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Satolli 'Il duomo mascherato, ovvero l'antica cattedrale di Orvieto'

La pubblicazione edita dalla Provincia di Terni e facente parte della collana "Conoscere e sapere" verrà presentata dal professor Bruno Toscano. Martedì 8 giugno alle 17,30 alla sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto a Palazzo Coelli

L'amministrazione provinciale di Terni, in collaborazione con l'Isao (Istituto storico artistico orvietano) presenta la nuova pubblicazione sul duomo di Orvieto. Martedì 8 giugno alle 17,30 alla sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto a Palazzo Coelli verrà infatti presentato "Il Duomo mascherato, ovvero l'antica cattedrale di Orvieto", scritto dall'architetto Alberto Satolli e facente parte della collana "Conoscere e sapere" della Provincia di Terni. Relatore d'eccezione sarà il professor Bruno Toscano che parlerà del nuovo volume in rapporto alla storia del duomo e ai suoi significati. Per l'amministrazione provinciale saranno presenti l'assessore alla Cultura Stefania Cherubini e il dirigente alle Politiche culturali Francesco Bussetti.

"L'erezione della nuova cattedrale, il duomo appunto, avrebbe preso il posto delle due chiese allora esistenti, l'antica cattedrale di Santa Maria de episcopatu e la chiesa di San Costanzo dei canonici. Né documenti d'epoca, né cronache forniscono indicazioni specifiche sull'ubicazione delle due chiese e anche gli storici che si sono occupati della città non sono andati oltre osservazioni generiche sull'argomento che ha destato un qualche interesse soltanto negli ultimi decenni, dopo il ritrovamento delle fondamenta di una delle due chiese sotto il pavimento del duomo. Approfondendo una precedente ricerca in cui si ipotizzava che la chiesa sottostante al duomo fosse quella di San Costanzo e che quella di Santa Maria si trovasse vicino al vescovado, nell'area del palazzo Soliano o di Bonifacio VIII, le conclusioni cui giunge Alberto Satolli sono per certi versi inedite e innovative. L'edificazione del duomo si inserisce in un contesto storico e architettonico di grande fermento. Nell'ultimo quarto del Duecento si assiste infatti a Orvieto, nel momento in cui la città aveva raggiunto la sua massima espansione,  ad un ulteriore incremento dell'attività edilizia volto a realizzare un nuovo progetto di riqualificazione urbanistica. Tutti gli edifici rappresentativi del potere nelle componenti che caratterizzavano il libero comune medievale vengono così restaurati e ampliati (è il caso del palazzo comunale e del palazzo vescovile) oppure costruiti ex novo come il palazzo del popolo e quello vicino dei Signori Sette".

Pubblicato il: 07/06/2010

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