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Agosto

A Destra e a manca quarantunesima puntata: "Noi faremo sentire la nostra voce, per flebile o inascoltata che sia..."Contributo di Flavio Zambelli

Caro Pier,
agosto, l'antico sestile del calendario giuliano, come sai è da sempre il mese delle vacanze (il Ferragosto, le feriae Augusti, fu non a caso il nome dato in onore dell'imperatore Ottaviano Augusto al periodo di riposo dopo i grandi lavori agricoli), ma, nonostante ciò o forse proprio per ciò, ormai da diverso tempo è diventato per noi italiani il periodo in cui accadono più cose di quante normalmente si possano pensare con riferimento al riposo. In realtà il riposo non impedisce di fare, anzi, ci si riposa meglio non se non si fa niente, ma se si fanno cose diverse da quelle consuete, cioè se si esce dalla monotonia. Magari ci si dedica a cose tralasciate, come ad esempio sembra che farà Berlusconi, che metterà le mani nel PdL per metterlo a posto, e quindi, mi dispiace ricordartelo, penso che per te saranno cavoli. Magari invece ci si dedica ai piccoli lavori di casa ed alla cura dei rapporti amicali, che è insieme la cosa più piacevole e quella che fa meno danni. Appunto per questo andrebbe caldamente raccomandata non solo a Berlusconi ed ai suoi più stretti collaboratori, ma anche a gran parte dell'opposizione. E qui dalle nostre parti a chi la raccomandiamo? Io non rispondo: se ti va fallo tu. D'altronde Massimo Gnagnarini già è stato sufficientemente crudo, giustamente crudo.
Piuttosto, che facciamo noi, dico noi due e i nostri amici? Direi che dobbiamo riflettere ed elaborare. E naturalmente fare, appunto qualcosa di inconsueto. Massimo Gnagnarini ha messo i piedi nel piatto ed ha detto: Toni Concina è stato bravo, perché ha saputo trasformare una debolezza in una forza, con il risultato che oggi l'anatra zoppa non viene più vissuta come un problema, ma quasi come una condizione normale, un ombrello sotto il quale si rifugia sia chi è tutto affaccendato a risolvere i suoi problemi di casa sia chi è disposto ad adagiarsi nel dolce far niente della pigrizia orvietana. Ma lo scontento aumenta, il giudizio generale diventa pessimo, rischia di subentrare lo sconforto e tutta la situazione può diventare presto ingovernabile. Nel frattempo naturalmente la realtà cambia, e non ci aspetta. Non ci aspetta quella nazionale, né quella regionale, e neanche quella dei territori vicini. Magari riusciremo a salvare la nostra stazione e i treni oggi in orario, ma che ci faremo se perderemo i treni più importanti, quelli connessi con la fase di enorme trasformazione che sta avvenendo sotto i nostri occhi proprio nel quadro della crisi europea e mondiale?
Noi ci siamo molto impegnati perché si approvasse il bilancio 2010 e si evitasse così di ricorrere al commissario di governo ed alle elezioni anticipate subito. Lo abbiamo fatto però nell'assunto che al bilancio si accompagnasse un'azione decisa verso una progettualità di alto profilo, capace di delineare il rilancio della città e del territorio: un compito che spetta a tutti, minoranza di governo e maggioranza consiliare di opposizione, peraltro indipendentemente da come è avvenuto il voto. Dobbiamo ora dirlo con estrema chiarezza: se questo passaggio non ci sarà, ed anche molto rapidamente, lo sforzo fatto sarà vanificato sotto tutti i punti di vista, finanziario, strategico, politico. Noi non possiamo accettare che ci si adatti a convivere con le sabbie mobili della stagnazione e con le piccole strategie degli interessi di parte che la generano.
Giudico questa situazione davvero sconcertante, perché in effetti ci sarebbero tutte le condizioni per uscire dalle difficoltà di bilancio e per rilanciare ruolo e sviluppo della città, riprendendo così anche un'iniziativa stringente in Umbria e in direzione dei territori contermini, sempre più indispensabile in una fase storica in cui si ridisegnano non tanto i confini amministrativi quanto quelli della capacità di attrazione e dell'influenza politica ed economica.
Che cosa manca però? Manca la soluzione politica. Se è così, ritengo che dobbiamo essere chiari: o si è capaci di costruire larghe intese (soluzione preferibile, ma al momento direi piuttosto difficile) o si costruisce un progetto di prospettiva ambiziosa, con un programma attuativo serio e credibile, e su questo si vede chi ci sta. Se il tentativo fallisce, bisogna andare a nuove elezioni. Noi faremo sentire la nostra voce, per flebile o inascoltata che sia. Non è vero, caro Pier?
Tuo Franco

