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In politica c'è tutto l'uomo, amore, amicizia e malvagità

di Dante Freddi Moro pronunciò queste parole:" noi, cari amici dobbiamo andare avanti insieme concordando; se necessario anche discordando; ma sempre con amicizia". Con questa citazione Flavio Zambelli conclude un suo intervento nella rubrica A destra e a manca. La fa sua e la regala a noi. Una nota a proposito

Moro pronunciò queste parole:" noi, cari amici dobbiamo andare avanti insieme concordando; se necessario anche discordando; ma sempre con amicizia".
Con questa citazione Flavio Zambelli conclude un suo intervento nella rubrica A destra e a manca. La fa sua e la regala a noi.
Sembrerebbe scontato che l'amicizia costituisca una condizione imprescindibile nei rapporti politici di gente che è unita da una comune "visione"  e si vorrebbe, anzi, che fosse allargata anche agli avversari.  La finalità che persegue chiunque si occupi di "buona politica", come è di  moda dire,  dovrebbe essere infatti il bene della comunità e quindi è naturale che si sviluppi in un ambiente positivo e fertile, che ne favorisca lo sviluppo dei germogli e li alimenti e li accresca. Nell'amicizia, quindi.
Ma, e Moro ne è tragico segno, non è così.
L'arroganza, male da cui scaturiscono gran parte dei vizi politici, nell'ambiente pubblico si esprime  alcune volte soltanto in indifferenza per gli altri, più spesso in malvagità e cattiveria, anche senza bisogno di arrivare a quel "sonno della ragione" che "genera mostri " illustrato da Goya e straordinariamente aderente a molta della storia dell'uomo.
Io conosco politici empi, che approfittano della loro posizione, si scagliano brutalmente su chi ha la sventura di sbagliare, odiano gli avversari, usano gli amici. Se qualcuno vi ha detto qualche volta che non bisogna confondere la politica con l'amicizia, quello è uno di questi. Perché si può concordare o no, ma per costruire un futuro positivo è necessario andare avanti con disponibilità, fratellanza, gentilezza. Ho subìto danni personali da questa gente, ho provato e provo sentimenti di rifiuto e di intolleranza nei loro confronti, ritengo che vadano isolati, perché non compiano danni, ma che ci si debba impegnare per non reagire, per perdonare.

Su come costruire una nuova classe dirigente, certamente diversa da questa descritta,  si sono cimentati in questi giorni Leonardo Riscaldati, Mario Tiberi, Flavio Zambelli, ne scriviamo da tempo in diversi, ci auguriamo che avvenga, ci adoperiamo per quello che possiamo nel tentare di realizzarla. Ciascuno ha la sua ricetta, onestà e competenza sono per tutti qualità essenziali, ma senza amicizia corriamo il rischio di allevare delinquenti  competenti e onesti, magari anche intelligenti.
Non voglio passare per buonista visionario che promuove con fervorini occasionali le utopie che circolano,  conosco la storia dell'uomo e anche gli uomini, per averne frequentati di diversi tipi.
Se partissimo almeno dall'affermazione che è inaccettabile questa deriva del Paese e della politica, che c'è la possibilità di essere onesti e buoni, che si può operare con amore ed amicizia, che queste qualità sono in noi almeno quanto la disonestà e la malvagità e che il prevalere di un modo o dell'altro dipende dalle nostre scelte , allora, al contrario di come accade oggi, ci scandalizzeremmo  quando si dimettono due o tre ministri in un mese e dilagano fatti di corruzione a tal punto da costringere il presidente della Corte dei Conti ad un preoccupato richiamo alla classe  politica, quando il giusto garantismo è utilizzato per coprire riconosciuti delinquenti, quando la bugia ci è imposta come verità.  
Se poi la timida insinuazione diventa un grido, un urlo, un fatto, potremo anche cambiare qualcosa.

Pubblicato il: 29/07/2010

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