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Mino Milani al Festival di Arte e Fede racconta la sua vita immaginaria di San Rocco

L'avventura meravigliosa di quell'uomo tentato da Dio

"Da bambino a casa dei miei nonni c'era l'oratorio di San Rocco. E io vidi l'immagine del Santo con la piaga e mi colpì molto. E mi chiedevo: perché non guarisce? Un'immagine rimasta con me, evidentemente, per tutti questi anni, fin quando ho deciso di scrivere il libro". Con queste parole Mino Milani, sabato scorso, nel corso dell'incontro alla biblioteca L. Fumi, nell'ambito della V edizione del Festival Internazionale di Arte e Fede ha risposto alla domanda di Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Scanavino, sul perché avesse deciso di scrivere "La guerra sia con me - vita immaginaria di San Rocco".
"Un libro che - ha spiegato il Vescovo -  rappresenta un po' la metafora della vita cristiana. Un testo prezioso, presentato in un contesto molto interessante, quello del Festival di Arte e Fede, in una serata deliziosissima".
"Con quest'opera - ha detto Milani - ho voluto raccontare l'avventura dell'uomo Rocco, nel senso proprio della parola avventura, "ad-ventura", quello che accadrà. Un uomo che viene tentato da Dio: la prima volta nel momento in cui, come soldato, viene chiamato a leggere un testo, a riprova del fatto di essere in grado di farlo. E si ritrova a leggere un passo del Vangelo quello in cui Gesù dice "amate i vostri nemici". E da lì in qualche modo inizia la chiamata. Insomma è la lenta conquista, nel mio immaginario, che Dio fa di un uomo. La ferita di San Rocco non guarisce, perché lo farà quando Dio lo chiamerà".
Un'opera che mostra il mondo stra-ordinario dell'avventura, che si oppone a quello ordinario di ogni giorno. La guerra di Rocco, nella sua vita immaginaria, narrata da Milani non è quella che combatteva da mercenario, ma quella contro la disperazione, contro il mal di vivere, contro la morte interiore; contro la paura, in fondo, perché come ci ricorda sempre, il coraggio è la forza di vincerla. 
"Si capisce però - ha tenuto a sottolineare il Vescovo, che il testo è scritto da un credente".
"Vengo da una famiglia cattolica - ha replicato Milani - ma io mi sento un laico cristiano o un cristiano laico. Questo libro per me ha un significato particolare: ogni tanto lo rileggo, è un testo di cui mi sono appropriato. La figura di San Rocco mi ha davvero ispirato, per la sua forza e la sua volontà di combattere contro la miseria, la povertà e l'ignoranza. San Rocco fa la sua guerra e alla fine la vince".
"Mino Milani -  ha detto in apertura della serata Alessandro Lardani, direttore artistico del Festival - è uno scrittore vero, come ce ne sono pochi, con una vocazione pedagogica quasi d'altri tempi, dura e gentile, che non nasconde nulla". Ed ha poi ricordato le parole di Rodari che scriveva: "per raccontare avventure, secondo me, tra quanti sono nati dopo Emilio Salgari non c'è nessuno più bravo di Mino Milani in Italia. E se ce n'è uno in Europa, io non lo conosco".
Mino Milani è nato a Pavia nel 1928. Giornalista, storico e narratore, ha pubblicato numerosi romanzi per le maggiori case editrici italiane. Milani ha esordito nel 1953, scrivendo racconti per ragazzi sul "Corriere dei Piccoli". Padre di alcuni dei più fortunati personaggi della letteratura per giovani, ha pubblicato anche romanzi destinati ad un pubblico più maturo. Il suo più grande successo, "Fantasma d'amore", è stato tradotto in pellicola, diretto dal regista Dino Risi e interpretato da Marcello Mastroianni e Romy Schneider. Numerose sono poi le pubblicazioni a carattere storico: la sua biografia di Garibaldi è tra le poche opere italiane tradotte anche in cinese. 

 

Pubblicato il: 01/06/2010

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