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Confindustria. Lavorare insieme per valorizzare il terrritorio

Intervista al presidente orvietano di Confindustria Sergio Spadoni. Continuiamo a dar voce alle principali associazioni di categoria, in vista dell'approvazione del preventivo 2010 slittato ormai alla fine di giugno

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 di STEFANIA TOMBA


Con Confindustria continuiamo a dar voce alle principali associazioni di categoria, in vista dell'approvazione del preventivo 2010 slittato ormai, in mezzo a mille ostacoli, alla fine di giugno.

Presidente Spadoni, il Comune di Orvieto sta chiudendo un sofferto preventivo 2010. Cosa ne pensa Confindustria?

Le difficoltà di bilancio del Comune, purtroppo, non sono che la punta di un iceberg, la conferma della marginalità di un territorio. Continuiamo a pagare lo status di periferia dell'Umbria, l'ultima dimostrazione è giunta in queste settimane, con la richiesta di un ruolo per l'Orvietano nell'esecutivo regionale - richiesta che avevamo avanzato come associazione - che è stata disattesa. Detto ciò l'auspicio è che ci sia l'impegno congiunto di maggioranza e opposizione per risolvere l'impasse del preventivo.

E l'imprenditoria locale che ruolo intende giocare?

Come associazione siamo sempre pronti ad uno sforzo per aiutare il pubblico. Confindustria insieme alle altre associazioni, come noto, ha presentato un progetto molto importante per il riposizionamento turistico del comprensorio orvietano: "Welcome to Orvieto". Ecco credo che oltre alla validità del progetto in sé, da tutti riconosciuta, sia da sottolineare l'approccio nuovo e importante voluto da Confindustria : riunire tutte le associazioni, senza la volontà di nessuna di primeggiare o mettere la propria insegna, è un progetto del territorio.

Lavorare insieme per superare questo momento negativo?

Esattamente, è quello che dovrebbero fare tutti. L'imprenditoria, a livello nazionale e locale, è in grave recessione. Ora più che mai, nell'Orvietano, è necessario fare corpo, abbandonare gli individualismi, la litigiosità (un esempio su tutti nel settore del vino) e - male maggiore del nostro territorio - la rassegnazione. Diversamente continueremo a tagliarci le gambe da soli e quindi rimanere staccati.

Cosa può fare il Pubblico, invece?

Dal Pubblico ci aspettiamo lo snellimento della burocrazia, nell'ambito di scelte chiare. Alla Regione, ad esempio, abbiamo chiesto di semplificare le procedure di autorizzazione nel settore estrattivo e una nuova classificazione dei materiali aventi finalità industriale. Da anni ci battiamo sulle infrastrutture: il finanziamento del secondo stralcio della complanare, nonché la soluzione delle criticità che ancora presenta il progetto del primo stralcio, il casello Orvieto nord, la variante di Sferracavallo, l'adeguamento dei fori di Baschi, progetto che abbiamo promosso insieme a Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e Camera di Commercio e che non è ancora in fase esecutiva. A livello locale, sebbene sia comprensibile il problema prioritario del bilancio e una certa inesperienza dal punto di vista amministrativo del nuovo governo della città, appare grave, ad un anno dalle elezioni, l'assenza di prospettive e di progettualità, a partire dal recupero della ex caserma Piave. Confindustria è propositiva e aperta al confronto, ma su programmi concreti, altrimenti Orvieto e l'Orvietano non faranno altro che continuare a perdere peso e a restare un interlocutore marginale e non ascoltato nelle politiche regionali.

Pubblicato il: 10/05/2010

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