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Droga, quattro arresti ad Orvieto

Insospettabili gli orvietani tratti in arresto, tutti incensurati. Ordinare un aperitivo o prendere un aperitivo sarebbe stato un modo per chiedere od offrire la droga, mentre lo spacciatore sarebbe stato identificato con l'epiteto di "imprenditore"

ORVIETO - "Preparami un aperitivo. Anzi no, ne prendo due". Per mesi i carabinieri hanno intercettato telefonate del genere poi ieri mattina, intorno alle 4 sono scattati gli arresti. Un ristoratore - M.R. di 43 anni - un bancario - C.M. di 51 - un disoccupato - S.B. di 38 anni - e un artigiano - M.O. di 41 - sono gli orvietani (l'ultimo risiede in un paese del vicino Viterbese) finiti in manette dietro ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Gianluca Forlani su richiesta del pm Annalisa Giusti. Per tutti l'accusa è spaccio di sostanze stupefacenti.

Un vasto giro di coca e più modesti quantitativi di haschic e mariuana che in pochi mesi avrebbero fatto girare cifre tra i 20 e i 30mila euro. Per i carabinieri si è trattato dell'ultimo capitolo di un'inchiesta - denominata "Ghostbusters" - scattata nell'ottobre dello scorso anno e che ha fruttato complessivamente 8 arresti nel corso del tempo, 15 denunce a piede libero e 30 segnalazioni di assuntori in prefettura. La sostanza stupefacente sarebbe arrivata da Viterbo e da Perugia, un flusso di quantitativi non ingenti ma costante. La droga, di discreta qualità, era poi venduta nella cerchia delle amicizie, soprattutto per lo sballo del fine settimana. Lo spaccio - una quarantina gli episodi contestati - sarebbe avvenuto prevalentemente in paesini fuori mano, come Castiglione in Teverina e Lubriano, in locali pubblici, in piazza se non a domicilio.

Ordinare un aperitivo o prendere un aperitivo sarebbe stato un modo per chiedere od offrire la droga, mentre lo spacciatore sarebbe stato identificato con l'epiteto di "imprenditore". "Caldaie" o "carne" sarebbero stati altri termini utilizzati per identificare la sostanza stupefacente. È quanto è emerso dalle intercettazioni telefoniche che i carabinieri hanno condotto a lungo per suffragare le indagini, indagini che si sono avvalse anche di pedinamenti e di dichiarazioni ottenute dalle persone a vario titolo coinvolte nell'inchiesta. Insospettabili gli orvietani tratti in arresto, tutti incensurati, tra loro c'è anche un cassiere di banca che passato la soglia dei cinquant'anni, a testimonianza che la droga sulla Rupe non è un fenomeno che riguarda solo i giovanissimi e un noto ristoratore. Nell'ambito delle indagini sono stati sequestrati complessivamente un etto di cocaina a casa dell'artigiano (finito in manette per ben due volte nell'inchiesta) e altri modesti quantitativi di hachich e mariuana. Nulla, invece, è stato trovato nelle perquisizioni domiciliari effettuate ieri mattina quando i carabinieri, poco dopo le 4, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare. Le indagini sono state condotte dal nucleo operativo radiomobile dei carabinieri della compagnia di Orvieto sotto il coordinamento del sostituto Annalisa Giusti.

Tra i precedenti arresti compiuti sempre nell'ambito dell'inchiesta il disoccupato di 40 anni - D.B. le iniziali - finito in manette a dicembre perché trovato in possesso di 13 grammi di coca e il commerciante 50enne - G.D. le iniziali - arrestato una decina di giorni prima perché sorpreso con un etto e mezzo di haschich.

Pubblicato il: 24/02/2010

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