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Otto mesi al cantoniere della Provincia della sede distaccata di San Venanzo

Truffa aggravata e peculato d'uso.  Così, nelle scorse settimane (ma la notizia si è appresa soltanto ieri), si è pronunciato il giudice del tribunale di Orvieto

SAN VENANZO - Truffa aggravata e peculato d'uso, otto mesi per il cantoniere della Provincia della sede distaccata di San Venanzo che andava e veniva dal lavoro con il furgoncino dell'ente. Così, nelle scorse settimane (ma la notizia si è appresa soltanto ieri), si è pronunciato il giudice del tribunale di Orvieto al termine del procedimento per rito abbreviato a carico dello stradino arrestato a novembre dello scorso anno dai carabinieri. I militari lo avevano tenuto d'occhio per diverso a seguito di una segnalazione. Pedinamenti, appostamenti, osservazioni prolungate nel tempo e alla fine erano andati ad aspettarlo sotto casa per stringergli le manette ai polsi. Sì perché d'abitudine, il cinquantenne avrebbe usato il mezzo della Provincia per gli spostamenti casa - lavoro. Una leggerezza? Un peccato veniale? Niente affatto, per la legge si tratta a tutti gli effetti di un reato, anche piuttosto grave: truffa aggravata e peculato d'uso. Il cantoniere, arrestato e poi subito scarcerato con due mesi di sospensione dal servizio, da sempre si è difeso sostenendo che per pranzo andava semplicemente a trovare gli anziani genitori e poi se ne tornava al cantiere, ma senza nulla togliere all'orario di lavoro. Tanto non è bastato al giudice che gli ha inflitto una condanna ad otto mesi. Nel pomeriggio di ieri non è stato possibile raccogliere commenti alla vicenda, né tramite il presidente della Provincia, Feliciano Polli, né tramite l'assessore al Personale, Domenico Rosati. "Una volta approfonditi gli atti ufficiali, valuteremo - anche insieme ai nostri legali - i provvedimenti da prendere per tutelare l'ente sia in riferimento al caso specifico, sia più in generale per migliorare la rete dei controlli sul personale". Così il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli aveva commento, a suo tempo, l'arresto in flagranza dell'operaio di San Venanzo. "L'ente intende tutelarsi, dal caso specifico e più in generale perché non si ripetano simili episodi - aveva proseguito Polli - È evidente che la Provincia ha già un sistema di controllo dei propri dipendenti. Ma il personale risulta sparpagliato sul territorio, cosicché è particolarmente difficoltoso un costante e totale riscontro".

Pubblicato il: 30/06/2010

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