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Katiuscia Marini presenta il suo programma

Le linee programmatiche della IX legislatura 2010-2015, "Umbria 2015, una nuova riforma dell'Umbria"

Prende la parola a 40 anni esatti dalla nascita delle regioni, si dichiara emozionata per il suo debutto sull'Aula, ricorda le sue passate esperienze da sindaco di Todi e da parlamentare europea. Offre il suo pieno contributo al funzionamento ed al rispetto della Assemblea. Parla di valorizzazione del ruolo del Consiglio regionale impegnandosi a rispettarlo. Chiarisce che l'elezione diretta del presidente, non può e non deve scavalcare il ruolo politico della assemblea. Si impegna a valutarne tutti i contributi che verranno dall'aula in modo non ideologico, sia dalla maggioranza che dalla opposizione.
Catiuscia Marini, presidente della Giunta ha presentato a palazzo Cesaroni le linee programmatiche "Umbria 2015 - Una nuova riforma dell'Umbria linee programmatiche 2010-2015" (segue la scheda riassuntiva) chiedendo una visione condivisa della vicenda regionale del suo futuro, come presupposto per accompagnare l'azione di radicale cambiamento che impone la crisi in atto e che richiede azioni decise.
"Fenomeni epocali creano incertezze in tutto il mondo a partire dall'Europa fino alla nostra regione. E' una situazione straordinaria che non può più ammettere tabù da conservare. Valori di riferimento della nostra azione saranno la giustizia sociale e l'equità. Siamo coscienti della crisi e dei suoi effetti  in termine di cassa integrazione e tanti posti di lavoro perduti. E' in crisi l'intero sistema, per questo serve condivisione diffusa fra tutti gli enti e le organizzazioni, perché insieme dobbiamo affrontare questa sfida aperta sul futuro".
Illustra e spiega i contenuti delle Linee programmatiche (Cfr scheda successiva) soffermandosi sulla necessità di una nuova fase espansiva, "difficile da sostenere proprio per effetto della manovra governativa che scarica il 50 per cento dei costi sul livello locale con tagli che pregiudicano interventi su ambiente, infrastrutture casa. A questi tagli si aggiunge l'incertezza delle risorse del programma Fas che per l'Umbria
ammonta a circa 236 milioni di euro per gli anni 2007-2013.
Spiega che i prezzi più grandi della crisi li stanno pagando i giovani senza lavoro e le donne. L'Umbria, ha aggiunto, "non si sottrarrà al varo del federalismo e  svolgerà un ruolo attivo, come quarant'anni fa per il regionalismo. Chiederemo meccanismi di perequazione  necessari a metterci in linea con la media del Paese. Partiamo da basi solide come la contenuta spesa sanitaria. Do atto a chi mi ha receduto di aver tenuto sotto controllo tutti i centri di spesa. Ci assumiamo impegni su riforme che dovranno contenere i costi di funzionamento del sistema. Pensiamo a riforme strutturali per una P A facilitatrice dei processi, con obiettivi concreti nel nome della semplificazione e dello snellimento. Con coraggio metteremo le mani alla riforma delle Comunità montane e riforma endoregionale, sulle agenzie regionali. Pensiamo ad un'agenzia muiltifunzione che guardi alle imprese, ai cittadini.  Obiettivo principale, limitare l'impatto della crisi su lavoro ed imprese. Guardiamo all'Umbria del futuro, basata sulla economia verde, uno dei passi fondamentali, una sfida trasversale che coinvolge più settori e tantissime imprese. Già oggi esistono decine di esperienze positive. Si tratta  di mettere a leva le risorse dell'Umbria generando reddito in ogni settore.
Sarà fondamentale investire sul capitale umano, dalla scuola alle università. Non lasceremo sole le scuole pubbliche nonostante i tempi difficilissimi abbiamo già sottoscritto un accordo con  le università. Per ripartire l'Umbria ha bisogno anche della fiducia dei sui imprenditori.
Cito l'esperienza di una multinazionale della chimica che dalla crisi sta uscendo rilanciandosi. Dobbiamo reggere la sfida ambientale a partire dal nuovo piano dei rifiuti e dalle società dio gestione dei servizi che dovranno fare massa critica.
Le azioni da compiere saranno contenute nel Dap che appronteremo entro qualche mese. Sappiamo che c'è molto da fare, a cominciare dalla necessaria integrazione con le regioni confinanti. La nuova Giunta, è composta da uomini e donne competenti che rappresentano l'intera Umbria e non qualche territorio. Chiedo di raccogliere la sfida che i tempi ci impongono.  Faccio appello ai giovani che fanno fatica a trovare un lavoro, spesso sono precari o sottooccupati, in alcuni casi messi in difficoltà dal credito che impedisce di avviare attività. La sfida che vi propongo, difficile, deve servire anche a cambiare il futuro di questi ragazzi. Quarant'anni fa nascevano le Regioni ed allora non c'erano donne.
Siamo certi che nel nostro lavoro troveremo ostacoli e resistenze, ma sono anche convinta che non mancherà passione ed impegno: l'Umbria ce la farà ad uscire da questa crisi  perché ha risorse e competenze proprie per farcela".  


