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Palombella, un'edizione da incorniciare

Quest'anno hanno chiuso un occhio anche gli animalisti che non erano annunciati ed hanno, effettivamente, disertato piazza Duomo. La colomba, come tradizione vuole, è andata all'ultima coppia di sposi della parrocchia del Duomo che se ne prenderà amorevolmente cura

foto di copertina

ORVIETO - Festoso e baciato dal sole, il rito del Palombella si è ripetuto come ogni anno ieri mattina in piazza Duomo. Un'edizione da incorniciare quella della Pentecoste di quest'anno con il maltempo che ha dato finalmente tregua e una piazza gremita di orvietani e turisti accorsi per l'evento che, tra sacro e profano, dà ufficialmente il via ai quindici giorni delle celebrazioni medioevali della Rupe. Per la festa in assoluto più amata dagli orvietani, quest'anno hanno chiuso un occhio anche gli animalisti che non erano annunciati ed hanno, effettivamente, disertato piazza Duomo.

Messe in soffitta le proteste degli anni scorsi, il rito si è celebrato come da copione, sotto il primo sole, quasi estivo, della stagione. A mezzogiorno, al cenno del vescovo monsignor Giovanni Scanavino, la colomba, protetta dal tubo di plexiglass, ha compiuto il suo "volo", simbolo della discesa dello Spirito Santo, sul filo che la fa scorrere dalla chiesa di San Francesco lungo via Maitani per arrivare al tabernacolo ospitato sul sagrato del Duomo, tra il fumo e le luci dei mortaretti. Centinaia di persone hanno assistito col naso in su, in attesa di trarre scaramanticamente gli auspici per il nuovo anno. Anche quest'anno la colomba viva, al termine della cerimonia è stata portata presso il palazzo dell'Opera del Duomo dove il fiocco rosso che le tiene simbolicamente legata è stato tagliato in piccoli pezzi, dal presidente dell'Opera del Duomo, Francesco Venturi, e donato dai fabbricieri ai presenti come prezioso portafortuna. La colomba, come tradizione vuole, è andata all'ultima coppia di sposi della parrocchia del Duomo che se ne prenderà amorevolmente cura.

Quest'anno l'onore è toccato a Martina Bonuso e Leonardo Martinelli (nella foto), unitisi in matrimonio lo scorso 2 maggio. Ai novelli sposi anche un piatto dell'artigianato artistico orvietano, donato da Marcello Mencarelli presidente dell'associazione che organizza con cadenza mensile il mercato dell'antiquario nel centro storico, evento presente anche ieri in piazza Duomo. L'attenzione degli animalisti sulla festa orvietana sta scemando da qualche anno a questa parte: per l'edizione 2009 si era fatta viva soltanto la onlus "Animalisti italiani" con la consueta richiesta di utilizzare un simulacro al posto della colomba viva. Peraltro l'associazione aveva scritto al Comune, forse non sapendo che la festa è in realtà organizzata dall'Opera del Duomo, il che la dice lunga su una protesta che forse è diventata più di maniera che altro. Specie da quando, orami da parecchi anni, la colomba viene protetta dal tubo di plexiglass e il rumore dei mortaretti non è più assordante come nel passato. Avanti tutta, adesso, verso il 6 giugno per l'appuntamento con il corteo storico del Corpus Domini, un patrimonio cittadino del quale si è ampliamente parlato sabato scorso in occasione della presentazione del libro su Lea Pacini per chiedere contributi a Comune, Provincia e Regione oggi necessari più che mai per conservare i costumi.

Pubblicato il: 24/05/2010

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