "In Umbria la competizione è enorme: qui ci sono più supermercati che nel resto d'Italia, ma si continua a decidere nuove autorizzazioni sulla base di interessi edilizi immobiliari o di aree da recuperare. La politica dica chiaramente se vuole o no ulteriori grandi superfici commerciali. La crisi non è finita, lo dimostrano gli acquisti di prodotti di qualità più bassa. Ma è prevedibile un cambiamento radicale
degli stili di vita: non si tornerà più ai consumi degli anni passati. Il mercato va comunque bene per i prodotti alimentari umbri di eccellenza (olio e vino in primis). Come azienda abbiamo ridotto il lavoro precario dal 10 al 3 per cento e non risentiamo dei problemi del credito, perché dai soci abbiamo raccolto 800 milioni di euro e disponiamo di un fondo nazionale di 600 milioni per investimenti".
Agribosco Srl: "Siamo nati 20 anni fa puntando sulla riproposizione di prodotti tipici dimenticati come i cereali antichi, il Farro, la Spelta il Triticum. Oggi commercializziamo in tutto il mondo le produzioni rigorosamente certificate e garantite di 120 aziende agricole, 60 delle quali umbre dell'area appenninica fino alla Valnerina, per un fatturato 2009 di 6 milioni di euro. Il mercato è così in crescita che ci
servirebbero altri 400 ettari coltivati a biologico per introdurre nuovi prodotti riscoperti; ma avrebbero grande spazio anche  legumi e fagioli tradizionali, così dimenticati che in Italia non ci sono più macchine per raccoglierli. Ci serve anche di realizzare nell'area appenninica umbra un pastificio (investimento presumibile 3 milioni di euro) che lavori esclusivamente per noi, perché il rigore e l'attenzione con cui ci seguono
dall'estero, sopratutto dagli Usa, fa si che ormai il biologico italiano si identifichi esclusivamente con le aree collinari di Umbria, Toscana, Marche ed alto Lazio: troppe sono state le truffe messe in atto da operatori senza scrupoli che commercializzavano ad esempio lenticchie
della Turchia".

Pubblicato il: 08/08/2010

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