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Sgominata la banda dei videopoker

Agivano tra Orvieto e Fabro. Nove in tutto gli arresti eseguiti ieri mattina, su ordinanza di custodia cautelare a firma del gip del tribunale di Orvieto, al termine di una "complessa e prolungata attività investigativa"

ORVIETO - Non si muovevano mai senza fare prima meticolosi sopralluoghi. Poi organizzavano il raid, col favore della notte: entravano nei bar con violenza inaudita e asportavano videopoker e registratori di cassa, per dividersi il bottino subito dopo, nelle campagne circostanti. Al termine se ne tornavano a casa, tra Roma, Ostia e Latina. Sarebbe questo il modus operandi di una banda di rumeni specializzata nel saccheggiare i bar e ritenuta responsabile di una decina di colpi che si sono consumati tra Orvieto e Fabro durante i mesi di gennaio e febbraio scorsi. Nove in tutto gli arresti eseguiti ieri mattina, su ordinanza di custodia cautelare a firma del gip del tribunale di Orvieto, al termine di una "complessa e prolungata attività investigativa" condotta dai militari dell'Arma di Todi e Città di Castello, nell'ambito di un'operazione denominata Jackpot. Si tratta di altrettanti rumeni, tutti con precedenti, orbitanti nella zona a sud di Roma e di età compresa tra i ventuno e i trentasei anni. Gli arrestati sono: Draghia Nicolae, trent'anni, Cosmin Patrutescu, ventuno anni, Ion Noditi, trentasei anni, Victor Ion Draghia di ventotto, Viorel Draghia, trentuno, Cornel Ghitan ventotto, Angel Eugen Covrig di trentuno anni, Constantin Madalin Alexe, di ventidue anni, Mihai Gula di ventiquattro anni. Un decimo esponente dell'organizzazione - Marinel Eugen Lupu, di ventiquattro anni - è riuscito per il momento ad evitare gli arresti ed è ricercato, anche all'estero. "Secondo il quadro accusatorio - riferiscono in una nota congiunta i carabinieri di Todi e di Città di Castello - gli arrestati, nel periodo tra gennaio e febbraio del corrente anno, si sono resi responsabili di numerosi furti consumati in Orvieto e Fabro ai danni di bar o altri esercizi commerciali". "Durante i loro raid - viene specificato nella nota - la banda operava di notte ed in maniera ben organizzata: ogni componente dell'organizzazione aveva un compito preciso, i loro colpi erano preceduti da minuziosi sopralluoghi ed il bottino veniva ripartito subito dopo il furto, quando i malviventi si rifugiavano nelle campagne circostanti il bar saccheggiato, prima di rientrare nel Lazio. Gli indagati, spesso, devastavano gli esercizi commerciali presi di mira, dove asportavano slot machine e altre apparecchiature elettroniche contenenti denaro". I nove uomini finiti in manette si trovano ora ristretti nel carcere ternano di Capanne. Nel periodo tra gennaio e febbraio, tra gli altri colpi, era stato preso di mira per ben due volte anche il bar della stazione ferroviaria di Orvieto.

Pubblicato il: 29/06/2010

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