Linee programmatiche della presidente Marini
Scheda
Le linee programmatiche della IX legislatura 2010-2015, "Umbria 2015, una nuova riforma dell'Umbria" (103 pagine) si aprono con un preambolo a firma della presidente Catiuscia Marini che indica tre obiettivi politici: un nuovo ruolo del Consiglio regionale, capace di promuovere libero confronto democratico e dialettica con l'opposizione; una 'visione condivisa' della situazione regionale e del suo futuro; l'apertura di una fase programmatica, tutta incentrata sulla qualità della crescita economica, sociale, ambientale, culturale e degli stili di vita per fare della piccola Umbria un soggetto "capace e protagonista nelle nuove frontiere del mondo", in epoca di crisi e di grandi cambiamenti imposti dalla globalizzazione.
In questo quadro, di "nuova riforma dell'Umbria", per affrontare in primo luogo la sfida del federalismo, la presidente, chiarisce il suo concetto di sviluppo: "Portare in primo piano l'impresa in ogni campo, industriale, artigianale, commerciale, agricolo, delle professioni dei servizi sociali, della cultura, come l'incrocio avanzato di abilità, professionalità e capacità di innovazione e di scienza", con tre direzioni obbligate: l'export; la ricerca scientifica; l'energia con particolare attenzione alla economia verde che diventa strategica in tutti i settori di intervento.
Esortando a leggere la realtà umbra con "spirito di verità e non di  comodo", la presidente afferma: "Senza l'intervento pubblico su sanità, welfare e servizi  che genera  grande funzione redistributiva e riequilibratrice, la qualità sociale dell'Umbria, sarebbe profondamente diversa". La differenza tra il livello di Pil umbro pro capite e l'alto benessere interno lordo deve essere superato investendo, "sull'Umbria come
risorsa", esaltandone l'identità con più ricerca, più innovazione, laboratori, tecnologie, sperimentazioni, capacità di produrre merci e servizi ad alto contenuto di tecnologia. Un duplice appello della presidente, arricchito da un richiamo agli insegnamenti di San Francesco e San Benedetto, è rivolto alla Chiesa cattolica impegnata sul sociale; alla operosità di gruppi ed associazioni umbre; ai tanti stranieri arrivati in Umbria per lavoro, perché si creino relazioni positive, a partire dal mondo della scuola.

