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Fotovoltaico, è scontro tra ambientalisti e Comune

La pratica è in fase di partecipazione e, nelle intenzioni dell'Amministrazione, dovrà essere portata al prossimo consiglio comunale del 18 giugno

ORVIETO - Fotovoltaico, è scontro tra ambientalisti e Comune. A scendere in campo sono sei associazioni (Amici della Terra, Italia Nostra, Wwf, Altra Città , Accademia Kronos, Comitato interregionale per la salvaguardia dell'Alfina) che denunciano l'illeggittimità da parte del Comune a disciplinare questa materia, oltre a ribadire un fermo no al fotovoltaico nelle zone agricole. La polemica fa riferimento ad uno studio in fieri del Comune relativo "all'individuazione dei siti idonei alle tipologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili", secondo il quale affermano gli ambientalisti "pressoché tutti i terreni agricoli del territorio comunale possono essere gravati dalla costruzione di immensi campi di specchi fotovoltaici, con un ulteriore consumo di suolo e buona pace del paesaggio orvietano che tutto il mondo ci invidia e della nostra agricoltura". La pratica è in fase di partecipazione e, nelle intenzioni dell'amministrazione, dovrà essere portata al prossimo consiglio comunale del 18 giugno. Cosa che non sta né in cielo né in terra per gli ambientalisti, sia perché - sostengono - secondo recenti sentenze di Cassazione, la materia sarebbe di pertinenza dello Stato e semmai delle Regioni, sia perché ad Orvieto non c'è stato alcun confronto preliminare su quali energie rinnovabili sia più idoneo sfruttare. Peraltro, sottolineano le associazioni, tutto ciò avviene ad Orvieto prima della conferenza unificata Stato-Regioni e prima delle linee guida in materia che il Governo si è impegnato a far uscire prima del'estate. Sullo sfondo il timore che si andranno ad erodere parti consistenti di territorio per giunta, affermano le associazioni, con il "rischio altissimo di alterare l'equilibrio idrogeologico". Di qui la richiesta all'amministrazione di "salvaguardare il territorio dall'assalto di imprenditori, soprattutto stranieri, che allettati dagli incentivi italiani, i più elevati d'Europa, sono per niente sensibili alle problematiche e alle peculiarità del nostro territorio". "Nel territorio orvietano - aggiungono gli ambientalisti - sono disponibili molti ettari di superficie edificata dove poter installare in maniera sensata il fotovoltaico (zone industriali, artigianali, commerciali), aree dismesse che potrebbero essere bonificate con la rimozione contestuale dell'eternit usufruendo di un ulteriore incentivo". Sì dunque ad "impianti sui tetti degli edifici per produrre energia diffusa e distribuita tramite piccoli e medi impianti a favore delle famiglie e delle piccole industrie, di cui è costituita l'imprenditoria orvietana". No agli impianti di grandi dimensioni, perché di questo si parla (impianti superiori alla potenza di 25 kW) nelle campagne. "L'obiettivo del regolamento - è stata la replica del Comune - è quello di dare una risposta adeguata ad incentivare la produzione di energie alternative tutelando e garantendo le peculiarità del nostro territorio e le attività connesse". "L'amministrazione esaminate norme e leggi regionali e nazionali - viene precisato - ha inteso dotarsi di un regolamento che normasse in maniera puntuale l'introduzione degli impianti al fine di salvaguardare tutte le zone vincolate, tutti gli agglomerati urbani, tutte le attività agro-turistiche e comunque le coltivazioni di pregio". Stizzita la reazione del sindaco Toni Concina che parla di "comportamenti vetero ambientalisti, certamente non costruttivi" di fronte ai quali - minaccia - potrebbe decidere anche di rivedere il suo atteggiamento di ampia disponibilità. Quanto al merito delle prese di posizione delle associazioni, Concina le definisce peraltro "deboli dal punto di vista dell'aggiornamento normativo".

Pubblicato il: 08/06/2010

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