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MManifatture, le operaie contro il licenziamento

Nella torrida giornata di ieri, le 29 operaie della MManifatture che perderanno il posto alla fine mese, hanno manifestato bloccando il casello autostradale. La Cgil: 'Si apra una trattativa per un canone sostenibile di affitto dei macchinarinari' FOTO

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ORVIETO - "Lavorare è un nostro diritto, farci lavorare è vostro dovere". È agitando questo slogan insieme ai dati allarmanti della disoccupazione nel tessile, che nella torrida giornata di ieri, le 29 operaie della MManifatture che perderanno il posto alla fine mese, hanno manifestato bloccando il casello autostradale. Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica perché "si apra al più presto una trattativa che consenta di trovare un punto di equilibrio, ovvero un canone di affitto dei macchinari che sia equo ma anche remunerativo per l'azienda", spiega il segretario generale Filctem Cgil di Terni, Sergio Cardinali. È questo il problema centrale legato al licenziamento delle 29 dipendenti della MManifatture di Bardano, l'azienda tessile che, a dicembre scorso, ha siglato un accordo di affitto di ramo d'azienda con Sphera, poi fallita. Adesso c'è un contenzioso in atto in quanto il canone di affitto di macchinari sarebbe praticamente triplicato.

Un canone evidentemente insostenibile per la proprietà di MManiaffure che ha già spedito 29 lettere di licenziamento. Decorrenza: il prossimo 31 luglio.

La questione è stata rappresentata ieri mattina anche al giudice fallimentare del tribunale di Orvieto, Claudio Baglioni che ha ricevuto i sindacati, una piccola rappresentanza delle operaie, prima di essere affrontata in tarda serata in Comune nell'incontro urgente promosso dall'assessore allo Sviluppo economico, Antonio Barberani con tutti soggetti interessati a livello locale provinciale e regionale. Solidarietà è stata espressa dall'onorevole orvietano Carlo Emanuele Trappolino (Pd) che ha preso parte anche al presidio. "Ho voluto essere accanto alle lavoratrici di MManifatture perché non possiamo assistere inerti all'erosione sistematica di quello che un tempo era uno dei comparti più qualificati della base produttiva orvietana, cioè il tessile". "Il fatto che tante lavoratrici prima impiegate in MManifatture, Grinta e Sphera ma anche in altre realtà produttive e dei servizi del territorio - ha proseguito Trappolino - siano oggi senza lavoro deprime la forza dei singoli, impoverisce le famiglie orvietane e sottrae valore alla città. È un problema che supera presto la sfera privata e riguarda invece tutti: le istituzioni, le organizzazioni sociali ed economiche, i cittadini". "Di fronte a questo stillicidio di perdita di posti di lavoro che fa seguito al già dichiarato fallimento e alla chiusura delle aziende Sphera e Grinta - ha dichiarato, l'assessore Antonio Barberani - il tessile orvietano che ha invece un lunga tradizione, una manodopera altamente qualificata e tutte le potenzialità per crescere, rischia di uscirne schiacciato. Da questa gravissima crisi vengono penalizzate soprattutto i lavoratori e le loro famiglie è questo è inaccettabile".

Pubblicato il: 20/07/2010

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