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Cassa integrazione. Qualche speranza per le operaie Grinta

Il giudice delegato, Claudio Baglioni, ha autorizzato il curatore fallimentare, l'avvocato Giacomo Leonasi, a inoltrare domanda al ministero

ORVIETO - Da ieri c'è una speranza per le operaie di Grinta di vedersi restituire la cassa integrazione faticosamente ottenuta e interrotta a maggio scorso con il fallimento. Il giudice delegato, Claudio Baglioni ha autorizzato il curatore fallimentare, l'avvocato Giacomo Leonasi a inoltrare domanda al ministero, dopo una serie di pressioni e accurate verifiche. "Ci attiveremo subito, entro due tre giorni al massimo" rassicura la curatela fallimentare. Il risultato non era per nulla scontato visto che la giurisprudenza non è unanime sulla possibilità di usufruire della cassa nei casi di fallimento. Se il ministero la accorderà, i soldi copriranno dodici mensilità e le 85 operaie di Grinta potranno tirare un momentaneo sospiro di sollievo, pur nella crisi nera del settore che permane. Si conclude così "felicemente" un periodo fatto di pressioni da parte dei sindacati e dei lavoratori, minacce di presidi e proteste. Le operaie dello stabilimento di Bardano sono esasperate ormai da tempo. E questa della revoca della cassa integrazione è stata una beffa a tutti gli effetti. In fin dei conti le lavoratrici a suo tempo chiedevano il fallimento, quello stesso fallimento che poi, con un effetto boomerang, ha fatto perdere loro la cassa. Nel frattempo, sembra che le istituzioni si stiano impegnando per trovare una realtà imprenditoriale in grado di riaprire lo stabilimento, anche se sui possibili nomi vige il massimo riserbo. La crisi del tessile sarà al centro del tavolo convocato per lunedì prossimo in Comune anche e soprattutto per fare il punto sulla vertenza MManifatture. L'azienda, come noto, ha revocato i 29 licenziamenti e si è impegnata a presentare un piano di rilancio industriale che prevede anche l'acquisto dei macchinari.

Pubblicato il: 23/07/2010

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