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NOTIZIE CORSIVI

Tutte le Istituzioni solidali per riaffermare il ruolo strategico della stazione ferroviaria di Orvieto, unico accesso dell'Umbria all'Alta Velocità

Tra i temi affrontati nel Consiglio comunale "aperto", quello della sicurezza di un territorio attraversato pesantemente dalla Direttissima e da altre infrastrutture.
Ma anche di azioni di protesta perché Orvieto non ci sta ad essere declassata a stazione "silver"

Si è svolto ieri sera l'annunciato Consiglio comunale "aperto" sul futuro ed il ruolo della stazione ferroviaria di Orvieto, unico accesso dell'Umbria alla Direttissima. Sono intervenuti l'assessore Regionale Silvano Rometti, il responsabile per il trasporto regionale di Trenitalia, il rappresentante del vescovo Scanavino, i sindaci dell'Orvietano e dei territori del Lazio e Toscana, i consiglieri di Regione e Provincia, Fausto Galanello e Andrea Sacripanti, i pendolari e le rappresentanze dei consumatori.
Marco Frizza presidente del Consiglio Comunale ha introdotto la seduta straordinaria affermando la necessità di discutere non solo della stazione FS di Orvieto ma soprattutto del trasporto ferroviario che riguarda questa parte di territorio dell'Umbria che si collega all'alto Lazio e alla bassa Toscana.
"Dopo aver eliminato la figura del capostazione dirigente - ha detto - dove si andrà a finire? Noi intendiamo portare avanti la necessaria attenzione sul nostro scalo ferroviario. Orvieto è l'unico accesso dell'Umbria all'Alta Velocità. Ed è su questo che intendiamo insistere per poter fruire di tale servizio a fronte di un progetto di sviluppo economico per quest'area territoriale. Abbiamo l'esigenza di non creare ulteriori disagi agli oltre 1200 abbonati pendolari. Chiediamo al Direttore del Trasporto regionale di Trenitalia un impegno per avere una maggiore possibilità di collegamenti fra Orvieto e le città di Perugia e Terni anche per integrare al meglio i collegamenti all'interno della nostra regione. Le città vanno aiutate. Orvieto ha bisogno di essere assecondata in questo disegno di sviluppo. E' inutile fare progetti di sviluppo economico e culturale se poi mancano i servizi di trasporto. Certi collegamenti non è più sufficienti per questo territorio che ha bisogno di collegarsi con altre aree dell'Italia centrale dal Tirreno all'Adriatico. Siamo preoccupati anche perché il nostro scalo ferroviario potrebbe subire una mancanza di controllo. Non è una battaglia di campanile, ma una battaglia di progetto di sviluppo di un'area vasta. Chiediamo maggiore attenzione per i turisti che devono poter contare su una stazione decorosa, pulita, accogliente, che dia servizi".
Fabiola Di Loreto (Comitato Pendolari Orvieto): "la nostra presenza a questa iniziativa del Comune di Orvieto, è per conoscere le intenzioni di questa città e dell'Amministrazione sul problema pendolari. Nel titolo si chiede quale è il futuro della stazione di Orvieto. Io credo che questo futuro sia stato già segnato da altri, da Trenitalia. E' stato deciso sulle nostre teste. Sulle teste dei pendolari, del Consiglio comunale e del Sindaco. Nella risposta data dal Vice Ministro Castelli all'interrogazione dell'On. Trappolino ci è stato spiegato che il sistema di comando e controllo a distanza migliorerà la sicurezza. Io non ho elementi per controbattere ad una presa di posizione di Trenitalia che, spero proprio che quando automatizza una stazione lo faccia nel rispetto della sicurezza! Mi devo fidare di quello che dice Trenitalia ma penso anche ai fatti di Viareggio. Il nostro territorio che da Allerona ad Orvieto è attraversato pesantemente dalle arterie ferroviarie ed autostradali presenta soglie di sicurezza molto basse. La scelta di Trenitalia sulla stazione di Orvieto è già avvenuta. Sul sito internet di RFI si leggono le categorie nelle quali, in ordine decrescente, sono collocate le stazioni italiane. Ebbene Orvieto è nella categoria 'silver' che significa quegli impianti medio-piccoli con una frequentazione media per servizi metropolitani, regionali inferiori alla categoria 'gold'. Francamente mi sarei aspettata di vedere Orvieto nella categoria gold. Nella stessa categoria 'silver' ci sono le stazioni di Attigliano/Bomarso, Castiglion del Lago, Bastia, Fabro/Ficulle. Non se se il sindaco sapeva di questa classificazione, che a  mio giudizio già segna il futuro di Orvieto. Il problema non è di una categoria di pendolari, ma di una città intera che ha bisogno di risposte da questa Amministrazione, dalla Regione e dai livelli nazionali".
