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Un altro mese per Grinta

 C'è tempo ancora fino al 28 maggio prossimo per salvare l'azienda tessile di Bardano dal fallimento

ORVIETO - Un altro mese per Grinta. C'è tempo ancora fino al 28 maggio prossimo per salvare l'azienda tessile di Bardano dal fallimento. Lo consente la decisione del giudice del tribunale di Orvieto che venerdì ha rinviato l'udienza del procedimento civile, concedendo un altro mese di tempo alla proprietà per verificare la possibilità di chiudere le trattative in corso. Spiragli dunque nella vicenda per la sopravvivenza dell'azienda e per il mantenimento dei posti di lavoro. Sul tavolo delle trattative ci sarebbero un paio di ipotesi. La prima è quella nota legata ad una costituenda società che sarebbe pronta ad un investimento di circa venti milioni di euro per creare una sorta di holding umbra del tessile finanziata con capitali internazionali. Coinvolti nell'operazione che ha come referente locale l'imprenditore Vincenzo Monetini, il gruppo Isotta Marketing Ltd con sede ad Honk Kong e la Btt Bravo Tel Trading WLL di Manama Kingdom of Bahrain. A questi dovrebbero aggiungere poi altri soci portatori di commesse per l'estero come il Gruppo Mercury Brands e Biron di Melbourne. Ma per Grinta, secondo quanto asserito in consiglio comunale, ci sarebbe anche l'interessamento di un grande marchio italiano, sul quale l'assessore allo Sviluppo Ecnomico del Comune, Antonio Barberani ha voluto mantenere il più stretto riserbo. Intanto la Filctem Cgil invita alla prudenza e ribadisce l'impegno del sindacato nella vertenza. "Nell'attesa che questi 30 giorni siano proficui per la presentazione di qualsiasi progetto vada nella direzione indicata - afferma il segretario provinciale della categoria, Stefano Cancellieri - occorre precisare che i lavoratori ad oggi hanno titolarità a percepire la cassa integrazione ordinaria relativa ai mesi di novembre e dicembre 2009 con i tempi tecnici dettati dall'Inps. Gli stessi inoltre, hanno una procedura di richiesta nei confronti del ministero per l'autorizzazione della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per una durata di 12 mesi a partire dal 4 gennaio 2010 che a tutt'oggi non è stata esaminata dagli organi competenti e che per le caratteristiche e le modalità con cui è stata presentata ha degli elementi di criticità ma ad oggi non abbiamo la certezza né che essa sia accettata né che essa sia negata. Alla luce di ciò è terrorismo parlare di milioni di euro di investimenti prima che gli stessi siano esigibili come è terrorismo affermare il mancato riconoscimento degli ammortizzatori sociali prima del pronunciamento degli organi competenti". "Se le istituzioni avessero inciso in maniera più marcata - vuol dire anche Cancellieri - e le banche locali non avessero decretato l'indisponibilità pressoché totale di finanziamento, ogni tentativo fatto e ogni attesa messa in atto con il sacrificio dei lavoratori alla luce dei fatti, non sarebbero risultati vani. Il precipitare degli eventi alla fine del 2009, seguiti da sforzi e segnalazioni giunte da ogni soggetto pubblico o privato a prescindere dal ruolo o dalla collocazione politica, ha fatto sì che negli ultimi mesi ci sia stata l'ipotesi di più progetti industriali da poter perseguire e rilanciare il settore tessile di Orvieto - prosegue il sindacalista -. Per le parziali notizie a noi note, qualsiasi ipotesi di soluzione è ben accetta senza pregiudizi alcuni, ma la chiarezza, purtroppo, non può essere chiesta al sindacato che ad oggi è all'oscuro di un reale piano industriale di un business plan e degli aspetti tecnici relativi alle ricadute occupazionali dei lavoratori interessati cosa assolutamente innegabile visto che è la stessa motivazione posta dal giudice nel concedere all'azienda una proroga di 30 giorni".

Pubblicato il: 25/04/2010

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