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CNA. 'Non avalleremo scelte politiche che hanno il sapore di rese di conti e delle quali la nostra Città può fare a meno'

Bilancio 2010, i tempi per la partecipazione sono stretti. Iniziamo con Cna per capire cosa ne pensano le principali associazioni di categoria. Intervista al presidente CNA Orvieto, Andrea Tiberi

foto di copertina

 

Presidente Tiberi, in mezzo a mille difficoltà, il Comune sta lavorando al preventivo 2010. Quale vuole essere il contributo di CNA?

In un momento così critico per la nostra economia nazionale e locale,  le forze politiche devono capire che la responsabilità e la programmazione delle scelte amministrative sono di vitale importanza per la sopravvivenza di molte imprese locali e che associazioni come la Cna, fortemente radicate nel comprensorio, devono essere coinvolte nel progetto di rilancio di una economia territoriale che si compone di tante e diverse tipologie di mercato. La nostra disponibilità è quella di sempre: sappiamo organizzare il lavoro, mettere a sistema le potenzialità dei servizi ed offrire consulenza alle imprese, possiamo offrire tutto questo anche alle PA, potremmo essere soggetti attivi nella gestione del risanamento. Una grande associazione come la nostra può intervenire nel rispetto dei reciproci ruoli, solo se la politica fa bene la sua parte, lasciando alle nostre competenze la capacità di proporre idee progettuali e seguirne gli sviluppi con regole chiare ed accordi seri che non facciano sorgere il sospetto di consociativismo.

 

La crisi è generale. Ma uscirne è possibile? E come?

C'è da salvare una città provata da anni di tensioni e che ha perso, da tempo, la consapevolezza di essere una grande laboratorio di idee innovative e di progetti che hanno anticipato politiche territoriali ancora oggi attuabili se solo ci si dedicasse tempo e competenza. Si può superare questo brutto momento solo se vengono rispettati i ruoli sociali di ogni soggetto sociale ed economico e se ci si impegna per il bene collettivo.

 

Di che progetti parla?

Ci stiamo concentrando su tre aspetti fondamentali delle nostre realtà locali: Innovazione e Ricerca, creazione di Filiere Produttive e Consorzi, Turismo e Sociale. Ad ognuno di questi settori dedicheremo un momento pubblico di dibattito, coinvolgendo le altre associazioni datoriali o intervenendo a supporto dei progetti che sono già in essere,  coinvolgendo gli amministratori e la politica di questo territorio per la condivisione di queste proposte.

 

Lei è molto giovane, che idea si è fatto dei rapporti tra Cna e politica?

I partiti politici con le loro lotte di potere e contraddizioni interne hanno prodotto danni all'interno delle associazioni di categoria, creando i presupposti per bloccare ogni iniziativa sindacale a vantaggio della propria parte e  tenendo l'intera organizzazione ingessata su questioni legali. E' stata sufficiente la volontà di occupare il potere da parte di 4/5 iscritti locali per trasformare il congresso della Cna provinciale dello scorso settembre nella cancellazione, di fatto, della rappresentanza territoriale e nello svilimento del direttivo e della presidenza orvietana, ricordiamolo, eletti all'unanimità dall'assemblea elettiva. Noi continueremo tuttavia a lavorare, come sempre abbiamo fatto, per far prevalere le nostre idee e la nostra visione di organizzazione a vantaggio dello sviluppo e delle imprese nostre associate. Non può bastare qualche "dissidente", interessato al proprio tornaconto, per poter rappresentare impunemente un territorio ed una intera associazione come la Cna, specialmente quando il gruppo dirigente è coeso intorno alla sua presidenza locale ed in ambito provinciale rappresenta quasi la metà degli iscritti. Non esiste alcun contro-governo locale e diffido chiunque a spacciare le proprie "cariche" provinciali come alibi per accreditarsi presso le imprese locali.

 

Proviamo a guardare oltre il bilancio.

L'auspicio è che, nel prossimo impegno consiliare, quello relativo all'approvazione del bilancio, le forze politiche trovino il giusto compromesso per superare lo scoglio finanziario e che, subito dopo, aprano un dialogo sullo sviluppo economico e culturale con tutte le parti sociali, produttive e competenti nei propri settori di appartenenza. L'unico obiettivo perseguibile si identifica nel futuro della nostra città, al centro di un territorio capace di interagire con le Regioni confinanti e che sappia  creare risorse utili alla sopravvivenza delle nostre più peculiari potenzialità. Poche città, come Orvieto, possono vantare ricchezze materiali, storiche e culturali che si uniscono ad altrettante doti umane ed imprenditoriali. Non siamo disposti a rinunciare alla nostra storia per i pruriti di pochi ambiziosi all'interno delle nostre organizzazioni e non avalleremo scelte politiche che hanno il sapore di rese di conti e delle quali, la nostra Città, può fare a meno.

Pubblicato il: 28/04/2010

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