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Festa democratica. Lavoro tra crisi e crescita

Mercoledì 30 giugno con Gianluca Rossi, assessore allo Sviluppo economico, e Fausto Galanello, consigliere regionale. Sintesi del dibattito di sabato 26 giugno

Ancora il lavoro e la crisi al centro dei dibattiti della Festa Democratica di Orvieto. Dopo l'appuntamento del 26 giugno dedicato ai quarant'anni dello Statuto dei Lavoratori, l'iniziativa in programma mercoledì 30 giugno, alle ore 21.00, presso lo spazio dibattiti del Parco Urbano del Paglia, mette a tema l'Umbria e le politiche regionali per il lavoro. A ragionare insieme al pubblico, Gianluca ROSSI, Assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria e Fausto GALANELLO, consigliere regionale.

L'Umbria paga un pesante dazio alla crisi in termini di disoccupati e cassintegrati. A riprova del permanere di una situazione di difficoltà, anche nel corso dei primi sei mesi del 2010 si è registrato, sul 2009, un aumento delle ore totali di cassa integrazione (+123,2%), mentre un recente rapporto di Bankitalia evidenzia come in Umbria  il tasso di occupazione scenda ad un ritmo molto più veloce che nel resto del Paese

Tutti i territori della regione segnalano condizioni di criticità occupazionale e imprenditoriale. Una situazione incerta, aggravata dalla manovra depressiva del governo Berlusconi che punisce in maniera sin troppo evidente l'Umbria, salita al terzo posto nella classifica delle regioni più colpite dai provvedimenti. A livello nazionale i tagli di Tremonti determineranno una perdita di 87 euro a cittadino. In Umbria la cifra salirà a 130.

Si parlerà, inoltre, delle politiche e dei programmi che il governo regionale intende attivare per  sostenere le imprese e per dare forza allo sviluppo di nuovi comparti- legati a quella "Green Economy" sulla quale la presidente Marini ha fortemente investito in termini politici e di progetto - che possono contribuire al rafforzamento e all'innovazione del sistema produttivo umbro.


 Sintesi del dibattito del 26 giugno

"Lavoro, regole, creatività" questo lo slogan della Festa Democratica duemiladieci.

Quale miglior argomento di dibattito, allora, se non il quarantesimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori? È per questo che sabato 26 giugno sono saliti in cattedra i segretari e i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL della provincia di Terni e uno dei leader storici del sindacato italiano, Sergio D'Antoni , oggi Deputato del Partito Democratico e, dal 1991 al 2000, segretario nazionale della CISL.  In un ambiente sereno e rilassato, il dibattito è elegantemente riuscito ad unire le parole di giovani attenti alle problematiche sociali e quelle delle tante persone che hanno trascorso la loro vita divisi tra lavoro e battaglie per i diritti dei lavoratori.

A suggellare l'incontro tra generazioni vecchie e nuove, la consegna di una pergamena ai primi delegati delle aziende orvietane da parte del segretario dei "Giovani Democratici" Federico Petrini.  Una bella ed emozionante occasione della memoria per riordinare le passioni che animarono una straordinaria stagione di riformismo sociale e culturale e che si concluse con l'approvazione della legge 300, lo "Statuto dei Lavoratori".

Non di circostanza le riflessioni di alcuni dei presenti che, forgiati dalle forti esperienze all'interno dei sindacati, hanno sì riportato alla luce vecchi ricordi ma anche analizzato in maniera attenta, e con la lungimiranza di chi ha vissuto, le attuali problematiche nelle nuove generazioni.  Di "incontro di culture" ha, infatti, parlato l'On. D'Antoni, riferendosi alla necessità di una sintesi culturale e politica tra i nuovi bisogni ed orizzonti delle nuove generazioni e il patrimonio di valori dei più anziani.

L'urgenza di un progetto di "società dei lavori" che tenga insieme le narrazioni dei padri e dei nonni con quelle dei figli è stato il tema conduttore che, con più insistenza, è circolato in diversi interventi della serata.  

A conclusione dell'iniziativa, e sopra ogni prospettiva di parte, la certezza che i diritti dei lavoratori, sempre più spesso oggetto di tentativi di manomissione, debbano restare l'asse centrale di quel processo di civilizzazione, oggi minacciato da poteri globali senza controllo, sul quale l'Europa ha costruito la sua democrazia e il suo stato sociale.

 

 

Pubblicato il: 30/06/2010

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