Gianni Mencarelli / Cittadinanzattiva e associazione consumatori: "voglio sottolineare gli impegni che mi aspetto dalla politica. Accade spesso che chi viene delegato a risolvere i problemi dei cittadini si dimentica di quando non era amministratore e quindi si occupa solo degli aspetti economicistici e ragionieristici. Vorrei che si  evitasse di sottostare a delle promesse. Ricordo quando è stata messa in liquidazione la Caserma e poi l'Asl. Oggi, questa nuova discesa in campo intorno al futuro della stazione ferroviaria di Orvieto ci riguarda come monito, affinché che non ci si preoccupi solo degli aspetti economici ma dei disagi dei cittadini".
Andrea Tiberi, presidente della CNA di Orvieto: "il nostro pensiero di solidarietà va ai tanti pendolari che per motivi di lavoro e di studio si servono di questo mezzo di comunicazione tra mille difficoltà e disguidi. Almeno tremila persone, il 15% della nostra popolazione. Senza contare i tanti cittadini dei nostri comuni confinanti che si avvalgono della stazione di Orvieto. La CNA è da sempre sensibile ai bisogni sociali. Se da un lato comprendiamo le ragioni di Trenitalia che hanno portato al declassamento del nostro scalo ferroviario, dall'altro questa circostanza non possiamo non viverla con grande disagio e preoccupazione. Prendiamo atto delle ragioni e delle rassicurazioni del Vice Ministro Castelli. Ci saremmo però attesi sgravi economici per gli utenti della città e del comprensorio o almeno incentivazioni del servizio turistico. Proviamo del risentimento civile e culturale".
Anna Petrangeli / Adiconsum e Cisl: "oggi ci ritroviamo esattamente a verificare quello che temevamo cinque anni fa. Il Consiglio comunale aperto è una iniziativa lodevole, ma credo sia tardiva rispetto a decisioni già prese. Già alcuni anni fa in uno studio presentato ad Orvieto, il Censis indicava due centri di snodo del trasporto regionale: a Orte e a Orvieto, laddove lo snodo commerciale di Orte appariva già allora  più importante dello snodo di Orvieto. in questi anni abbiamo assistito allo svuotamento di personale anche gli altri uffici del traffico ferroviario: la direzione del traffico è stata trasferita a Firenze dove esiste un centro ad altissima tecnologia che gestisce il traffico delle stazioni di competenza. La scelta della tecnologia avanzata quindi a danno delle stazioni. Di fatto passiamo da una stazione viva a una stazione morta e invisibile per i viaggiatori, anche se la sua funzionalità non verrà meno, ci dicono. Il punto è che nessun viaggiatore avrà più alcun interlocutore. Siamo solidali con i pendolari nel chiedere il ripristino dell'autonomia funzionale dirigenziale della stazione, seppure sotto il controllo automatizzato di Firenze e siamo disponibili ad assumere le iniziative comuni che partiranno dal Consiglio comunale con il supporto dei pendolari, che tendano almeno a mantenere i treni che oggi fermano ad Orvieto".
Don Luca Seidita in rappresentanza del Vescovo di Orvieto-Todi: "il Vescovo Mons. Giovanni Scanavino è stato ed è vicino ai pendolari e a tutti coloro che appoggiano questa difficile situazione. E' totalmente dalla parte degli orvietani che cercano di sottolineare i diritti dei pendolari ed il grande significato internazionale che ha questa città, quale patrimonio di storia, arte e cultura di cui il Duomo e il Miracolo eucaristico che custodisce ne sono il simbolo. Mons. Scanavino è pronto a sottoscrivere con le Istituzioni qualunque seria petizione". 
Fausto Galanello (Consigliere Regionale): "come orvietano oggi ho un elemento in più di amarezza sulle ragioni che stanno dietro la decisione di Trenitalia. Quella che Orvieto non viene considerata come una città non interessante dal punto di vista del patrimonio. Questa valutazione fa pensare. Al di là della soluzione per la stazione ferroviaria, credo che come città e territorio dovremo aprire una vertenza con Trenitalia. Questa città ha la necessità di recuperare attraverso la capacità della classe dirigente, al di là della competizione politica e delle differenze. Deve trovare il modo di difendere la propria dignità e identità. Più tardi ne saremo consapevoli, più saremo perdenti. La mia esperienza di sindacalista mi dice che si devono portare a casa accordi. Laddove ciò non avviene si devono circondare i simboli di una vertenza. In questo caso, se il Consiglio comunale lo avessimo fatto sui binari della Ferrovia, forse avremmo dato un segnale diverso. Io sono a disposizione della città per recuperare qualcosa che abbiamo già perso".
