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Saviano. 'Dedico questo premio ai miei nemici'

Il vincitore del Premio Barzini ha risposto alle provocazione della Gruber sulle polemiche che lo bersagliano come "rompiscatole" come "prodotto di massa, moda che piace a destra e a sinistra". Intercettazioni. Per Saviano una legge in cattiva fede, fatta per bloccare l'opinione pubblica

foto di copertina

ORVIETO - "Dedico questo premio ai miei nemici". Con queste parole lo scrittore Roberto Saviano ha commentato il Barzini 2010 che gli è stato assegnato ieri pomeriggio sulla Rupe al termine di un densissimo faccia a faccia con la giornalista Lilli Gruber. Una lunga intervista che si è condensata attorno alla difesa della libertà di stampa e di informazione alla quale la ventunesima edizione del premio è stata dedicata. Di qui la scelta della giuria di Saviano.

L'autore di Gomorra - 6 milioni di copie vendute, di cui 3 nel mondo - ha trovato ad Orvieto una calorosa accoglienza: ad aspettarlo centinaia di persone, una sala dei Quattrocento gremita e una sala Expo allestita all'ultimo momento in videoconferenza. Subito per lui la standing ovation. E poi, dopo l'orazione civile di Milena Gabanelli, vincitrice dell'edizione 2009, l'intervista, interrotta spesso da applausi.

Saviano ha risposto alle provocazione della Gruber sulle polemiche che lo bersagliano come "rompiscatole" come "prodotto di massa, moda che piace a destra e a sinistra". "Sono accuse che mi fanno piacere - ha detto Saviano - mi piace molto stancare, dare fastidio, non per piglio, ma per disturbare le strutture del potere". A chi lo critica per le tante apparizioni televisive, Saviano risponde che se fosse per lui ci starebbe sempre in tv. "Sono critiche superficiali, dietro c'è solo la bile dei vari Emilio Fede". Se non il desiderio di ridurre al silenzio. "Per uno come me la televisione è un sogno, se non facessi la vita che faccio - ha ironizzato - andrei forse porta a porta come i testimoni di Geova".

Ma Saviano ha parlato anche della sua vita blindata, appunto, e della legge sulle intercettazioni per la quale "la mafia ringrazierebbe", ha detto. "Le regole - ha aggiunto Saviano - ci devono essere ma devono essere create chiamando attorno ad un tavolo editori e giornalisti, non dall'alto". Da parte sua, lo scrittore ha annunciato la propria disobbedienza: "Continuerò a pubblicare le intercettazioni che un magistrato vorrà darmi, indipendentemente dalle conseguenze - ha dichiarato -. È una legge in cattiva fede, fatta per bloccare l'opinione pubblica. La privacy è fondamentale - ha ribadito Saviano - ma qui non c'entra niente". E ancora sul tramonto del giornalismo d'inchiesta: "Fare gossip è più facile e vende di più, fare inchiesta costa, costa anche tempo e procura querele", è stata la risposta. Ma proprio per questo lo scrittore ha rivendicato "la necessità che i giovani partecipino, tornino a riappropriarsi di questi spazi". Saviano ha anche messo in guardia dal credere che la lotta alla mafia sia a buon punto - "Sono state fatti molti sequestri di beni materiali, ma non si scalfito per niente i meccanismi economici" ha detto - e ha parlato di un clima italiano che somiglierebbe tanto a quello pre - stragi del '92.

"Ci sono stati segnali - ha affermato - che mi hanno preoccupato moltissimo , rivelano come sia in corso un dialogo tra organizzazioni e istituzioni. Messaggi chiari: per fermare gli attentati fate quello che vi chiediamo". Fermare tutto questo è possibile? Solo se non si accetta di stare in silenzio. "Hanno paura che inizino a smuoversi le coscienze - ha detto - Non siamo solo l'Italia del Grande Fratello siamo anche altro e questo altro sta crescendo. Il mio sogno è che diventi sempre più trasversale. E che si possa costruire un Paese al di la delle divisioni".

Il prossimo libro? "Sarà un racconto internazionale, sul punto dove tutte le criminalità del mondo si incontrano, l'Italia" ha annunciato Saviano strappando la risata amara e autoironica della sala dei Quattrocento di palazzo del Popolo. "Una cosa nuova, grossa, seria che possa smarcarmi da Gomorra" ha spiegato. Alla domanda della Gruber: "Scriveresti un libro su Berlusconi, così tanto per cambiare soggetto?". La risposta della scrittore è stata interrogativa: "Cambiare soggetto?"

Pubblicato il: 30/05/2010

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