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Confcommercio e bilancio comunale. Per Giuseppe Santi 'bisogna credere di più nell'economia dei servizi, nel grande moltiplicatore di ricchezza che è il terziario'

Intervista al presidente dell'associazione. In quanto all'aumento dei servizi "o possono essere evitati o, se proprio dobbiamo bere l'amaro calice, vanno restituiti in altro modo (opportunità, incentivi, promozione). Ovvero offrendo altri vantaggi competitivi alle aziende. Tertium non datur"

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ORVIETO - Bilancio e partecipazione, con Confcommercio continuiamo a dare voce alle associazioni di categoria.

Presidente Santi, la redazione del preventivo 2010 è alle battute finali. Come intende contribuire Confcommercio?Avremmo potuto contribuire se qualcuno ci avesse chiesto un apporto in forma di indicazioni o di idee, per capire dove si possano costruire o ricostruire nuove risorse per lo sviluppo. Alcune idee le avevamo già trasmesse agli allora candidati a sindaco, a questo punto speriamo che il sindaco eletto abbia buona memoria.

Aumenti della Tarsu, dei parcheggi e di alcuni servizi a domanda individuale. Che ne pensano i commercianti?Aumentando costi ed oneri aziendali, si accrescono gli svantaggi competitivi delle aziende locali rispetto ad altri territori. Quindi la risposta è semplice da enunciare, anche se difficile da attuare: o gli aumenti possono essere evitati o, se proprio dobbiamo bere l'amaro calice, vanno restituiti in altro modo (opportunità, incentivi, promozione). Ovvero offrendo altri vantaggi competitivi alle aziende. Tertium non datur

Cinque milioni di tagli sono obbligatori per portare la spesa sotto il tetto consentito dalla legge di 23,5 milioni euro. Ma dove si può tagliare e dove assolutamente no?
C'è ovviamente una "linea del Piave" invalicabile costituita dalla spesa realmente sociale, le categorie svantaggiate, i bambini e gli anziani, ma poi, per una città come questa, se vogliamo riconquistarci un nostro appeal ed una nostra identità sul mercato turistico, laddove - per dirla col professor Vittorio Ravà - le scorribande delle cosiddette tribù turistiche finora ci hanno pressoché ignorato, c'è l'improcrastinabile assoluta necessità di alimentare in maniera significativa il marketing territoriale, la promozione continua del "sistema Orvieto".

La crisi è tutt'altro che passata. Quali sono le proposte di Confcommercio per guardare oltre?
Come dicevo pocanzi, bisogna credere di più nell'economia dei servizi, nel grande moltiplicatore di ricchezza che è il terziario: non sarà certo un caso che le aree ricche o ancora straricche nonostante la crisi in Italia, in Europa e nel mondo, sono quelle che hanno fondato sul turismo e sul commercio da questo generato la propria fortuna. Serve la messa a sistema del "sistema Orvieto" per creare più incoming nella città ed attrarre più ricchezza da moltiplicare e, su tutto ciò, fin troppe proposte giacciono in diversi cassetti del palazzo comunale.

Confcommercio, Confesercenti, Assocommercio, Associazione dei commercianti del centro storico: come interpreta il fiorire ad Orvieto di tante associazioni di commercianti. È un bene o un male?
Vorrei usare le categorie di bene e male in ben altri contesti. In questi casi possiamo affermare che la pluralità delle rappresentanze è sicuramente un valore aggiunto quando contribuisce o meglio rappresenta uno o più gruppi sociali ed aiuta gli stessi ad interagire e collaborare tra loro.Se però lo pseudo - pluralismo serve di fatto a legittimare rapide ascese ed altrettanto rapide cadute di sedicenti auto-elettisi rappresentanti di categoria per i quali, fino a prova contraria, possiamo legittimamente ritenere che rappresentino se stessi , allora veramente verrebbe da dire: ridateci le vecchie ma comunque affidabili ed almeno democratiche al proprio interno associazioni di categoria "storiche".

Pubblicato il: 30/04/2010

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