Valentino Rocchigiani (Sindaco di Allerona): "è la seconda volta che facciamo un Consiglio comunale aperto sulla questione dei trasporti ferroviari per quest'area dell'Umbria. Io provo amarezza e il senso della 'non forza' delle Istituzioni. La realtà è che siamo purtroppo subalterni ad una azienda che fa utili, che penalizza i pendolari e che passa sulla testa delle Istituzioni. Su questo territorio che è stato saccheggiato dalle Ferrovie oggi assistiamo alla totale indifferenza, al completo abbandono, alla dismissione. Di fronte a questo, la Regione deve fare uno sforzo. Orvieto deve essere una porta verso la nostra regione, non una stazione di transito. Come Istituzioni dobbiamo però continuare questa lotta, andando oltre i luoghi istituzionali e scendendo ancora tra i binari".
Giuliano Santelli (Responsabile Protezione Civile di Orvieto): "vorrei approfittare della presenza dell'assessore regionale Rometti per affrontare la questione della sicurezza che è un aspetto strettamente connesso al tema principale di questo dibattito. Ad Orvieto abbiamo 18 km di viadotto ferroviario, il più lungo d'Italia dove vengono trasportate anche sostanze a rischio. Ci sono quindi elementi per i quali aperto un ragionamento con le Ferrovie. Il pericolo reale lo abbiamo quotidianamente sulla ferrovia e sull'autostrada. Ci sono problemi altrettanto pesanti e gravi, ad esempio, sulle rampe di accesso alla Direttissima non abbiamo accessi, non girano le barelle in caso di emergenza. Il contratto di servizio con FS lo fa la Regione, e questo aspetto della sicurezza va fatti pesare. Dobbiamo fare di tutto perché quanto avvenuto drammaticamente in altre realtà nazionali non accada".
Pier Luigi Peparello (Sindaco Castelgiorgio): "esprimo la solidarietà del nostro Comune i cui cittadini usufruiscono di questa ferrovia. Al di là della meccanizzazione è importante tutto quello che è accaduto in questi ultimi anni con la soppressione di treni pendolari. Da parte nostra saremo al fianco del Comune di Orvieto su tutte le iniziative che saranno intraprese, compresa l'occupazione dei binari".
Maurizio Conticelli (Altra Città): "desidero spostare il dibattito dagli aspetti tecnici delle Ferrovia e dall'atteggiamento di Trenitalia invitando la Regione dell'Umbria a sostenere più in generale la nostra città per progetti di sviluppo che possano determinare la possibilità di rafforzare questo scalo ferroviario. Negli anni passati, purtroppo, c'è stata eccessiva conflittualità con la Regione. Chiediamo che la città di Orvieto riassuma un ruolo di capofila di un comprensorio e che abbia un suo peso specifico in regione. Dobbiamo trovare cioè nel nostro territorio le ragioni del riscatto. Chiediamo alla Regione che ci assecondi. Anche su questioni come la caserma Piave la Regione deve essere attenta. Non faccio nessuna polemica, ma abbiamo l'assoluta necessità di instaurare con la Regione un rapporto di maggiore dignità ed autorevolezza e guardare con prospettive migliori alle dinamiche di sviluppo provinciale e regionale".
Andrea Sacripanti (Consigliere Provincia di Terni - PdL): "proprio oggi la Presidente della Commissione Trasporti mi sollecitava sulla questione pendolari perché questa tematica, appartiene a questo territorio più di altri nella nostra provincia. Di qui l'importanza delle stazioni ferroviarie per lo sviluppo provinciale. Abbiamo stilato un documento che verrà sottoposto alle Province limitrofe. In questo Consiglio comunale aperto, sollecito la strutturazione di una rete delle Istituzioni: Comuni, Provincia, Regione per capire a quali livelli attestare il dibattito poiché la Regione ha competenze limitate sul trasporto. Su questo dobbiamo chiedere una presenza più forte dei nostri rappresentanti regionali e che la Regione conduca una battaglia per appropriarsi di maggiori deleghe sul trasporto ferroviario e pendolare in particolare. Altrimenti resteremo sempre subalterni alle decisioni assunte da altri. I contratti di servizio devono avere una durata maggiore di sei mesi, non possiamo permetterci questo stillicidio, un'agonia che presuppone una morte quasi certa. Non possiamo accettare passivamente un'esistenza perennemente sconvolta dall'insicurezza del servizio. Creare una rete di rapporti sollecitando la Regione ad acquisire un maggiore peso nel dibattito può essere un punto di partenza".
