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LE RAGIONI DEI NO E DEL SI' DEI COMUNISTI ITALIANI

A bocce ferme Carlo Tonelli dice la sua sull'approvazione del bilancio e altro. "Con umiltà, dignità e rabbia"

foto di copertina

di Carlo Tonelli, capogruppo dei Comunisti italiani in Consiglio comunale ad Orvieto

Per dovere di cronaca, ritengo utile riassumere le ragioni del voto del PdCI espresse nella seduta del Consiglio comunale del 18 giugno scorso:

 

-          Piano triennale opere pubbliche ed annuale 2010 voto contrario in quanto è stata stralciata

la variante di Sferracavallo considerata dai Comunisti Italiani strategica e fondamentale per la vivibilità del quartiere di Sferracavallo e per lo sviluppo economico dell'Orvietano.

Si prende atto delle dichiarazioni del sindaco e dell' assessore al ramo che l'opera in questione sarà portata avanti nel prossimo futuro ed in condizioni normali tutto ciò avrebbe potuto orientare positivamente il voto salvo fare il classico nodo al fazzoletto; ma mettendo le mani in tasca il nodo lo abbiamo trovato già fatto ed erano gli impegni assunti da questa Amministrazione, in seguito alla nostra interrogazione sulle opere pubbliche e progettualità in itinere del 21/09/2009 ed al dibattito del Consiglio del 8/10/2009.

Le obiezioni sollevate oggi, di priorità e difficoltà economiche, le avevamo responsabilmente già poste noi in quelle occasioni ottenendo risposte diverse dalle attuali.

Si prende definitivamente atto che questa opera pubblica non interessa né al centrosinistra né al centrodestra. A noi sì.

Sino a quando la variante di Sferracavallo non verrà reinserita nel piano delle opere pubbliche i Comunisti Italiani voteranno contro ogni atto politico-amministrativo proposto da codesta Amministrazione.

-          Lineare e logica conseguenza il voto contrario sul bilancio di previsione 2010

Ad essere onesti, poco c'è da dire sui vari aumenti perché difficilmente si sarebbe potuto fare diversamente. Non staremo a ragionare più di tanto sulla mancanza di respiro e progettualità della proposta i bilancio perché solo sulla soluzione di come trovare i 3 milioni di euro necessari per far tornare i conti si poteva dissentire e sul percorso.

E questo noi abbiamo fatto con chiarezza e fermezza già dagli atti politici ( non partecipazione al gruppo di lavoro politico e da quelli amministrativi  propedeutici al riequilibrio di settembre 2009 ed al previsionale 2010 ( non condivisione della operazione parcheggi).

Con la esternalizzazione dei parcheggi di superficie e la possibilità di chiudere le scale mobili fino a sei mesi l'anno finisce l'utopia percorribile della mobilità alternativa ed i parcheggi tornano ad essere semplicemente parcheggi .

Noi crediamo infine, ed è il punto che più ci preoccupa, che senza stabilità politica non c'è Orvieto nel futuro, o semplicemente non c'è futuro o ancor più semplicemente non c'è Orvieto.

Le scadenze dei prossimi mesi (atti di riequilibrio,caserma Piave etc etc) senza condivisione degli obiettivi ed unità di intenti difficilmente troveranno soluzioni adeguate.

 -          In riferimento all'emendamento  del consigliere Gialletti sui gettoni di presenza i Comunisti Italiani

hanno espresso voto favorevole perché così concordato nella riunione dei capigruppo nella pausa consiliare del 18 giugno.

Indipendentemente da ciò avremmo comunque votato a favore o l'avremmo proposto noi perché siamo stanchi del facile perbenismo di facciata, della demagogia e della finta democrazia.

La partita per noi ha una valenza più ampia e va inquadrata nella nostra linea di non condivisione di qualsiasi azione di riduzione dei costi della politica solo e principalmente sulle spalle del consigli comunali quasi il Consiglio  fosse fonte di sprechi per la collettività.

Sono in atto riforme che diminuiranno, nelle prossime elezioni, il numero dei consiglieri e non quello dei parlamentari mentre Enti sempre in discussione ( Comunità Montane, province) rimangono sia che governi il centrodestra o il centrosinistra.

Il taglio poi del 10%, proposto dal governo attuale, al trattamento economico di ministri e sottosegretari si è risolto nella presa in giro di complessivi 72.000 euro ( perché riservato solo ai membri non eletti in parlamento).

I privilegi di parlamentari e consiglieri regionali restano.

I 21 euro lordi rappresentano la dignità dei consiglieri ed il rispetto del primo anello della politica e della democrazia.

Se "costa" troppo aboliamo il Consiglio comunale e vediamo dove andrà la democrazia ed il libero confronto cittadino.

In un momento economico oggettivamente difficile la abolizione del gettone deve essere concordata fra tutti i capigruppo prima e non durante il Consiglio comunale perché deve avere unanimi consensi altrimenti si esce tutti sconfitti agli occhi della opinione pubblica, come sta succedendo, indipendentemente dalle diverse e legittime posizioni emerse.

Sorrido pensando a coloro che prediligono la ricerca della visibilità e del nuovo a tutti i costi  in politica e mi chiedo come si comporteranno quando le prossime partite di bilancio , risanamento e sviluppo presenteranno le loro scadenze?

Tutti sappiano che i Comunisti Italiani in futuro continueranno a non fare sconti a nessuno prediligendo semplicemente il fare politica nell'interesse della Città.

Si ricorda che i rappresentanti del Comune nelle partecipate sono nominati, i consiglieri eletti dal popolo.

Il Consigliere comunale non vive di politica ma ha una sua dignità ed importanza.

Il gettone, per il PdCI, rappresenta il valore simbolico della difesa del ruolo e dell'autonomia del Consiglio Comunale.

Con umiltà, dignità e rabbia




 

Pubblicato il: 26/06/2010

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