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Grinta. Manifestazione delle operaie, senza cassa integrazione e con poco futuro

Ci hanno abbandonato tutti - esordisce un'operaia - troppe cose sono passate sotto silenzio. Amministratori e politici, di destra e di sinistra, si sono fatti vivi solo sotto elezioni per poi sparire nel nulla, e i sindacati non hanno fatto di più"

ORVIETO - Per otto mesi sono andate a lavorare senza stipendi, adesso sono a spasso da sei mesi senza alcuna cassa integrazione e per giunta con l'azienda che è fallita. Le ottantacinque operaie di Grinta, il tessile orvietano che è anche il più grande per manodopera impiegata di tutto il Ternano, ieri hanno manifestato davanti ai cancelli dello stabilimento di Bardano a cui il tribunale ha messo i sigilli. Non vogliono sussidi, se non la cassa integrazione che spetta loro di diritto, ma vogliono soltanto tornare a lavorare. "Ci hanno abbandonato tutti - esordisce un'operaia - troppe cose sono passate sotto silenzio. Amministratori e politici, di destra e di sinistra, si sono fatti vivi solo sotto elezioni per poi sparire nel nulla, e i sindacati non hanno fatto di più". "Ci hanno fatto lavorare per mesi senza stipendio - denuncia Iva -, abbia lavorato gratis per le ore del turno e oltre fino a che non avevamo più neanche i soldi della benzina". Da dicembre, l'azienda - ottantacinque operaie altamente specializzante nella produzione di alta gamma, tutte con esperienza venticinquennale - ha fermato la produzione e, alla fine di maggio, è fallita. "Per due anni è andato tutto bene - affermano le lavoratrici - poi a gennaio 2009 sono iniziati a saltare gli stipendi, ma le commesse entravano, per questo abbiamo fatto immensi sacrifici: per non fermare la produzione e per salvare il posto di lavoro. La proprietà ci diceva che avrebbe trovato finanziamenti e che le cose sarebbero migliorate". Ma niente. Colpa, forse, anche di una "cattiva organizzazione" spiegano le lavoratici. In più, le banche non hanno concesso linee di credito. Infine l'ultimo capitolo: l'ipotesi di affitto di ramo d'azienda che però non ha salvato Grinta dal fallimento, decretato dal giudice il 31 maggio scorso. Della cassa integrazione, nel frattempo, neanche l'ombra. "I sindacati dicono che la firma ha i suoi tempi - affermano le operaie - ma noi non reclamiamo soltanto il diritto ad avere di che vivere per questi mesi, ma vogliamo lavorare. Chiediamo l'aiuto delle istituzioni, perché si individui un imprenditore o più imprenditori in grado di riaprire lo stabilimento nel più breve tempo possibile".

Pubblicato il: 17/06/2010

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