Ing. Fabrizio Imperatrice, direttore trasporto regionale Trenitalia: "c'è ancora una certa confusione sulle competenze di Trenitalia e di RFI. Una premessa doverosa per dare risposte appropriate sui temi infrastrutturali e di servizio. Le tecnologie introdotte nella stazione di Orvieto che hanno comportato il telecomando, rientrano nell'investimento già previsto sulla Infrastruttura tecnologica. Una normale evoluzione nella direzione della sicurezza che attraverso la tecnologia si migliora. Quanto ai servizi della città di Orvieto, Trenitalia ha competenza di base sui servizi nazionali che ad Orvieto sono molto importanti per la sua caratteristica essendo toccata dall'Alta Velocità e per servizi nazionali che rientrano nel contratto con lo Stato. Altri servizi sono relativi al trasporto regionale con i contratti di servizi siglati con le regioni Umbria e Toscana. Ebbene, nella lettura integrata di questi servizi c'è l'intera lettura del servizio offerto ad Orvieto. I comitati pendolari sono stati sempre presenti, peraltro, il Comitato Roma/Firenze è molto attivo e molto preparato. Avremo ulteriori occasioni di incontro per ottimizzare ancora. Al momento non abbiamo grandi problemi, infatti ad oggi abbiamo una ragionevole sicurezza che ad agosto ci vengano confermate tutte le tracce".
Angelo Ranchino (Orvieto Libera): "la questione della soppressione della figura del capostazione viene da lontano con il progetto sulla tecnologia. Ma alcuni anni fa abbiamo per lo scalo merci. Insomma abbiamo perso sulla centralità del nostro territorio. Per questo, l'attuale amministrazione comunale sta cercando di investire su scelte diverse. Vanno in questa direzione il provvedimento di sottoscrizione del Patto con Roma e gli accordi con le aree limitrofe della Tuscia. Pertanto, qualsiasi provvedimento che vada ad incidere su questa nostra priorità è dannoso. Orvieto merita attenzione da FS e dal gestore del servizio. Dobbiamo considerare che il nostro territorio è turisticamente importante, sede di una reliquia preziosa per la religiosità. Quindi ne consegue una maggiore attenzione. E' necessario un colloquio stretto con RFI e Trenitalia. Dobbiamo investire nel miglioramento dei servizio di trasporto regionale. L'Unione Europea nette a disposizione fondi che il nostro territorio utilizza in minima parte". 
Pier Luigi Leoni (PdL): "nessuno è infallibile. Il metodo più appropriato in queste situazioni è quello di trovare le falle nel gestore. Reputo ottimo l'intervento del responsabile della Protezione Civile che ci fa riflettere sulle falle rispetto ai temi della sicurezza. Anche la rappresentante del comitato pendolari ha sollevato un'altra falla grave, quella della classificazione della nostra stazione ferroviaria. Altre falle sono che l'economia e la tecnica hanno prevalso sulla politica, quella stessa politica, affatto rigorosa, che in passato ha fatto sì che l'autostrada fosse collocata dove non doveva essere".
Carlo Tonelli (PDCI): "l'argomento in questi giorni è già stato affrontato dalla Provincia, dalla Regione, dal Parlamento e dalle proteste civili ed efficaci del pendolari. La discussione odierna è di chiarimento. Prendo atto delle dichiarazioni di Trenitalia e della risposta del Governo, ma essere soddisfatti è un'altra cosa. Non competono a noi le scelte sull'Alta Velocità, ci compete invece evidenziare gli effetti negativi e contrastare. Con le scelte sull'AV si tornerà indietro rispetto alle scelte di collegamento viario. La difesa a oltranza della stazione è per noi un obbligo, una difesa non solo dei ricordi del passato ma soprattutto del futuro. C'è maturità nell'Assise consiliare che ha voglia di misurarsi con il futuro. Su tutti i temi che toccano i pendolari e i cittadini, dalla difesa dell'orario dei treni alla installazione delle barriere fonoassorbenti, io sarò sempre al loro fianco. Presto dovremo discutere della caserma Piave, ed il livello di comunicazione e di raccordi sarà uno dei punti di forza per valorizzare quel bene. Le scelte che vengono fatte da Trenitalia devono essere partecipare di più ai territori interessati. A Rometti chiedo quali saranno li linee del nuovo piano regionale trasporti valido fino al 2012 e anche il collegamento Tirreno / Adriatico. Al Sindaco chiedo di tenere sempre altro il ruolo di Orvieto e dare corso alla sottoscrizione del Patto con Roma".