Caro Franco,
trascrivo da wikipedia, perché, se cito a memoria, m'intrigo. Ma non posso rinunciare al vezzo di fare anch'io ricorso alla storia.
"Il mese di termidoro (in francese: thermidor) era l'undicesimo mese del calendario rivoluzionario francese e corrispondeva (a seconda dell'anno) al periodo compreso tra il 19/20 luglio ed il 17/18 agosto nel calendario gregoriano. Era il secondo dei mois d'été (mesi d'estate); seguiva messidoro e precedeva fruttidoro. Il termidoro deve la sua etimologia al "calore allo stesso tempo solare e terrestre che infiamma l'aria da luglio ad agosto", secondo i termini del rapporto presentato alla Convenzione Nazionale il 3 brumaio anno II (24 ottobre 1793) [] Il nome "termidoro" è diventato celebre per via del 9 termidoro anno II, data in cui avvenne il colpo di stato che pose fine al periodo del Terrore di Robespierre (il 27 luglio 1794 secondo il calendario gregoriano). Tale evento, che culminò con il ghigliottinamento di Robespierre il giorno seguente, è noto anche tout court come "Termidoro"."
Non so se la testa di Berlusconi sarà (metaforicamente) separata dal corpo e finirà nel cesto della storia. Ma ti avverto che, se l'Italia, come si è sempre detto, è ingovernabile, non andrebbe meglio a un personaggio della sinistra, che del resto non vedo all'orizzonte e, se lo vedessi, proverei pena per lui.
Ma occupiamoci della nostra città e del sindaco Concina che, come dissi subito dopo le elezioni, ha la fortuna di non avere  una maggioranza di centrodestra. Mi spiego. Non intendo assolutamente infierire sul mio partito, sui miei amici di gruppo e sugli altri consiglieri di centrodestra. Se non fossero una buona compagnia non mi avrebbero voluto fra loro e io non avrei voluto stare con loro. Li apprezzo come insieme e come persone. Con loro ho combattuto e sto combattendo quella che, in scienza e coscienza, considero una giusta battaglia. Il fatto è che il nostro Comune è scassato e la popolazione è depressa. Un sindaco di centrodestra, con una maggioranza di centrodestra, non potrebbe fare molto di più di ciò che sta facendo, e non saprebbe a chi dare la colpa. E questa è solo una mia opinione che non posso comprovare. Ma anche un sindaco di centrosinistra, con una sua maggioranza di centrosinsitra, farebbe solo danni. E questa non è una mia opinione, ma è storia.
È per questo che mi auguro che la testa di Concina non finisca nel cesto durante termidoro, né durante o dopo fruttidoro. Con la testa di Concina finirebbe nel cesto la speranza che, in questo equilibrio del "terrore", dialoghino con profitto le persone più disinteressate, più disincantate e più innamorate di Orvieto.
Caro Franco, c'è un arcipelago di isole con storie e colori diversi, ma, nel profondo del mare, sono tutte impiantate sulla stessa terra. Facciamo in modo che se ne rendano conto col favore del sole estivo.
Tuo Pier


da Flavio Zambelli

Caro Direttore, cari amici , avete citato personaggi di levatura storica non indifferente, da Ottaviano Augusto a Robespierre. Uno si autodefiniva "primus inter pares" per evitare di essere connotato come un tiranno, l'altro era un rivoluzionario che poi, rovesciata la monarchia assoluta , si comportò , nei fatti, da tiranno. Poi , venendo ai giorni nostri, è stato citato anche Berlusconi;  che , personaggio lo è, ma non di levatura storica, come gli altri sopra citati . Per il resto sarà il tempo a definire bene come dovremmo ricordare Berlusconi in futuro ; saranno prima i cittadini a giudicarlo; poi ci penseranno il tempo e la storia a dare un giudizio che sia il più oggettivo e definitivo possibile. Ma visto che parliamo di Orvieto, veniamo a noi, e all'ultimo personaggio in ordine di citazione: Toni Concina. Alla fine del primo anno di mandato, vi state interrogando su quale sia il suo destino e quello dell'intera legislatura, o consiliatura per meglio dire. Credo di poter dire che qualsiasi soluzione che comporti una modifica sostanziale degli attuali schieramenti politici, debba necessariamente passare attraverso il giudizio dei cittadini-elettori. Questa è la soluzione più cristallina. Qualsiasi tipo di  inciuci o salti di schieramento in consiglio comunale, rientrerebbe nella solita politica del trasformismo e del ribaltonismo tipico della cosiddetta " 2a Repubblica . Ragion per cui, Concina e i suoi assessori, devono darsi un arco di tempo, di qui a 6 mesi ( forse 1 anno), per decidere se ci sono le condizioni per governare in questa consiliatura. Se , come sembra più logico, le condizioni minime non ci sono, bisogna ridare la parola al corpo elettorale. A questo punto davanti agli elettori, bisogna giocare a carte scoperte. Se si ritiene di dover fare una legislatura istituzionale, con una giunta di larghe intese lo si dica ai cittadini. E' chiaro che in questo caso sarebbe preferibile che i partiti tradizionali facciano un passo indietro evitando di contrapporsi in campagna elettorale. Ci si dovrebbe presentare agli elettori con una lista civica unitaria a sostegno di Concina , per dargli modo di continuare e rinnovare l'azione di risanamento dei conti pubblici. E' ovviamente una soluzione d'eccezione assoluta, in un momento drammatico della nostra Città. Un momento quindi di emergenza civica. Passato il quale si ritornerebbe poi in futuro, alla normale dialettica democratica. Altrimenti, se non si vogliono le larghe intese, ci si presenti agli elettori con la consueta contrapposizione tra più liste. Con tutte le possibilità, ma anche con tutti i rischi del caso. Intanto per mettere a frutto meglio questi nostri ragionamenti , associamoci e discutiamo. Mi permetto di fare una breve citazione presa dall'ultimo discorso di Aldo Moro alla direzione della DC, 15 giorni prima del suo sequestro per mano dei terroristi. Moro pronunciò queste parole:" noi, cari amici dobbiamo andare avanti insieme concordando; se necessario anche discordando; ma sempre con amicizia". Faccio mio questo messaggio e lo rivolgo a voi tutti. Un carissimo saluto . Flavio Zambelli .

La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla quarantunesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

Per leggere le precedenti puntate di 'A destra e a manca' clicca qui

 


 

Pubblicato il: 26/07/2010

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