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Verso una holding umbra del tessile

Lunedì l'incontro, tra sindacati e imprenditori, che potrebbe essere decisivo per definire l'operazione

ORVIETO - Una holding umbra del tessile. È nell'ambito di questo disegno che si inserisce l'interesse di una società con capitali esteri, in fase di costituzione, che sarebbe prossima a rilevare l'azienda orvietana Grinta e, forse, successivamente anche la ex Sphera, oggi MManifatture. Lunedì l'incontro, tra sindacati e imprenditori, che potrebbe essere decisivo per definire l'operazione. Operazione che presenterebbe, tuttavia, ancora alcuni punti interrogativi, soprattutto per i tempi e i modi in cui potrà realizzarsi, se potrà realizzarsi. Molto dipenderà anche dalla capacità dell'azienda dell'imprenditore fiorentino Alessandro Calugi di restare in pista, ovvero di far fronte alla crisi finanziaria, con la liquidazione degli stipendi e delle varie pendenze. Diversamente se dovesse scattare l'istanza di fallimento per Grinta, le cose inevitabilmente si complicherebbero in vista del passaggio di mano. Questo l'aspetto più macroscopico che rimane ancora da chiarire. Per il resto, lo scenario che si prefigura sarebbe quello di un avvicendamento con una società finanziata con capitali stranieri (si parla di Bahrein, Australia) e che starebbe portando avanti operazioni simili in diverse zone dell'Umbria. In sostanza, secondo quanto trapela da alcune indiscrezioni, ci sarebbe il forte interesse da parte di grossi investitori a creare una holding del settore diffusa su tutto il territorio regionale, in grado di coprire un'ampia gamma di produzione, dai capospalla alla maglieria, alla pelletteria. La società sarebbe disposta a rilevare subito Grinta, riservandosi in un secondo momento di coinvolgere nell'operazione anche la ex Sphera, ora MManifatture che della vecchia azienda ha riassorbito una trentina di opearie. Modi e tempi, come detto, sarebbero ancora tutti da stabilire. Lunedì se ne potrebbe sapere di più. Quanto alle garanzie occupazionali, Grinta, alla ripresa dell'attività, dovrebbe essere in grado di riassorbire subito una settantina di operaie.

Pubblicato il: 18/03/2010

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