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I legali di Pongeli: 'Sentenza illegittima, vinceremo in Appello'

Così il pool difensivo del notaio, condannato per peculato a tre anni e mezzo con interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e per tre anni dalla professione, commenta la sentenza del giudice di primo grado

ORVIETO - Una sentenza illegittima che sarà appellata con sicuro successo. Così il pool difensivo del notaio Alessandro Pongelli, condannato per peculato a tre anni e mezzo con interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e per tre anni dalla professione, commenta la sentenza del giudice di primo grado. "Il notaio Pongelli, in ordine agli episodi relativi alla sentenza di condanna dello scorso 24 giugno, di cui solo deve rispondere, non si è mai appropriato di un solo centesimo di euro, in pregiudizio dello Stato e - o dei propri clienti - affermano gli avvocato Manlio Morcella, Andrea Solini e Francesca Rutili -. Tutte le somme versate dai clienti nelle mani del notaio per adempiere le obbligazioni tributarie correlate dei rogiti da lui redatti, sono state interamente corrisposte dallo stesso notaio nei termini dovuti a favore delle casse dello Stato, senza l'aggravio di interessi e-o sanzioni". "Per tale ragioni, nessun danno è stato arrecato allo Stato - proseguono i legali - o ai clienti del professionista, i quali, per questo motivo, non si sono costituiti parti civili nel giudizio penale di riferimento". Quanto alla sentenza "sebbene non siano ancora disponibili le motivazioni" essa "viene pertanto ritenuta e senza dubbio alcuno, incontrovertibilmente illegittima, perché - affermano - non risponde alla normativa che vige in tema di autoliquidazione telematica delle imposte relative ai contratti stipulati dai notai e perché nessuno deve risponderne in sede penale di episodi diversi da quelli a lui contestati. Perciò, tale decisione che deve annoverare alla categoria della cosiddetta "giurisprudenza creativa", sarà appellata con sicuro, inevitabile successo". Tra il 2006 e il 2009 il professionista orvietano è stato arrestato per ben due volte per peculato. Secondo l'ipotesi di reato non aveva versato o lo aveva fatto oltre i termini fissati dalla legge le imposte sugli atti dei clienti. Per il primo episodio il notaio ha patteggiato (settembre 2007) un anno e undici mesi con la condizionale. Per i fatti successivi è stato condannato a tre anni e mezzo.

Pubblicato il: 03/07/2010

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