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Venerdì discussione del bilancio ad Orvieto. Poche parole e qualche verità

di Dante Freddi Domani vedremo con chi abbiamo a che fare. E' necessario stabilire almeno qualche punto fermo, perché corriamo il rischio di divulgare, seppure come semplici canali ed in buonafede, una massa di mezze verità, quasi fandonie

foto di copertina

Tutti in silenzio, in attesa che si alzi il sipario. Da giorni la discussione del bilancio 2010 del Comune di Orvieto non è notizia in prima pagina, per scriverne si aspetta soltanto di poter raccontare lo "spettacolo" del 18 di giugno.
La trama, secondo alcuni, si propone banale e l'atmosfera è priva di aspettative e colpi di scena.
Il Pd porterà qualche contributo per manifestare pubblicamente la sua esistenza, lo stesso il centrodestra, Còncina tirerà le fila, farà appello alla responsabilità, il documento sarà approvato con la probabile astensione del centrosinistra- qualcuno non verrà neppure in Consiglio- e ne riparleremo a settembre.
Così sembrerebbe, ma non non è scontato e potrebbe bastare qualche parola di troppo, sfuggita per caso o volontà, per innescare  la scintilla dell'incendio rovinoso. Troppa paglia in giro per fondare questo "Progetto per Orvieto nel futuro" e poche pietre d'angolo.  
In alcuni interventi dell'ultimo turbato mese politico, prima del lungo silenzio scaramantico che sta anticipando il giorno del Consiglio, Valentino Filippetti ha ribadito la posizione del PD orvietano, di cui parrebbe  essere stato in quei giorni l'esegeta, rimandando al centrodestra, e specificatamente a Olimpieri e Ranchino, le origini della difficoltà a chiudere il bilancio 2010 e a mantenere il patto "Progetto Orvieto nel futuro".
Scrive Filippetti: "Paziente elaborazione di una proposta di bilancio largamente condivisa non vuol dire inseguire Ranchino nella campagna elettorale che l'esponente del centro destra ha aperto dall'inizio dell'anno. Questa incombenza la possiamo lasciare ad Olimpieri, eternamente in ritardo, e a Concina, che è costretto all'inseguimento".
Il quadro filippettiano disegna un paesaggio realista e còglie alcuni aspetti veri della nostra realtà politica e si potrebbe anche comprendere una critica da parte del Pd, quando fosse offerta come stimolo per costringere il centrodestra ad una maggiore incisività nell'amministrazione. Ma il documento delirante diffuso una mesata fa, il 15 maggio, non è stato questo. E' stato una porta sbattuta in faccia al sindaco ed ai suoi, intriso di un "negazionismo" assurdo, da cui non può nascere nulla. Un errore anche tattico, perché la via d'uscita da questo cul de sac è la rottura del centrosinistra, con qualcuno che passa dall'altra parte, oppure il  commissariamento e quindi le elezioni. Il  Pd ne assumerebbe così la responsabilità politica e poco vale che Filippetti si affanni ad affibbiare la colpa all'insipienza degli avversari politici.
Se poi nel centrodestra c'è davvero qualcuno che non vuole appoggiare il suo sindaco, si faccia avanti e se ne assuma la responsabilità.
Mutatis mutandis, un eventuale Bruto di Còncina lo sapremo riconoscere e smascherare.

Intanto le scelte amministrative che dovevano emergere nel Progetto, partorite dalla commissione tecnica e politica con il contributo di tutti, sono ormai al margine della discussione e serviranno soltanto per approvare un bilancio che il tecnico Gnagnarini definisce "fittizio", che significa, come spiega il vocabolario Palazzi, "più apparente che reale", con qualche spesa spostata al prossimo anno e qualche milione di entrate anticipate al 2010.
E' intervenuto polemicamente perfino Stefano Mocio e ha ricordato che "Il 2008 è stato un anno estremamente importante sul versante del risanamento, con il rientro nel patto di stabilità e con il consuntivo chiuso con poche centinaia di mila euro di deficit. Ancora più importante è stato sul fronte della stabilizzazione, sia attraverso le procedure di locazione della Caserma Piave, sia attraverso ulteriori interventi di contenimento della spesa. Il percorso pluriennale di risanamento stava a garanzia del fatto che non si andasse a colpire i più deboli, né con la tassazione (che anzi è stata ridotta proprio per evitare appetiti di spesa), né con il taglio drastico dei servizi culturali (scuola di musica, centro studi, teatro, ecc.), a domanda individuale o socio - assistenziale".

A questo punto, data l'insostenibile leggerezza dei numeri e l'evidente diversità delle versioni, qualcuno ci sta prendendo per i fondelli. Còncina con il suo catastrofismo o Mocio e Filippetti con il loro negazionismo.
Noi siamo abbastanza abituati a cercare i chiaroscuri, a tentare di intendere le sfumature, ma qui ci si oppongono due realtà così diverse che si richiede un impegno di trasparenza, di cui noi e i nostri lettori abbiamo bisogno.
Agli amministratori di ogni razza corre l'obbligo di dire la verità, tutta, oggettiva, chiara, perché altrimenti diventa sconsigliabile diffondere i loro comunicati e pubblicizzare le loro affermazioni. E' necessario stabilire almeno qualche punto fermo, perché corriamo il rischio di divulgare, seppure come semplici canali ed in buonafede, una massa di mezze verità, quasi fandonie.
Domani , 18 giugno, sarà l'occasione buona per comprendere con chi abbiamo a che fare.

Pubblicato il: 17/06/2010

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