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Discarica. Siamo cittadini arrabbiati

di Pier Luigi Leoni La discarica incombe sulle teste, sui polmoni, sulle viscere e sulle tasche di tutti gli orvietani. Gli ambientalisti fanno il loro mestiere. Gli amministratori facciano il loro

foto di copertina

Per essere preoccupati e arrabbiati non c'è bisogno di essere ambientalisti. Basta essere orvietani. Infatti la discarica incombe sulle teste, sui polmoni, sulle viscere e sulle tasche di tutti gli orvietani. Riassumo alcuni dei motivi per cui dobbiamo essere arrabbiati:

-          il territorio orvietano ha ingoiato milioni di metri cubi di rifiuti provenienti  da altri territori dell'Umbria e anche di altre regioni;

-          il territorio orvietano dovrebbe ingoiare ancora altri milioni di metri cubi di rifiuti provenenti da tutta l'Umbria;

-          i rifiuti sotterrati in discarica rimangono per sempre segnando il paesaggio e serbando una mare di schifezze nel sottosuolo;

-          la gestione di una discarica è una attività monopolistica lucrosissima e molto più facile della gestione di un bar; avete mai visto il fallimento di un gestore di discarica?

-          lo smaltimento in discarica è antagonista della raccolta differenziata, che invece richiede una complessa organizzazione e una difficile gestione, perciò, se la raccolta differenziata non decolla o langue, i gestori delle discariche incassano e gli amministratori comunali incoscienti e svogliati se la ridono;

-          Orvieto percepisce una tariffa per il "disturbo", che è una miseria e viene fissata da un ente, attualmente denominato ATI4, nel quale hanno la maggioranza i comuni che la devono pagare.

Questa è la situazione, anzi è peggiore di quanto le mie disponibilità per pagare gli avvocati mi consentono di illustrare.

Mi sembra davvero il caso che gli amministratori comunali di Orvieto organizzino qualche gita collettiva, a spese loro e dei cittadini che vogliano seguirli, per visitare le realtà dove vigono le migliori prassi sia per lo smaltimento in discarica sia per raccolta differenziata, la riutilizzazione, il riciclaggio e la combustione dei rifiuti.

Gli ambientalisti fanno il loro mestiere. Gli amministratori facciano il loro.

Le esperienze fatte in loco darebbero consistenza a contestazioni, proteste, proposte e controproposte sul piano istituzionale, e potrebbero ragionevolmente prevenire l'esasperazione dei cittadini.

Che ne dici, caro direttore? Mi aiuti a perfezionare la mia proposta e a sensibilizzare gli amministratori comunali di tutti i colori e l'opinione pubblica?

Pubblicato il: 31/07/2010

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