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Il futuro del Casermone non può essere pensato senza l'ex ospedale

di Dante Freddi Esiste uno sciagurato che investirebbe 34milioni e 750mila euro per acquistare un gioiello e rinuncerebbe alla sua pietra più preziosa (l'ex santa Maria della Stella)?

foto di copertina

Sul Casermone sarà costruito il bilancio comunale 2011 e quelli successivi, sia che si venda o che si ceda in concessione. Il Consiglio comunale ha stabilito che devono essere avviate tutte le azioni per valorizzare il complesso immobiliare e che non dovrà essere ceduto per meno di 34milioni e 750mila euro. E poi, come che sia, venduta o in concessione, da "Vigna grande", come la chiamavano ai tempi di Mocio, dovranno venire per l'anno 2011 almeno ad 3milioni e 300mila euro e almeno a  2milioni per l'anno 2012. Poi vedremo, quando sarà presentato il successivo piano triennale.
Il Consiglio ha votato.

In questa scelta c'è la stampella che sostiene l'Amministrazione Còncina e la fa andare avanti, ma anche la sua fragilità.
Premetto che ritengo sia necessario non arrivare al commissariamento e che quindi, pur con tutti i crismi della legalità amministrativa, si debbano tentare tutte le vie per uscire dall'empasse. Ma i problemi sono tutti ancora lì ed affidare alla Piave la salvezza, così come aveva immaginato la precedente Amministrazione, comporta il rischio replicare una situazione già vista.
Ai suoi tempi l'ex sindaco aveva fatto i conti e aveva deciso che la Piave dovesse rendere 3milioni all'anno, quanti servivano per pagare i mutui che ha il Comune. Magicamente tutte le risorse in entrata sarebbero state liberate per gli investimenti e i numeri "pericolanti" sistemati.
Il Consiglio ha votato.
Alla fine del percorso, lo scorso anno, ci si accontentava più realisticamente di 2milioni di canone annuo, compreso l'ex ospedale , e una rata una tantum di 2milioni.
Il Consiglio ha votato.
Oggi niente di nuovo sotto il sole, tranne il fatto che non si parla dell' ex ospedale, immobile chiave per immaginare complessivamente   il centro storico e vera chicca in vendita.
 L'ospedale è proprietà della Regione e il Comune di Orvieto ha l'opzione per l'acquisto. Lo scorso anno valeva intorno ai 6milioni, ma i numeri, come i lettori avranno notato, sono soltanto orientativi e presentano un grado elevatissimo di elasticità.
Una domanda, che mi pongo e rigiro a chi vorrà raccoglierla, certo non agli amministratori, che la risposta se la sono già data: esiste uno sciagurato che investirebbe 34milioni e 750mila euro per acquistare un gioiello e rinuncerebbe alla sua pietra più preziosa (l'ex santa Maria della Stella), che era precedentemente compresa nel prezzo?  se qualcuno pensasse a costruire nel Casermone una struttura ricettiva di qualsiasi tipo, accetterebbe che qualche altro potesse realizzare altrettanto, in concorrenza,  a piazza Duomo, in quelle miglia di metri quadrati di fronte al Duomo, con tanto di giardino?
E poi.
Come è possibile decidere cosa va bene per il Casermone, e quindi per lo sviluppo della città, senza che nel ragionamento sia compreso quell'immobile?
Questo ragionamento convinse anche il precedente Consiglio, tant'è che l'ospedale fu inserito nel bando all'ultimo momento.
In conclusione. Il  taglio di qualche centinaia di migliaia euro a Tema o scuola di musica o gestione dei bagni pubblici è un bene, segnala la volontà virtuosa di reimpostare il bilancio, ma  se non affrontiamo davvero i problemi e ci nascondiamo dietro un dito, tra qualche mese, quando i soldi dovranno esserci, quelli veri, le responsabilità non potranno essere ignorate, di tutti, storiche e correnti.

Pubblicato il: 14/06/2010

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