Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI


Parla la sorella: ''Se mio fratello fosse effettivamente colpevole la famiglia lo ripudierà''

Approfondimento

"Allo stato attuale ritengo che mio fratello non sia coinvolto né coinvolgibile nelle accuse a lui mosse. Affermo però che, nell'ipotesi che queste accuse si dovessero rivelare oggettivamente fondate, io ripudierò mio fratello proprio perché non intendo condividere la scelta terrorista in nessuna forma. Su questo anche i miei familiari sono concordi". Parla la sorella di Paolo Broccatelli, una delle sei persone fermate oggi perché ritenute coinvolte dalla magistratura romana nell'omicidio di Massimo D'Antona. Secondo Stefania Broccatelli, il padre Emilio Broccatelli e la madre Marsilia Baglioni, due operai pensionati, di 72 e 64 anni, le accuse nei confronti del loro familiare sono "assolutamente infondate" e da sempre la famiglia "rifiuta il terrorismo e le sue tragiche conseguenze". E ricorda che in passato, per quanto riguarda l'omicidio D'Antona, le accuse per alcune persone sono cadute, come nel caso di Alessandro Geri. Ai familiari di Broccatelli, le cui abitazioni sono state perquisite, questa mattina il mondo è crollato addosso.

"Quando la polizia è venuta in casa pensavo che dovessero darmi la notizia di un lutto", ha detto Stefania Broccatelli, che alle passate elezioni provinciali a Roma si è candidata nella lista dei Verdi. L'abitazione dove vive da sola, è a pochi passi da quella dei genitori e del fratello, anche lui un "single", nel quartiere popolare del Tiburtino, alla periferia est di Roma. Dalla casa paterna gli investigatori hanno portato via alcune vecchie agende telefoniche. Il fratello, che ha il diploma di maturità scientifica, lo ha visto l'ultima volta alcuni giorni fa in casa dei genitori, una famiglia che ha definito di sinistra.

"Paolo non ha mai fatto politica, di terrorismo abbiamo parlato come si può parlare di una partita di pallone, senza scendere nei dettagli", ha detto la donna, che poi, in un comunicato ha fissato le convinzioni sue e dei genitori, che questa mattina si sono sentiti male quando i poliziotti hanno detto il motivo della loro presenza. "Sono colpita dal coinvolgimento di mio fratello Paolo nelle indagini sulle Brigate Rosse e sull' omicidio di D'Antona. Nessuna autorità mi ha finora mostrato elementi certi - ha spiegato Stefania Broccatelli - che possano dimostrare la veridicità delle gravi accuse a lui mosse. Una cosa è però certa: ripudio ogni forma di terrorismo. Qualsiasi fosse la bandiera, idea o progetto politico del quale si ammantasse, il terrorismo non potrà mai essere una forma di lotta o strumento di azione, in nessuna parte del mondo, in nessuna condizione ed in nessuna epoca. Ciò ritengo, in quanto questa barbara e cinica espressione politica, oltre a produrre lutti e tragedie, presta il fianco anche a strumentalizzazioni politiche da parte di ogni possibile autorità costituita o di governo".

Di fronte a questa "dolorosa vicenda" che ha coinvolto la sua famiglia, Stefania Broccatelli rivendica "la certezza del diritto e il diritto della certezza", per chiudere con un'affermazione: "Del resto le mie scelte parlano chiaro. Sono stata anche candidata dei verdi al consiglio provinciale di Roma ed intendo proseguire su una strada che, in maniera intransigente concepisce solo la politica svolta alla luce del sole".

Pubblicato il: 26/10/2003

Torna alle notizie...