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Grinta. Circa 600mila euro di tasse sottratte al fisco

La scoperta è della tenenza della guardia di finanza di Orvieto. Finiti nei guai due amministratori, due legali rappresentanti della società in carica nel periodo preso in esame, che sono stati iscritti al registro degli indagati della procura di Orvieto

ORVIETO - Non finiscono con il fallimento i guai di Grinta. Che l'azienda tessile di Bardano fosse in grave crisi finanziaria è cosa risaputa da tempo, ma ora spuntano anche circa 600mila euro di tasse sottratte al fisco. La scoperta è della tenenza della guardia di finanza di Orvieto che, nei libri contabili della società del fiorentino Alessandro Calugi - per la quale recentemente il giudice del tribunale di Orvieto ha decretato il fallimento - ha scovato gravi irregolarità riferite agli ultimi tre anni di attività. È così che sono finiti nei guai due amministratori, due legali rappresentanti della società in carica nel periodo preso in esame, che sono stati iscritti al registro degli indagati della procura di Orvieto. La verifica delle fiamme gialle era partita inizialmente per accertare la regolare posizione dei dipendenti, ovvero per capire se l'azienda avesse fatto uso di mano d'opera "in nero". È così che i militari della tenenza orvietana della guardia di finanza hanno appurato che tutte le operaie sarebbero state sì assunte con regolare contratto, ma che le ritenute fiscali operate nei confronti delle stesse sarebbero state versate solo una minima parte nelle casse dello stato. Di qui, come è naturale, il controllo è stato esteso all'ultimo triennio, consentendo di "accertare - riferisce la guardia di finanza - che l'azienda orvietana ha trattenuto, in qualità di sostituto d'imposta, dal reddito dei propri dipendenti circa 500mila euro, ma ne ha versati al fisco solo 83mila circa, appropriandosi impropriamente quindi, di 417mila euro che sono risultati non versati nel triennio esaminato". Non solo. Dai conti passati sotto le lente delle fiamme gialle relativamente al triennio 2007, 2008, 2009, sarebbe risultata anche una evasione per complessivi 176mila euro tra Iva, Ires e Irap. Immediata la denuncia dei militari alla procura della Repubblica presso il tribunale di Orvieto. Nel frattempo, va avanti la procedura fallimentare per l'azienda di capospalla di alta gamma che fino a qualche mese fa occupava circa ottantasette operaie altamente specializzate. Per loro solo recentemente, dopo quasi un anno senza stipendio, è arrivata la firma al ministero per la cassa integrazione straordinaria. Per la ripresa dell'attività dello stabilimento, invece, ancora nessun segnale incoraggiante, nonostante l'intereresse manifestato da grandi nomi del settore, come aveva fatto trapelare lo stesso assessore allo Sviluppo economico del Comune di Orvieto, Antonio Barberani.

Pubblicato il: 13/07/2010

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