A 'Spasso'. Con poco gusto

di Dante Freddi

Assolutamente positiva, ma

La manifestazione "Orvieto con Gusto" è in crescita, l'organizzazione è buona, l'afflusso di turisti certo soddisfacente, le manifestazioni collaterali di buon livello, alcune di tono elevato.

A "Spasso con gusto" è l'evento centrale. La formula è simpatica e apprezzata, i vini offerti eccellenti, di cantine prestigiose, da farci davvero una bella figura anche con i gourmet più attenti.

Decine di ragazzi e ragazze hanno servito gli ospiti con dedizione e cortesia.

Ma in questa occasione bisognerebbe anche mangiare bene, dato che il territorio ed i suoi prodotti si propongono ad un pubblico che ha fatto anche molti chilometri per apprezzarli.

La giustificazione che confezionare più di mille pasti va a discapito della qualità non regge, perché non è professionale e non è proposta neppure dalle sagre paesane.

Alle 12,30 si aprono i cancelli del Palazzo dei Sette. Una lunga fila in attesa di iniziare la passeggiata è smaltita con sufficiente velocità, ma lo spazio a disposizione è angusto e quell'antipasto, poi, è scontato, con bruschetta senza olio e crostino senza lardo, e la lumachella, nostra assoluta tipicità, "stoppacciosa", al di là delle diverse scuole che la vogliono morbida o croccante.

La tappa successiva è la Chiesa di Sant'Agostino. Qui il calo del tono è grandioso. Il farro, prodotto di per sé eccellente, recentemente reintrodotto con lungimiranza e attenzione alla qualità, è insipido, cucinato secondo una ricetta povera, poverissima, che prevedrebbe almeno un buon olio crudo, che invece non c'è.

Poi le cose migliorano, ma siamo alle focacce liguri. Dignitosa la polenta, ottimi i dolci.

Insomma, tutto bene, una bella passeggiata, a parte il "gusto".