Evasio Gialletti (Socialisti): "il Consiglio comunale aperto cade in un momento importante per la città. La soppressione del dirigente della stazione di Orvieto è importante ma la protesta che questo provvedimento ha scatenato, cova da lungo tempo e per altri motivi. Francamente ignoravo questa classificazione delle stazioni ferroviarie e a maggior ragione credo che oggi non sia  la fine di un percorso, ma l'inizio di un percorso di ribellione di questa città. La regione farà la propria parte, quindi tutti insieme dobbiamo ribellarci. In nome della tecnologia e della razionalizzazione abbiamo già subito delle soppressioni: Asl, polo universitario, Enel, Telecom. Non è il problema del dirigente del movimento, ma il problema è ben diverso. Dobbiamo continuare a fare pressioni sulle istituzioni nazionali, perché Orvieto è importante come altre città importanti dell'Umbria. Ogni giorno si vuole chiudere qualcosa: Tribunale, agenzia delle entrate. Staremo su questa battaglia in ogni maniera".
Giuseppe Germani (PD): "stavolta l'AD di Trenitalia Moretti ha esagerato rispetto ad una serie di verifiche che sta facendo in tutta Italia. Orvieto ha già dato molto a RFI e Trenitalia e ogni giorno paga lo scotto per i servizi nazionali che attraversano questo territorio. Oggi siamo al paradosso che abbiamo tutti i servizi ma nessun servizio. Questa tendenza va invertita. Dobbiamo partire da qui per iniziare un ragionamento diverso dal passato. Non si può più aspettare. Perché altrimenti la città sarà non solo declassata. Orvieto, invece, è porta di accesso dell'Umbria e in questa direzione vanno le politiche messe in atto già dal passato per intercettare i flussi derivanti dall'aeroporto di Viterbo e dal porto di Civitavecchia. Non ci accontentano le risposte dell'Ing. Imperatrice. Il paradosso è che le scelte le ha fatte RFI e in Consiglio arriva il rappresentante di Trenitalia. Siamo certi che i problemi ci saranno comunque anche la mancanza di un luogo presidiato. Non si saprà chi e cosa controllerà. Rispetto ai servizi ferroviari, i treni privati non privilegeranno certo i pendolari. C'è poi la questione scottante della gestione degli appalti di Trenitalia. Insomma a fronte della complessità di questa materia è la città tutta che deve organizzare un meccanismo per cui sia chiaro che Orvieto non merita tutto questo".
Stefano Olimpieri (PdL): "bene il consiglio comunale su questa tematica che negli anni ha toccato la questione dei pendolari. C'è qui una parte consistente della città. Orvieto va rimessa al centro del sistema dei trasporti e questo si fa solo rimettendo al centro la politica, il dibattito e il confronto, con una concertazione politica che mette insieme la Regione, lo Stato, i Comuni e i corpi sociali dell'area ampia che interessa i territori di tre regioni. Il Sindaco deve riprendere in mano la situazione e rimettere in moto un meccanismo per una concertazione seria, a tutto tondo che va dai trasporti, al Tribunale, all'Asl. Guardiano al futuro ma ragioniamo anche di quello che è avvenuto nel passato. Questa città in passato è stato castrata da scelte regionali. La nostra missione è quella di rapportarci con Trenitalia e RFI, trovando rapporti seri con Regione, Provincia, Trenitalia che deve prendere coscienza della realtà di questo territorio".
Piergiorgio Pizzo (Udc): "esprimo la solidarietà ai pendolari schiavi di FS, più in generale a tutti i  pendolari delle strade, dei pulmann e dei treni. La non forza delle istituzioni ha portato alla situazione attuale. Negli anni la classe dirigente e politica di questa città non è stata capace di valorizzare questa stazione. Ora, in modo trasversale dobbiamo recuperare questa forza.  Dobbiamo far sì che il contratto di servizio tenga conto della qualità del materiale rotabile che Trenitalia mette in campo per i nostri pendolari, guardare i tempi di percorrenza, insomma mettere sul tavolo del confronto tutte le negatività con le quali veniamo ripagati".
