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I dipendenti ex Acas sono di nuovo senza stipendio.

"Ci avviciniamo alla terza mensilità non pagata (quattro se contiamo anche la quattordicesima), e siamo sfiniti, esausti, senza speranza", denuncia una dipendente

ORVIETO - "Giugno 2009 - giugno 2010 la storia si ripete": i dipendenti ex Acas sono di nuovo senza stipendio. A denunciare la grave situazione in cui versa tuttora il call center di Bardano, a quasi un anno di distanza dall'affitto di ramo d'azienda alla Radio Call di Messina, è una dipendente che preferisce restare anonima. "Ci avviciniamo alla terza mensilità non pagata (quattro se contiamo anche la quattordicesima), e siamo sfiniti, esausti, senza speranza e con tutti i nostri progetti di vita accantonati da un anno a questa parte - denuncia l'impiegata -. Vogliamo risposte e la sicurezza di uno stipendio a fine mese proprio come tutti gli altri "ex-Acas" (quelli assunti in Webred, ndr) perché non siamo lavoratori di serie B e avremmo dovuto avere tutti gli stessi diritti".  "Abbandonati da tutti e mai assistiti e supportati, anzi direi proprio "fregati" dai sindacati - conclude la dipendente - l'unica nostra "salvezza" dopo un anno di battaglie e sacrifici è licenziarci, l'unico modo per uscire da questa situazione che per noi è diventata un vero e proprio incubo". Da sempre i dipendenti invocano chiarezza sulle modalità con cui si è pervenuti all'individuazione di Radio Call per l'affitto di ramo d'azienda.

Di seguito la lettera integrale di una dipendente della ex Acas Service di Bardano, oggi Radio Call:

GIUGNO 2009-GIUGNO 2010 e la storia si ripete, o meglio non è mai finita a distanza di un anno stiamo ancora cercando di salvare il nostro posto di lavoro

Vi chiederete, "ma chi è che parla?"provate a indovinare

Vi ricordate la storia della mega-evasione fiscale della Acas Services?...che la Sig.ra Bernini non abbia saputo gestire l'oro che aveva nelle sue mani è fuori discussione, ma tutta la vicenda nasce da un sottobosco di intricate vicende politiche il cui ultimo fine, peraltro riuscito benissimo, è stato quello di riprendere nelle proprie redini la gestione regionale dei Cup-Centri Prenotazione Sanitarie (guarda caso tutto scoppia solo due mesi prima della scadenza dell'appalto e della nuova gara che poi non c'è mai stata).

 Ma chi è stato a fare le spese di questo raffinato gioco di ripicche e di potere? Una ventina di sfigati addetti al Cup di Messinatutti gli altri lavoratori hanno salvaguardato il loro posto e alcuni se lo sono anche abilmente giocato a scapito di chi il lavoro lo sapeva e lo sa veramente fare.

La scorsa estate siamo andati avanti cinque mesi lavorando normalmente e mandando avanti da soli un servizio pubblico, nella speranza che qualche altra società si facesse carico di noi poveri disgraziati.

 E dopo cinque mesi la svolta, penserete voi, e invece noecco la bufala! Viene affidato il servizio a una nuova società senza che nessuno, e sottolineo nessuno, facesse gli adeguati controlli che secondo noi, ignoranti in materia, andrebbero fatti. Purtroppo ad alcuno è venuto in mente di verificare che la nuova società, che non voglio neanche nominare, avesse tutti i requisiti per farsi carico di altri ventitrè dipendenti.

A Natale ecco l'amara sorpresa: in attesa del primo stipendio dopo mesi di sacrifici, ci sentiamo dire che la società non è capace di far fronte agli stipendi dei lavoratori e senza nessuna sorpresa scopriamo che i vecchi dipendenti non percepiscono lo stipendio da ben sette mesi

Non vi sto neanche a raccontare come abbiamo passato questi otto mesi sotto la nuova gestione, vi posso solo dire che abbiamo continuato a lavorare, che qualche stipendio (uno ogni due mesi l'abbiamo anche preso), ma potrei fare una lista di nomi che in qualche modo ci hanno garantito una mano e una soluzione radicale al problema e che puntualmente sono svaniti nel nulla (me ne vengono in mente sette in questo momento, ma se ci penso un po' ne ricorderei anche altri).

Ora siamo a fine Giugno 2010 e ci avviciniamo alla terza mensilità non pagata (quattro se contiamo anche la quattordicesima), e siamo sfiniti, esausti, senza speranza e con tutti i nostri progetti di vita accantonati da un anno a questa parte.

Vogliamo risposte e la sicurezza di uno stipendio a fine mese proprio come tutti gli altri "ex-acas" perché non siamo lavoratori di serie B e avremmo dovuto avere tutti gli stessi dirittianche se una sola cosa ho imparato in questi mesi: che il lavoratore, quello vero, non è mai tutelato.

Abbandonati da tutti e mai assistiti e supportati, anzi direi proprio "fregati" dai sindacati, l'unica nostra "salvezza" dopo un anno di battaglie e sacrifici è licenziarci, l'unico modo per uscire da questa situazione che per noi è diventata un vero e proprio incuboe poi?...e poi ditemelo voi

Pubblicato il: 22/06/2010

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