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Concina a Moretti. La Stazione di Orvieto non è automatizzabile

Per il tipo di servizio che deve offrire e per bacino d'utenza.   È questo in sostanza l'appello che il sindaco, Toni Concina lancia all'ad di Trenitalia, Mauro Moretti nei giorni del sit in dei pendolari, manifestazione a cui il primo cittadino non ha preso parte personalmente, ricevendo una valanga di critiche

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ORVIETO - La stazione di Orvieto per il tipo di servizio che deve offrire e per bacino d'utenza non è automatizzabile. È questo in sostanza l'appello che il sindaco, Toni Concina lancia all'ad di Trenitalia, Mauro Moretti nei giorni del sit in dei pendolari, manifestazione a cui il primo cittadino non ha preso parte personalmente, ricevendo una valanga di critiche. In primis dai Comunisti italiani che lo accusano di intrattenere rapporti troppo amichevoli coi vertici di Trenitalia "dimenticandosi - afferma il partito in una nota - che forse tanto amici non sono visto che da lunedì 21, se non andrà a buon fine la nostra azione, non ci sarà più il capo stazione ad Orvieto". "Forse sarebbe stato più fruttuoso fare il primo cittadino - continua la nota - vestire fascia tricolore e lottare dal basso in mezzo alle persone, con il cuore, difendendo la città da questo attacco ingiusto, che non invece agire con mitezza come è avvenuto". Concina, però, nel frattempo, ha formalizzato le proprie richieste a Trenitalia. Lo ha fatto in una nota ufficiale in cui, dopo aver riassunto la situazione che si è venuta a creare (secondo i piani Fs, dai primi di luglio nella stazione di Orvieto non sarà più presente il capostazione: delle attuali persone che ricoprono il turno, una andrà in pensione a luglio, una è stata promossa e trasferita e la terza verrà trasferita d'ufficio nella stazione di Baschi), spinge per un ripensamento del provvedimento. "Il capostazione - scrive il sindaco - sarà sostituito dal dirigente centrale movimento che da Firenze e da Roma gestirà a distanza il transito, le fermate e quanto concerne la circolazione ferroviaria nella stazione di Orvieto e nelle altre della linea tra Firenze e Roma. Che la tecnologia ammoderni le infrastrutture viarie non può che essere un vantaggio, ma ritengo che la tecnologia debba ovviamente portare prima di tutto vantaggi per il servizio. Si sono verificati spesso nell'ultimo anno degli inconvenienti che dovrebbero servire da esempio: molti pendolari orvietani hanno rischiato di raggiungere Roma con più di un'ora di ritardo per guasti al treno o alla Lenta ma, grazie alla presenza del capostazione, è stato possibile comunicare il disagio e far fermare treni che transitavano sulla Direttissima senza recare disservizio a nessuno, poiché le caratteristiche del tracciato ferroviaria di Orvieto non penalizzano i treni che escono e rientrano molto rapidamente dalla Direttissima". "Dal prossimo mese, in caso di inconvenienti - prosegue - ai viaggiatori non rimarrà che attendere o attrezzarsi con mezzi sostitutivi e tutto questo solamente per la mancanza di collegamento diretto tra la stazione di Orvieto e il dirigente centrale movimento. Visto che grazie alla tecnologia è possibile gestire in sicurezza una stazione ferroviaria a distanza non credo sia difficile evitare che decine di pendolari rimangano fermi sul marciapiede mentre alle loro spalle passano treni diretti a Roma". "Mi rendo conto di tutte le esigenze Fs - conclude Concina - che esorto a far riprendere in esame il provvedimento per non penalizzare le centinaia di pendolari perché in alcuni casi arrivare a Roma con un'ora di ritardo significa dover prendere un giorno di ferie". Dalla conferenza comunale dei capigruppo, intanto, è giunta la decisione di convocare quanto prima un consiglio comunale aperto sulla questione.

Pubblicato il: 13/06/2010

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