Silvano Rometti, assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti: "l'Amministrazione Comunale ci ha dato l'opportunità di approfondire alcuni temi che riguardano questa area della Regione. Concordo con l'importanza che hanno i collegamenti e i servizi di trasporto per una comunità che punta molto sulla sua proiezione all'esterno. Nella passata amministrazione regionale ho seguito la cultura e conosco le specificità di Orvieto che, anche della cultura, fa una delle direttrici di sviluppo a cui guardare nei prossimi anni. Come Regione il 4 scorso giugno ho firmato, in accordo con la Presidente Marini, una nota  al direttore dell'Area tecnica di RFI Ing. Elia per dare il parere negativo della Regione rispetto alla prospettiva che poi si è avverata. Non so se saremo in grado di fermare una prospettiva di automatizzazione e riorganizzazione. Siamo disponibili come Amministrazione regionale a sostenere qualsiasi altra iniziativa che si vorrà prendere per convincere RFI come soggetto interlocutore e ripristinare un servizio che da una flessibilità diversa dall'automatizzazione sia pure iperefficiente. Questa scelta non può e non deve avviare comunque un impoverimento complessivo dello scalo orvietano. Il depotenziamento della biglietteria non avverrà fino al 2014, è nel contratto di servizio formato pochi mesi fa con Trenitalia. Per altri tipi di servizi abbiamo avuto un confronto con il comitato pendolari di Orvieto che è molto attivo. All'interno del budget di 35.900 euro si chiedono interventi più strutturali di potenziamento ed ampliamento. Su tutti questi impegni dobbiamo però tenere conto delle restrizioni contenute nella manovra economica in approvazione. Sappiamo con certezza che si prevedono -30 milioni di euro sul trasporto ferroviario. Quindi, o si ripristina una quadro di chiarezza oppure si compromette un quadro di riferimento generale. Seppure ci sono molti punti interrogativi, sulla tracce ferroviarie non dovrebbero essercene ed entro agosto, abbiamo tutte le ragionevoli condizioni che vengano confermate. Con i pendolari che vivono il servizio abbiamo un confronto aperto. Quanto al problema più generale del rapporto con la Regione, oggi Orvieto è tornata ad avere un proprio rappresentante, inoltre è intenzione della presidente Marini di effettuare a settembre un incontro con tutte le Amministrazioni Comunali delle principali città dell'Umbria per stabilire da subito alcuni obiettivi e cercare di mettere in campo la collaborazione istituzionale che viene chiesta, e che è fondamentale in un momento un cui viviamo situazioni di grandi difficoltà. Sulla sicurezza possiamo affrontare il tema in maniera specifica. E' un tema importante che difficilmente rimbalza sui tavoli che solitamente svolgiamo. Il nuovo piano regionale dei trasporti è un'operazione importante. In Umbria ci sarà un unico servizio che avrà una gestione unificata in 'Umbria TLP' riguardante sia il servizio ferro, gomma e l'intermodalità. Nei primi mesi del prossimo anno dovremo andare alla riprogrammazione dei nostri servizi regionali in vista della nuova assegnazione dei gestori. Ribadisco la disponibilità a fare anche iniziative più eclatanti. Chiederemo un incontro ai vertici istituzionali con l'AD di Trenitalia Moretti".
Sindaco Antonio Concina: "ringrazio tutti gli intervenuti per la qualità e la compostezza del dibattito. Al di là dei contenuti, questa Amministrazione Comunale è stata, è e sarà sempre dalla parte dei cittadini senza demagogie. Io ho svolto una doverosa attività ritenendo che quando c'è un problema vanno percorse tutte le strade del dialogo, della mediazione e della protesta. A nessuno sfuggono le esigenze di un'azienda importante e del territorio. La cosa peggiore è quella di non riflettere sulla bontà delle ragioni degli altri. Mi sono state spiegate le ragioni di Trenitalia, ma mi piacerebbe che da questa venissero intese meglio le necessità dei consumatori. Non viviamo per le tecnologie ma per le persone che vanno tutelate. Noi viviamo per le persone. Va bene la tecnologia, le infrastrutture, ma prima di tutto hanno valore le persone. Il valore della città è nel valore delle persone. Per questo Orvieto dovrebbe avere non una classificazione 'gold' o 'silver' ma 'diamante'. Il Patto con Roma è sicuramente un argomento di pressione demografica ed urbanistica. Tra qualche giorno firmeremo questo protocollo che è un contributo fondamentale  anche per la questione dei trasporti. Ora sono anche cambiati anche alcuni vertici di Trenitalia e la nostra mobilitazione che è già iniziata continuerà sia nelle forme composte che nelle forme meno composte. Le considerazioni di Moretti e del direttore regionale sono ineccepibili, ma dovremo dare valore alle persone anche a scapito della tecnologia che avanza. Infine, vogliamo difendere anche l'orgoglio della città troppo trascurata negli ultimi tempi".

