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Monsignor Carlo Franzoni, vicario generale della diocesi di Orvieto-Todi, ha presieduto la celebrazione della 14^ Giornata della vita consacrata

Nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza

di Ufficio per le comunicazioni sociali diocesi di Orvieto-Todi

La 14^ Giornata Mondiale della Vita Consacrata nella diocesi di Orvieto-Todi è stata celebrata sabato scorso nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Carlo Franzoni, vicario generale della diocesi. I numerosi sacerdoti e religiosi e religiose della diocesi intervenuti hanno reso grazie al Signore per il dono ricevuto e hanno rinnovato l'impegno a testimoniare con la loro vita Cristo umile, povero, casto, obbediente e misericordioso perché la Chiesa risplenda di vera luce nel mondo.

All'omelia mons. Carlo Franzoni prendendo spunto dalle Letture e dal Vangelo della domenica ha commentato i racconti delle due vocazioni. Quella di Isaia e quella di Pietro, due chiamate in contesti diversi in cui il ruolo centrale è occupato dalla Parola. Da un lato, Isaia si vede purificate le labbra perché possa pronunciare non tanto ciò che viene dagli uomini, ma ciò che viene da Dio. Dall'altro Pietro,con il suo carattere non facile e con la consolidata esperienza di pescatore, mosso dalla Parola dice:"Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua Parola getterò le reti".  E' la Parola di Dio che irrompe nella povertà e sulla mediocrità dei mezzi umani. Il risultato - ha detto mons.Carlo Franzoni - è la enorme quantità di pesci al punto che c'è bisogno dell'aiuto di altri ed infine Pietro si getta alle ginocchia di Gesù e dice con la sua innata schiettezza"Signore, allontanati da me perché sono un peccatore". Eccoci allora questa sera anche noi di nuovo chiamati a ritornare alla nostra Tiberiade, al nostro lago di Galilea, laddove un giorno il Signore ci ha chiamati con la mente e con il cuore torniamo anche al 6 gennaio 1997 quando il venerabile Giovanni Paolo II indisse, per la prima volta, questo evento per lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata; in secondo luogo, questa Giornata ha lo scopo di promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell'intero popolo di Dio. Il terzo motivo riguarda direttamente, le persone consacrate, invitate a celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato in loro e per prendere più viva consapevolezza della loro insostituibile missione nella Chiesa e nel mondo.

Se quella barca sul lago di Tiberiade 2000 anni fa era la barca-pulpito mobile di Gesù, oggi questa barca è la barca della Chiesa sulla quale noi, come religiosi e consacrati siamo stati invitati un giorno a salire dallo stesso Maestro così come accadde a PietroSu questa barca i consacrati occupano un posto particolare, insostituibile. Questa forma di vita - ha spiegato Benedetto XVI ai primi vespri della festa della presentazione del Signore al Tempio di quest'anno - "e' importante proprio per il suo essere segno di gratuità e d'amore, e ciò tanto più in una società che rischia di essere soffocata nel vortice dell'effimero e dell'utile". Infatti, essa "testimonia ed esprime in modo 'forte' il cercarsi reciproco di Dio e dell'uomo, l'amore che li attrae" e "la persona consacrata, per il fatto stesso di esserci, rappresenta come un 'ponte' verso Dio per tutti coloro che la incontrano". I consacrati, quindi, "tengono viva l'esperienza del perdono di Dio - ha continuato - perché hanno la consapevolezza di essere persone salvate, di essere grandi quando si riconoscono piccoli (...). Per questo, anche per l'uomo di oggi, la vita consacrata rimane una scuola privilegiata del riconoscimento umile della propria miseria, ma, parimenti, rimane una scuola della fiducia nella misericordia di Dio". Il Signore ci aiuti e ci dia la forza in questa Eucaristia, di accogliere ogni giorno questo dono e di poterci ripresentare dinnanzi a Lui trasformati e ricchi di opere buone.

Il Signore- -ha concluso mons. Carlo Franzoni - conceda questa grazia a noi che celebriamo l'Eucaristia in questo Santuario in cui una religiosa, Madre Speranza, ha saputo vivere intensamente la sua vocazione di consacrata e da questo luogo ha saputo irradiare al mondo quella luce e quella speranza che scaturiscono dall'Amore Misericordioso del Padre.

Pubblicato il: 08/02/2010

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