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Fausto Galanello. 'C'è un nuovo Consiglio e inizia una nuova storia'

Disponibilità, ascolto, capacità di raccogliere le energie che sappiano offrire un progetto del futuro. "Lavorare a  progetti credibili e vincenti, che sappiano mettere insieme pubblico e privato.  Per fare questo ci vogliono amministratori capaci e privati disponibili a guardare oltre il proprio interesse di campanile o di bottega"...

foto di copertina

Il Consiglio regionale si riunirà probabilmente soltanto il 18 maggio, perché la Giunta è ancora impelagata nell'empasse determinata da Rifondazione comunista e quindi non è possibile individuare a cascata gli incarichi all'interno del Consiglio e delle commissioni.
Fausto Galanello, da quando è stata ufficializzata la sua elezione, batte però il territorio per ricavare tutte le indicazioni necessarie ad individuare uno "stile" che sappia davvero esprimere il concetto di "rappresentanza del territorio", come aveva promesso in campagna elettorale. 
Le aspettative sono molte e la perdita di peso della rappresentanza regionale ternana, ridotta ad un solo assessore, aumenta il revanscismo nei confronti di Perugia, che è già forte nell'anima di molti orvietani.

"Sì - sostiene Fausto Galanello- il Ternano non è adeguatamente rappresentato a livello regionale in quanto a consiglieri. Il problema non è la forza territoriale ma il sistema elettorale. Se si mantiene il listino e i consiglieri garantiti sono scelti in base all'appartenenza ai partiti di coalizione e non alla rappresentanza dell'area da cui provengono, già lì avviene uno squilibrio poi irrecuperabile.
C'è un nuovo Consiglio e inizia una nuova storia. Verificato che questa legge elettorale non garantisce gli equilibri territoriali credo sia giusto modificarla"
.

Alla contestazione di molti esponenti del centrodestra che in questi giorni hanno accusato il PD ternano e quello orvietano di essere subalterni a Perugia, di non avere assessori e posti chiave, Galanello ricorda che "non è la Giunta il luogo delle rappresentanze territoriali.  Ritengo giusto che la presidente scelga in autonomia il proprio esecutivo. E' nel Consiglio regionale che i territori trovano la loro rappresentanza ed è qui, quindi, che si dovrà trovare il giusto equilibrio, nell'ufficio di presidenza, nelle commissioni e nelle altre articolazioni del Consiglio stesso. Il resto è la solita polemica consunta, senza vie d'uscita".

Le aspettative nei confronti di Galanello sono molte, maggiori di sempre dopo la perdita del consigliere orvietano nel 2005 e delle mortificazioni subite dal territorio, emblematica l'eliminazione della Asl nel '98.

"Certi sentimenti di mortificazione sono comprensibili. Bisogna però ricordare che Orvieto è stata importante in Umbria quando è stata capace di proporre progetti adeguati. Lamentarsi non serve. Il nostro territorio deve aumentare il livello della sua capacità di elaborazione, di progettazione, di ideazione di un nuovo futuro possibile. Solo così torneremo ad essere protagonisti e a poter pretendere la giusta attenzione, anche per i finanziamenti, da parte della Regione. Lavorare quindi a  progetti credibili e vincenti, che sappiano mettere insieme pubblico e privato.  Per fare questo ci vogliono amministratori capaci e privati disponibili a guardare oltre il proprio interesse di campanile o di bottega, per fare sistema. Solo così può funzionare e una prima occasione può essere il TAC 2, che proprio nella sinergia tra pubblico e privato mette risorse anche significative a disposizione dei territori.
Io sono pronto a mettermi comunque a disposizione di chi ha bisogno di un riferimento in Regione, ma sta al territorio decidere se  sopravvivere con richieste una tantum a sostegno di singole necessità o scommettere sulla crescita complessiva per assicurarsi un futuro
."
 "Potremmo ripartire da un confronto concreto ed immediato tra tutti gli attori del territorio: amministratori, imprenditori, banche e associazioni insieme per  individuare le criticità e le possibilità di sviluppo. Bisogna pensare, confrontarsi, agire. Non è semplice,  lo ribadisco, ma questa è la strada, altrimenti non saremo mai competitivi e continueremmo  a prendercela con la Regione "maligna" o ad auspicare il passaggio ad altra provincia e Regione.  Le cose non cambieranno intorno a noi se non cambieremo noi".

Tra le tante attese di cui il consigliere regionale nostrano dovrà farsi carico c'è anche un miglioramento della sanità orvietana, sempre in discussione, mai  in grado di assumere un ruolo coerente e soddisfacente.

"Anche qui c'è un nuovo Consiglio e inizia una nuova storia. La scelta compiuta nel '98, che riorganizzò la sanità regionale e nei fatti soppresse l'Asl orvietana, prevedeva una verifica che a tutt'oggi non è stata mai effettuata. Sono consapevole che è una richiesta forte, che potrebbe  anche mettere in discussione gli assetti esistenti  ma è da lì che dobbiamo ripartire. Non c'è dubbio infatti che i modelli di organizzazione e le responsabilità conseguenti vadano adeguati alla domanda di salute espressa dalla popolazione, nonché alle numerose problematiche aperte sia sul versante sanitario che su quello sociale, valorizzando l'autonomia dei territori e le istanze da essi rappresentate. Lo stesso criterio di verifica deve valere anche per altre istanze sub regionali, a partire dalle comunità montane. Forse è necessario avere il coraggio di ripensare un sistema che non sia finalizzato alla sopravvivenza degli enti ma a farne strumenti effettivi di supporto alla crescita ed allo sviluppo dei territori."

San Pietro Parenzo veglia su di lui.

Pubblicato il: 07/05/2010

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