Segue la nota diffusa da Cecilia Stopponi, Rifondazione comunista, che non è potuta essere presente al Consiglio

A causa di impegni precedentemente assunti a cui non è stato possibile rinunciare, non sono presente a questo Consiglio straordinario,  che anche la mia forza politica ha contribuito a realizzare, avendone fatto richiesta già all'indomani della notizia che la Stazione Ferroviaria di Orvieto avrebbe subito un ulteriore depotenziamento a causa della soppressione della figura del Dirigente Movimento dello Scalo di Orvieto. 

Mentre ringrazio il Sindaco - e nella sua figura tutto l'esecutivo - per aver indetto in tempi "ragionevoli" l'importante confronto di oggi, mi preme esprimere la viva preoccupazione della forza politica che rappresento,  per una decisione che  le FS hanno preso in modo unilaterale, non condiviso, grave e penalizzante per il comparto turistico  della città ed ancora di più per le condizioni dei lavoratori pendolari.

Le motivazioni della "razionalizzazione" e della "modernizzazione" - che di per se sono non  soltanto condivisibili, ma assolutamente auspicabili e dovute, (nel settore "pubblico" come nel "privato" in uguale misura nonostante le demonizzazioni del Ministro Brunetta verso il settore pubblic) tengono sempre meno conto delle realtà territoriali cosiddette "minori", ma soprattutto sempre meno tengono conto dell"'uomo", dei suoi diritti e dei suoi valori, privilegiando, in modo che consideriamo assolutamente miope, le regole contingenti del mercato,  piuttosto che le prospettive di uno sviluppo sostenibile per le generazioni future, a partire dal nostro vivere quotidiano.

