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Un tavolo operativo per il contrasto alla violenza sulle donne

Il primo incontro è stato organizzato congiuntamente dagli assessorati alle Pari opportunità e Politiche sociali del Comune di Orvieto. L'obiettivo è la creazione di un raccordo interistituzionale per un efficace azione di contrasto del fenomeno e la stesura di un protocollo operativo di lavoro

Si è svolto ieri presso la sala consiliare il primo incontro organizzato congiuntamente dagli assessorati Pari opportunità e politiche sociali del Comune di Orvieto per l'attivazione di un tavolo di lavoro finalizzato a contrastare la violenza sulle donne.

L'incontro ha visto una importante partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni quali comuni, servizi specialistici dell'Asl e dell'ospedale, scuole, forze di polizia, carabinieri e polizia municipale del territorio.

Nel presentare i lavori l'assessore alle Pari opportunità, Cristina Calcagni, ha sottolineato come l'Amministrazione comunale abbia preso in grande considerazione il fenomeno delle violenze fisiche e psicologiche grazie anche al proficuo lavoro svolto dall'Associazione l'Albero di Antonia che, lo scorso anno, è stata promotrice per la partecipazione ad un corso di formazione sul fenomeno della violenza di genere organizzato dalla Regione Umbria.

L'assessore alle Politiche sociali, Massimo Rosmini, inoltre, ha invitato a non sottovalutare il fenomeno considerando i nostri luoghi un isola felice, soprattutto alla luce dei dati riguardanti le violenze nella Regione Umbria. Pertanto ha invitato i partecipanti all'incontro alla massima collaborazione nella convinzione che la somma delle forze in campo porterà a dei risultati concreti.

La presidente dell'associazione l'Albero di Antonia, Diana Scarponi, ha sostenuto anch'essa l'importanza del lavoro di rete poiché, in questa maniera, è possibile dare delle risposte alle donne vittime di violenza, ma principalmente la necessità della collaborazione di tutti per intercettare il sommerso. Lavoro da cui dovrà nascere un osservatorio sul fenomeno in grado di raccogliere dati significativi  riguardanti la nostra regione.

 

Proprio sull'importanza della rete, si sono soffermati gli assessori Rosmini e Calcagni secondo i quali l'apporto del proprio sapere professionale al tavolo di lavoro da parte di ogni attore della rete è un contributo fondamentale per una nuova visione del fenomeno.

I punti fondamentali per la costruzione del tavolo sono cinque:

-   la creazione di una rete stabile di lavoro, la nomina da parte di ciascun soggetto coinvolto di un referente,

-   la proposta di un seminario di approfondimento con uno sguardo agli interventi messi in atto anche in altre regioni per il contrasto del fenomeno,

-   la mappatura dei bisogni e delle risposte territoriali,

-   la creazione di un protocollo contenente i referenti

-   le modalità operative di ciascun partecipante al tavolo.

Unanime la risposta dei partecipanti. Tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine hanno condiviso la  proposta: ciascuno metterà in campo le proprie forze e le proprie professionalità lavorando senza improvvisazione ma vagliando attentamente innanzitutto la natura delle richieste e mettendo a disposizione - laddove non si ravvisi la necessità di un intervento d'ufficio come ha sottolineato il rappresentante del commissariato di pubblica sicurezza Filippo Girella - la conoscenza delle leggi e delle procedure penali per tutte le persone che vorranno uscire dal silenzio.

Importante sarà anche l'apporto fornito dai carabinieri. L'Arma infatti ha istituito un nucleo che fornisce consulenza tecnica e psicologica per casi specifici. Ma soprattutto, ha sostenuto il tenente Giambattista Fumarola, è la circolarità dell'informazione, l'unica che attraverso la conoscenza della realtà dei fatti può combattere il fenomeno del sommerso.

Un ruolo specifico sarà quello del corpo di polizia municipale, in quanto, come ha affermato il comandante Mauro Vinciotti, esso è diffuso capillarmente sul territorio e spesso viene recepito diversamente dai cittadini. In tal senso, parte del personale in servizio è già stato formato mentre è auspicata l'estensione della formazione a tutti gli altri agenti.

Anche dal personale dei servizi specialistici della Asl e dell'ospedale è giunta una piena condivisione della proposta. Ma in questo campo il territorio orvietano non parte da zero, sia per quanto riguarda l'accertamento delle violenze che la tutela delle persone abusate. Il responsabile del pronto soccorso di Orvieto, Franco Barbabella, ha evidenziato, infatti, che trattandosi di pubblici ufficiali, ogni volta che se ne è ravvisata la necessità, è stato stilato il referto per gli organi giudiziari, inoltre all'interno dell'Ospedale vi sono consulenze specialistiche atte ad avvalorare le diagnosi effettuate. Un importante contributo sarà sicuramente l'aggiornamento del personale sui tipi di violenze e sulle norme comportamentali ed una particolare sensibilizzazione sulla violenza di tipo sessuale. Ma soprattutto saranno importanti le cosiddette "porte di accesso", come ha affermato il coordinatore dei medici di medicina generale, Giovannino Marchino, ovvero i pediatri di base e i medici di famiglia.

Un ruolo importante, inoltre, è quello della prevenzione soprattutto in campo adolescenziale. Il consultorio da questo punto di vista, come ha sottolineato la  psicologa Mirella Cleri, risulta essere un osservatorio particolare perché opera su due fronti: la prevenzione e l'educazione sessuale in tutti gli ordini e gradi delle scuole dell'ambito.

Ma c'è una criticità: le donne extracomunitarie non vanno mai da sole al servizio e spesso non parlano la lingua italiana. Questo fa sì che in alcuni casi risulti difficile intervenire. A questo proposito l'assessore Calcagni ha annunciato che a breve sarà rilanciata la consulta sull'immigrazione i cui rappresentanti saranno inseriti di diritto nel tavolo di lavoro.

Relativamente alle attività dell'Ambito territoriale n. 12, il promotore sociale Tonino Ciarlora ha ravvisato la necessità che le amministrazioni comunali sollecitino l'istituzione del Mediatore culturale all'interno dei servizi Asl e il ripristino dello Sportello psicologico all'interno delle scuole a dimostrazione della responsabilità condivisa del fenomeno: ovvero la comunità si fa carico del problema.

Pubblicato il: 07/05/2010

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