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Pini abbattuti alla Smef, Gianni Cardinali assolto

Indagato e poi imputato per violazione del segreto di Stato per le foto scattate al taglio dei pini presso il parco della ex Smef. Le foto di Cardinali, in realtà, ritraevano soltanto i pini e gli operai, senza particolari che contestualizzassero troppo l'ambiente circostante

foto di copertina

ORVIETO - Ci sono voluti tre anni ma alla fine Gianni Cardinali può scrivere la parola fine sulla vicenda che l'ha visto prima indagato e poi imputato per violazione del segreto di Stato per le foto scattate al taglio dei pini presso il parco della ex Smef, oggi sede del centro addestramento della Guardia di Finanza. Ed è una fine positiva perché la sentenza pronunciata ieri pomeriggio dal giudice Elisa Fornaro, al termine del procedimento iniziato a febbraio del 2009, stabilisce che a carico dell'ambientalista orvietano non solo non c'era il dolo, ma neanche il reato. "Assolto perché il fatto non costituisce reato", così recita il dispositivo della sentenza che chiude il processo.

Cardinali, che ha atteso in aula la decisione del giudice con la consueta serenità con cui ha affrontato tutto il processo è, dunque, scagionato da ogni accusa. Soddisfazione della difesa, sostenuta dal legale Sergio Finetti. "È prevalsa la linea difensiva che abbiamo sempre sostenuto e nella quale abbiamo sempre fortemente creduto - afferma l'avvocato -. Il professor Cardinali non ha commesso alcun reato, cosa che non è nella sua natura, l'unico spirito che da sempre lo ha animato è quello del rispetto e della tutela dell'ambiente". Adesso bisognerà attendere le motivazioni per saperne di più. La sentenza potrebbe rivelarsi innovativa in un settore delicato quale è quello delle violazioni al segreto di Stato.

La vicenda fa riferimento ad alcuni scatti che l'ambientalista orvietano, nel dicembre del 2006, dalla finestra di casa di un amico, fece ad alcuni operai intenti nel taglio di otto pini cinquantenari, nel parco della caserma Montegrappa (ex Smef, oggi sede del centro addestramento della Guardia di Finanza). Nel parco erano in corso lavori per la costruzione di alcuni alloggi. Le foto di Cardinali, in realtà, ritraevano soltanto i pini e gli operai, senza particolari che contestualizzassero troppo l'ambiente circostante.

Le foto, però, vennero pubblicate dai giornali locali, cartacei e on line, nell'ambito di una serie di polemiche, cui fecero seguito anche delle indagini, sull'esistenza o meno di permessi per eseguire i tagli in questione. Risultato: il comando del centro addestramento della guardia di Finanza fece una denuncia contro ignoti per quelle foto. E il pm, allora Annalisa Giusti, risalì presto al loro autore, il professor Gianni Cardinali che venne indagato per violazione del Segreto di Stato.

Il reato, che nella fattispecie dolosa, viene giudicato in corte d'Assise, fu ben presto derubricato in colposo. Un primo sospiro di sollievo per il professore al quale veniva riconosciuta l'assenza di volontà nel commettere il reato. La sentenza di ieri, infine, ha stabilito che non c'era neanche il reato in sé. Per capire a fondo il significato della decisione del giudice non resta adesso che attendere il deposito delle motivazioni. Per Cardinali, all'epoca, si era scatenata una gara di solidarietà. Gli echi della vicenda erano arrivati anche in Senato tramite l'interrogazione di un senatore del Pd, mentre le associazioni ambientaliste, ben undici, avevano fatto fronte comune rappresentando i fatti in una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

 

Pubblicato il: 17/04/2010

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