Ne è un esempio anche questa ultima decisione delle FS che evidentemente considera secondario il problema, ormai più che evidente, della qualità del servizio (la sporcizia, i ritardi, le spesso impossibili coincidenze, la rarefazione dei collegamenti di breve percorrenza) a favore di quella che viene definita "alta velocità" che ha come obiettivo principe il collegamento fra alcuni grandi centri per concorrere con altri mezzi di comunicazione, soprattutto quello aereo.

Continuiamo a credere, anche a rischio di essere considerati fuori dal tempo, che il trasporto su rotaie dovrebbe essere talmente capillare ed efficiente da indurre le persone a sceglierlo come mezzo alternativo al trasporto su gomma: pericoloso, stressante, inquinante e costoso.

Continuiamo a credere che sia preferibile creare collegamenti ferroviari sempre più efficienti e capillari per favorire lo sviluppo turistico - ma anche quello industriale - dei territori come il nostro, che pur essendo posizionata sulle grandi vie di comunicazione, risulta via via sempre più marginalizzata  proprio a causa delle scelte a favore della alta velocità.

Continuiamo a credere che il rispetto della fatica, del disagio, delle condizioni di vita dei pendolari che debbono - per forza di cose - spostarsi dal loro luogo di residenza per lavoro o per studio, debba essere prioritario rispetto a tutte le altre scelte, qualunque ne siano le motivazioni.

Il mio appello va ai Dirigenti delle Ferrovie dello Stato, ai rappresentanti Istituzionali regionali e provinciali, affinché non solo ascoltino con benevolo e diplomatico coinvolgimento  gli interventi che certamente saranno tanti ed appassionatamente  indignati, ma che davvero capiscano che quest'ultima scelta non può essere accettata dalla comunità orvietana e dalla Amministrazione che la rappresenta.

Mi auguro  che l'amministrazione comunale metta in atto tutte le azioni necessarie a far ritornare le  Ferrovie dello Stato sulle proprie decisioni, ma che rivendichi anche  con forza e convinzione  la risoluzione degli annosi problemi dei lavoratori che - dovendo forzatamente utilizzare questo mezzo di trasporto - sono ricattati costantemente sul versante della qualità e su quello dei costi. 

Rifondazione Comunista sarà in prima fila in queste battaglie.  

Pubblicato il: 08/07/2010

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