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Con Còncina si vince. Tutti insieme alle urne

di Dante Freddi Gli orvietani, di destra e di sinistra, sarebbero disponibili a votarlo per salvare la città dai danni del passato, che bisogna saper riconoscere per non ricaderci, e da un futuro fragile, incerto, rissoso. Dopo il congresso nel PD non ci sono appuntamenti politici vicini e nessun partito locale deve dimostrare nulla, se non la propria capacità di saper uscire  dalle secche in cui è incagliata la rupe

foto di copertina

"Cerchiamo dunque di metter un punto fermo con l'approvazione del bilancio e speriamo che lo si faccia cercando di far vedere chiaramente che si vuole congiungere il contingente con il futuro. Poi, caro Pier, apriremo il cantiere che elabora le proposte che guardano al dopo per stabilizzare la situazione e rilanciare le sorti della nostra amata città."

Con questa considerazione Franco Raimondo Barbabella chiude il suo "a manca" di questa settimana, dopo aver affrontato la discussione innescata da PierLuigi Leoni, la faccia " a destra" della rubrica, sul fatto che "ogni ente pubblico è attaccato da insaziabili mignatte che lo conducono alla rovina"

Giusta la valutazione da cui è partito Pier Luigi Leoni. I debiti che potrebbero condurci al disastro sono stati effettuati da amministratori che, tra l'altro, hanno ceduto troppo facilmente alle "insaziabili mignatte" che assalivano il palazzo e si imponevano in forza di un egoismo che  pretendeva il privilegio in nome della tessera, del nome, della posizione.

Condivisibile anche la conclusione di Barbabella: approviamo il bilancio e contemporaneamente pensiamo a proposte per rilanciare Orvieto e il suo territorio.

Da tempo, e l'ho scritto qualche volta, ho maturato l'idea che per gestire una situazione così delicata, in cui devono essere operate scelte faticose, tali da sollevare l'ira dei cittadini più miti, figuriamoci delle mignatte, è necessaria un'Amministrazione che  coinvolga nella gestione tutte le forze politiche disponibili presenti in Consiglio.
L'idea è stata ignorata da chi mi è affezionato e avversata da chi ritiene che sarebbe impossibile, che  con i "destri" non si può condividere un progetto a lungo termine o che con i "sinistri" non si può assicurare un governo virtuoso, senza clientele, parassiti, politicanti.
E allora, dopo l'approvazione del bilancio, se è così, chi costruirà il progetto per individuare le nostre magnifiche sorti e progressive, chi offrirà anima al 'Progetto Orvieto nel futuro'? il comitato tecnico e quello politico? con i capigruppo, spinti da destra a dimostrare l'inaffidabilità della sinistra e a sinistra a dimostrare l'incapacità operativa della destra?
Tutti in continua e spietata concorrenza, perché ciascun consigliere è teso a dimostrare la bontà della sua parte politica, della sua storia, della sua proposta.

E' vero, una giunta di salute pubblica non va bene. Oggi sarebbe inadeguata, perché essere arrivati a giugno per approvare il bilancio preventivo del 2010 segnala la straordinaria fatica che sta compiendo Còncina con questi consiglieri e con questi partiti e associazioni, che si trovano a condividere un programma a cui sono forzati e a svolgere un ruolo che non è quello per cui sono stati eletti.
E allora l'azione più sensata, per non prolungare una situazione di agonia che è nelle cose, nei sentimenti e nel comportamento di molti, è approvare il bilancio e preparare nuove elezioni prima possibile, senza commissariamento.
La soluzione è accompagnare Còncina alle dimissioni e ricandidarlo con quei partiti che ci stanno a costruire una lista civica al di là delle parti, con quanti hanno l'intelligenza per pensare la novità e il coraggio di agire per realizzarla.
Chi non è disponibile comporrà una propria lista avversa e i cittadini decideranno sapendo per chi e per cosa votano.

La maggiore difficoltà, al contrario di quanto sembrerebbe, è la disponibilità di Còncina, data l'esperienza di quest'anno.
Se il sindaco in carica fosse disponibile ad una simile iniziativa il Pd avrebbe difficoltà a rifiutare. Si troverebbe di fronte ad una divisione interna clamorosa e sperimentata, perché sono molti che perseguono il bene comune della città, insieme al bene del progetto Pd e al rinnovamento della sua classe dirigente. Queste finalità passano attraverso il distacco delle "mignatte" e l'eliminazioni delle distorsioni di ogni razza, che permarrebbero se non si opera un taglio netto  e ardito, senza un robusto e radicale cambiamento nel modo di porsi di fronte all'elettorato.
Se il Pdl rifiutasse Còncina e si proponesse con una propria lista sarebbe al 30%, quello che è suo, massimo al 40% con una lista di appoggio tipo Orvieto Libera, purché trascinata da Rosmini, Sciarra e Ranchino insieme.
Se Còncina poi fosse disponibile soltanto ad una lista di centrodestra si giocherebbe tutto il popolo di sinistra e l'anatra, bene che vada, risulterebbe ancora più zoppa.
I socialisti di Gialletti e Barbabella sono gente responsabile e non si tirerebbero indietro. Gli altri decideranno.

Con Còncina si vince e gli orvietani, di destra e di sinistra, sarebbero disponibili a votarlo per salvare la città dai danni del passato, che bisogna saper riconoscere per non ricaderci, e da un futuro fragile, incerto, rissoso.

Dopo il congresso nel PD non ci sono appuntamenti politici vicini e nessun partito locale deve dimostrare nulla, se non la propria capacità di saper uscire  dalle secche in cui è incagliata la rupe.
San Pietro Parenzo, un occhio sulla città.

Pubblicato il: 11/05/2010

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