Primo obiettivo del Programma di legislatura è l'innalzamento del Pil pro capite dell'Umbria, inferiore negli ultimi 15 anni a quello nazionale. Per farlo si ipotizza "un effetto scossa derivante dall'urto della crisi, capace di mettere in discussione assetti, modi di vedere e di fare politica e politica economica, ormai da troppo tempo consolidati". Nel definire il metodo politico-programmatico della legislatura, si afferma, "non devono più esistere tabù, occorre cambiare marcia, nella certezza che nulla sarà più come prima", a fronte dei quattro motori che spingono i macro cambiamenti della società: globalizzazione, rivoluzione scientifico-tecnologica, accelerazione dei processi e modifiche del mix demografico. Si auspica un confronto con le altre Regioni dell'Italia centrale e si afferma la necessità di andare "oltre il Patto per lo sviluppo, con un maggior impegno sui livelli territoriali", e con una concertazione che parta dalla enunciata "visione condivisa" dell'Umbria dei suoi problemi e delle sue risorse.
Il documento propone il "Cruscotto strategico per il monitoraggio di legislatura". Una  analisi puntigliosa della realtà umbra che al momento segnala 25, fra punti forza ed elementi positivi. Una buona dinamica
imprenditoriale e del mercato del lavoro; aumento dei flussi turistici; basso livello di CO2 prodotto dai trasporti stradali; consumi elettrici coperti da fonti rinnovabili (18,8 per cento contro 16,6 della media
nazionale); raccolta differenziata e verde urbano; servizi per anziani e bambini da 0 a 3 anni; scarso abbandono scolastico; buon livello di istruzione e di formazione in età adulta; bassa spesa sanitaria e
soddisfazione per i servizi pubblici erogati; prevenzione sanitaria diffusa, specie fra le donne; basso indice di criminalità e di percezione del rischio; povertà in calo; buon utilizzo di Internet in famiglia.
Dodici i parametri problematici, le cosiddette criticità. Pil pro capite inferiore alla media al pari dei consumi finali interni; produttività inferiore di dieci punti sulla media Paese; esportazioni insufficienti; manifatturiero a bassa tecnologia; pochi brevetti e poche risorse private su ricerca e sviluppo; carenze infrastrutturali sui collegamenti; basso utilizzo di internet nelle aziende, ma anche troppa popolazione obesa.
Obiettivo centrale del quinquennio "una pubblica amministrazione più efficiente, più semplice, più vicina ai cittadini": risposta obbligata ai rischi ed "alle opportunità" del federalismo per la piccola Umbria che ha
una spesa pro capite superiore alla media nazionale ed una capacità fiscale lievemente inferiore, aggravata in queste ore da una manovra che taglia 7 milioni di euro alle Regioni a statuto ordinario. Prospettive che
impongono riforme istituzionali, come "passaggio essenziale" e comportano il "ridimensionamento degli assetti organizzativi esistenti", a partire dalle Comunità montane che dallo Stato avranno 5 milioni di euro in meno; fino alla previsione di tetti di spesa per il personale nel sistema complessivo della Regione e delleautonomie locali, con un ridimensionamento degli assetti organizzativi esistenti", da perseguire
concentrando l'esercizio delle funzioni, valorizzando al massimo i livelli elettivi di governo e valutando meglio gli effetti della riforma endoregionale. Nel merito si ipotizzano  ulteriori razionalizzazioni del
sistema, con accorpamenti, esternalizzazioni ed anche "un'Agenzia di sviluppo multifunzione" per le principali attività di supporto alle politiche regionali di sviluppo.
Azioni di contrasto degli effetti della crisi sono previste a sostegno della occupabilità dei senza lavoro, unitamente ad un Piano straordinario e flessibile per stabilizzare e consolidare i rapporti precari con
sostegni alle famiglie a rischi impoverimento, anche in applicazione della recente legge umbra (13/2010).
Incentivi per l'accesso al credito delle imprese, per capitalizzare i consorzi fidi e per un fondo di garanzia; prevista anche l'integrazione di procedure fra Gepafin, Confidi e Cooperative artigiane di garanzia. In
elaborazione la legge quadro sulle piccole imprese, una sorta di "Smail Business act".
Dalla crisi economica si dovrà uscire progettando e costruendo, l'Umbria delle opportunità", con al centro l'economia della conoscenza e quella strategica della green economy, alle quali dovranno contribuire tutte le istituzioni, le due Università ed un altissimo numero di imprese, piccole e grandi, passando dalla sperimentazione diffusa e dalla semplificazione delle procedure. Concetti indispensabili per il settore turistico e quello agricolo, da perseguire con l'introduzione di tecniche ecosostenibili, produzioni tipiche e una filiera turismo-ambiente-cultura ed agricoltura di qualità: una vera  "arte di vivere" dell'Umbria, da far conoscere al mondo intero, con un apposito Piano regionale di comunicazione.
Il documento affronta i temi della formazione integrata dei giovani, della autonomia scolastica e delle università; delle imprese giovanili da promuovere; del territorio da tutelare; propone il ripensamento del ruolo delle città; la semplificazione e trasparenza delle normative; la Holding regionale dei trasporti; diversi piani di settore. Sui rifiuti urbani ipotizza un nuovo piano di gestione che ne persegua la riduzione e la
raccolta differenziata, con premi o sanzioni per i comuni gestori, e con la chiara identificazione del trattamento termico della frazione secca dei rifiuti  in due impianti, quello esistente a Terni ed un secondo da collocare al servizio degli Ati 1, 2 e 3. Una riflessione sui servizi pubblici locali e sulla loro sostenibilità economica introduce il concetto di accorpamenti per quelle multiutilities che non raggiungono una "certa
massa critica". Sul tema della salute e del welfare il programma è riassumibile nel titolo slogan, "Più anni alla vita, più vita agli anni" e con gli obiettivi sanitari finalizzati a "guadagnare la salute degli  umbri", con screening, lotta agli infortuni ed alle malattie professionali, sicurezza alimentare, ma anche con la consapevolezza dei problemi delle necessarie strutture residenziali e del pieno soddisfacimento della assistenza sociale introdotta con i Liveas. Il capitolo finale è dedicato ai temi della Pace e della della solidarietà internazionale.

Pubblicato il: 10/06/2010

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