L'agricoltura cresce
L''Osservatorio sulla situazione economica e sociale dell'Area orvietana' presenta una foto economica di Orvieto e dell'Orvietano in cui l'attività agricola è trainante. Disoccupazione sotto la media provinciale
Economia
Il Bollettino dell'"Osservatorio sulla situazione economica e sociale dell'Area orvietana", realizzato dal Comune di Orvieto e presentato nei giorni scorsi, prosegue la pubblicazione dei dati rilevati dai censimenti decennali dell'ISTAT e si sofferma, in questo undicesimo numero, sui mutamenti intervenuti fra il 1990 e il 2000 nella struttura dell'agricoltura ad Orvieto e nell'Orvietano.
In questo settore primario, in un decennio sono aumentati il numero delle aziende e la relativa superficie (24,9% ad Orvieto e 14,2% nel comprensorio) mentre è proseguita la tendenza negativa in atto dal 1982 nella provincia ternana e in special modo nell'intera regione. Relativamente alle colture, è considerevolmente aumentata la coltura della vite e in misura ancora maggiore quella dell'olio. Si è verificato invece un crollo degli allevamenti, che ha colpito tutta la regione, in special modo Orvieto, dove l'ISTAT, in un recente convegno, ha però segnalato un crescente sviluppo delle produzioni agricole di qualità.
Oltre all'agricoltura, il Bollettino sviluppa nella sua prima parte quattro nuovi temi, non sviluppati nei precedenti numeri, relativi al commercio, ai prezzi al consumo, ai sistemi locali di lavoro e della sanità.
Nel commercio, particolarmente nel comparto alimentare, la quota degli esercizi di vicinato, nel comprensorio, è molto più alta rispetto alla media regionale (69%, se misurata per superficie utilizzata) e più bassa la quota delle medie strutture, essendo assenti le grandi strutture. Quanto ai dati riguardanti i prezzi al consumo riportati nel Bollettino, il coordinatore del gruppo di Lavoro dell'Osservatorio. Elvio Dal Bosc, ha però precisato che sono da considerare prime stime e che quindi i dati dovranno essere ancora completati, sottoposti ad ulteriori rilevazioni ed affinati metodologicamente.
Sul fronte dei sistemi locali di lavoro, invece, l'analisi dei dati mostra che il tasso di disoccupazione nel 2001 era del 5,3% nell'area orvietana contro il 5,9% nella provincia di Terni e il 5,6% in Umbria. I dati presentati sulle previsioni occupazionali redatti nell'indagine Excelsior indicano che, nel comprensorio, alle fine del 2003 l'occupazione dovrebbe crescere di 177 unità delle quali 76 nell'industria (così suddivisi: 50 nel commercio, 24 nel turismo e trasporti, 27 nei servizi alle imprese e alle persone) e 101 nel terziario (14 nell'industria in senso stretto, 62 nelle costruzioni).
Il quadro congiunturale nel 2002 appare nel complesso favorevole per l'area orvietana: aumenta di 28 unità il numero delle imprese nei settori extragricoli, gli avviamenti al lavoro si riducono di 97 a carico del settore terziario, crescono le presenze nel turismo (grazie al comparto extralberghiero), l'espansione dei crediti bancari appare più elevata nel comprensorio e più contenuta ad Orvieto.
Il Bollettino riporta infine i risultati di un questionario sull'abuso di alcool fra i giovani raccolto dall'ASL di Terni e in appendice una rassegna dell'economia umbra sulla base di uno studio della Banca d'Italia, curata dall'Ufficio Studi del Comune di Orvieto.
"Dal 1982 in poi, non si è più parlato di solo sviluppo agricolo ma di sviluppo intergrato dell'area orvietana - ha affermato dal canto suo il Sindaco, Stefano Cimicchi - lo scenario attuale di questo sviluppo indica un volume di investimenti su questa area territoriale pari, se non addirittura superiore, agli interventi che furono messi in atto con le leggi per Orvieto, si tratta di oltre 120.000.000,00 di Euro di investimenti di cui la sola rifunzionalizzazione del complesso dell'ex Caserma 'Piave' comporterà investimenti dell'ordine di 50.000.000,00 di Euro. Queste sono le cifre degli investimenti per la realtà orvietana dei prossimi anni. Sappiamo che non basta, nel senso che occorre lavorare per elevare gli standard di qualità in alcuni settori portanti come: la ulteriore qualificazione del comparto del turismo, il miglioramento e la maggiore sinergia tra i vari settori, la formazione continua per diversificare le attività, stimolare la scarsa mobilità imprenditoriale da un settore all'altro, creare stimoli ed occasioni di concorrenzialità forte, dinamicizzare le imprese, fare innovazione, mettersi in discussione. Spesso si cavalca l'ignoranza, occorre invece vincere tanti luoghi comuni retaggio di una cultura economica superata".
Pubblicato il: 29/10/2003